Quando, ormai 4 anni fa, sono usciti i primi smartphone pieghevoli, un po’ tutti tra appassionati e stampa eravamo convinti di essere davanti ad una nuova rivoluzione del settore che avrebbe ridato linfa vitale ad una categoria ormai esplorata in lungo ed in largo e che ci riserva poche innovazioni anno dopo anno.
Purtroppo, non è stato esattamente così e tranne qualche tentativo, proprio di Huawei ad esempio, ormai la situazione si è cristallizzata: i pieghevoli sono tutti con apertura orizzontale e schermo praticamente o con apertura verticale, clamshell che assumono le dimensioni di uno smartphone standard solo se aperti.
Certo, spesso abbiamo visto terminali simili con filosofie di utilizzo differenti, ma non si può dire che ci sia stato quel fermento che immaginavamo.
Ai produttori non resta dunque che lavorare ottimizzando e ingegnerizzando al meglio gli elementi che ormai contraddistinguono la categoria e nessuno sa farlo meglio di Huawei che con questo Mate X3 ci presenta il miglior foldable sul mercato, pur con tanti rimpianti che scopriremo a breve.
Unboxing e contenuto di Huawei Mate X3
Anche in questo caso, come sempre, Huawei si conferma il produttore più “generoso” nelle dotazioni: all’interno della confezione infatti, oltre allo smartphone già aperto, troviamo due astucci di cartone che contengono il caricabatterie completo, una cover (inspiegabilmente solo posteriore), la spilletta per l’estrazione della sim e la manualistica.
Una volta preso in mano Mate X3 ci rendiamo conto del grandissimo lavoro fatto da Huawei ed aumenta il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere se non fosse stato per il ban imposto dall’amministrazione Trump.
Da chiuso, Mate X3 risulta estremamente sottile e maneggevole con un peso di 241 grammi ed uno spessore di 11 millimetri: sembra di avere in mano uno smartphone normale, comodissimo da utilizzare e portare in giro. Una volta aperto invece lo spessore si riduce a ben 5,3 millimetri e la larghezza passa a 141 mm, dai 72 iniziali.
Tradotto in termini di user experience, vuol dire non avere tra le mani il classico mattoncino (o telecomando) quando lo smartphone è chiuso, e avere viceversa il pieghevole più sottile sul mercato, una volta aperto lo schermo interno.
Operazione semplicissima, nonostante Huawei abbia ottimizzato al massimo la cerniera eliminando qualsiasi spazio tra le due metà del telefono, che assume l’aspetto di un corpo unico e compatto. La riduzione degli elementi che compongono la cerniera non hanno minimamente pregiudicato robustezza e resistenza della stessa, che può essere aperta con un raggio di 180° a nostro piacimento senza incappare in cedimenti o difficoltà.
La struttura dello smartphone è in alluminio, che ci garantisce robustezza e leggerezza allo stesso tempo, su cui troviamo incastonati i tasti per il volume, il pulsante di accensione che funge anche da lettore di impronte digitali (sempre rapido e preciso) e la porta USB tipo C più sottile attualmente in produzione, ingegnerizzata appositamente da Huawei per ridurre al minimo lo spessore del telefono.
Il tutto senza rinunciare alla certificazione IPX68 che ci garantisce una certa tranquillità da polvere e schizzi d’acqua oltre che da brevi ed accidentali immersioni.
I display
Un elemento sicuramente importante, a maggior ragione per questo tipo di smartphone, è il display: in questo caso, sia quello esterno che quello interno sono due pannelli OLED con refresh rate adattivo fino a 120 Hz, entrambi hanno un dimming a 1440 Hz, 426 PPI e 1,07 miliardi di colori.
La risoluzione dello schermo esterno da 6,4 pollici è 2504×1080 pixel, mentre lo schermo interno da 7,85 pollici ha una risoluzione da 2496×224 pixel. In entrambi i casi siamo in presenza di due ottimi display, con visibilità buona in tutte le situazioni e una esperienza di utilizzo fornita di livello assoluto.
Infatti, se chiuso Huawei Mate X3 forte delle sue dimensioni non deve cedere a rapporti di forma scomodi come altri competitor che sono più lunghi e stretti e lasciano per strada qualcosa in termini di ergonomia.
Se il Kunlun Glass che ricopre lo schermo esterno garantisce maggior resistenza, a detta del produttore, il display pieghevole è ricoperto da una pellicola che Huawei ci ricorda costantemente di non rimuovere e che dovrebbe metterci al riparo anche da colpi leggermente più forti della media e da pressioni più importanti.
Dove Mate X3 lascia a bocca aperta, è una volta aperto il telefono ed esposto il display interno. Innanzitutto è assolutamente piatto senza praticamente pieghe o altri elementi che possano disturbare la visione. Il display ci restituisce quindi delle immagini dettagliate e colori vividi, rendendolo idoneo quindi per svariati utilizzi, che siano professionali o più multimediali.
Questo è vero comunque fino ad un certo punto dal momento che, sia per il rapporto dello schermo in 4:3 che per una mancanza di ottimizzazione diffusa per quanto riguarda le app, non sempre riusciremo a goderci lo schermo a pieno.
Ad esempio in app come Disney+, nel momento in cui decideremo di riprodurre un contenuto multimediale, la porzione di schermo occupata dal filmato equivale più o meno a quella di uno schermo normale in modalità landscape. Va detto che si tratta qualcosa che accomuna tutti i foldable e non è pertanto imputabile a Huawei.
Ovviamente le cose cambiano se decideremo di puntare sul gaming, con i giochi che occupano al contrario tutto lo schermo a disposizione, rendendo piacevoli le partite.
Comparto fotografico
Un altro elemento che emerge, già da un punto di vista estetico, in Mate X3, sono le fotocamere.
Il corpo fotografico viene fuori dal retro con decisione, costituendo un elemento che per la sua collocazione si fa notare ma non pregiudica l’equilibrio dello smartphone se poggiato su un piano.
All’interno del tipico “anello” cui Huawei ci ha abituato da qualche generazione, troviamo una dotazione da top di gamma: sono lontani i tempi delle collaborazioni con Leica e quindi troviamo una fotocamera principale sviluppata internamente e definita XMAGE Ultra vision da 50 MP (apertura f/1.8), cui si aggiungono una ultragrandangolare da 13 MP (apertura f/2.2) ed un teleobiettivo da 12 MP (apertura f/3.4.
Queste fotocamere ci consentono di effettuare scatti di alto livello in quasi tutte le situazioni, sfruttando uno zoom digitale, zoom ottico oppure zoom ibrido per immagini con risoluzioni fino a 8912×6144 pixel che possiamo declinare come Macro o Super Macro, foto notturne, slow motion, ultragrandangolare e chi più ne ha più ne metta, con l’ausilio della Master AI che da qualche tempo viene implementata con successo negli smartphone del produttore cinese.
Si tratta di un elemento da non sottovalutare, dal momento che una delle critiche mosse alla maggior parte dei competitor è proprio quella di non montare nei propri pieghevoli fotocamere all’altezza della situazione (e del costo).
Oltre le fotocamere principale, Mate X3 utilizza anche due fotocamere frontali da 8 MP (apertura f/2.4( che non fanno ovviamente miracoli ma, in questo tipo di dispositivi sono più un’aggiunta inutilizzata che altro, dal momento che i selfie sono perfettamente gestibili con le fotocamere principali.
Prestazioni ed ecosistema
Come sicuramente saprai, Huawei ormai da alcuni anni vive una situazione un po’ particolare per quello che riguarda il mercato occidentale, a causa delle restrizioni imposte da una delle amministrazioni statunitensi più “rivedibili”(eufemismo) degli ultimi decenni.
Ne consegue che anche questo Mate X3 non può usufruire di determinati processori, deve rinunciare forzatamente al 5G e non può utilizzare, almeno ufficialmente, Android.
Petal OS, questo il nuovo sistema operativo di Huawei, è (almeno in occidente) tuttavia una versione camuffata del sistema operativo di Google; ne consegue che pur non potendone utilizzare i servizi, la maggior parte delle APK che reperiremo in giro per il web sono tranquillamente installabili.
Addirittura, se utilizziamo uno smartphone con Google Play e andiamo ad installare un’applicazione, lo stesso store ci propone il Mate X3 tra gli smartphone selezionabili per l’installazione.
Rispetto agli esordi, Petal OS appare più matura come piattaforma e anche gli escamotage studiati da Huawei, come la possibilità di cercare tramite Petal Search le app non presenti su App Gallery, per sopperire al mancato supporto di Android sembrano funzionare.
Tuttavia non sempre questo è sufficiente e, a lungo andare, porta ad alcune mancanze che potrebbero complicare l’esperienza di utilizzo quotidiano. Nel corso della mia prova, durata alcune settimane, due elementi mi hanno creato qualche noia: non tutte le app o i giochi scaricabili sono effettivamente utilizzabili, perchè pensati per sfruttare i Google Services e sopratutto non esiste un wallet per i pagamenti, come ad esempio Samsung Pay o Google Wallet.
O meglio, esiste Huawei Pay che lo stesso produttore ha annunciato con toni enfatici essere disponibile anche in Italia, peccato che funzioni solo con le carte di Intesa San Paolo. E non c’è nessuna possibilità di ovviare al problema, perchè si nel 2023 è un problema abbastanza importante, dal momento che non esistono app affidabili in grado di risolvere la situazione,
Per il resto ormai da anni su App Gallery sono disponibili le app più diffuse, anche quelle bancarie, per cui non dovrebbero esserci altri problemi oltre a quelli sopraelencati tenuto conto che spesso basta registrare un account/creare un profilo che non sfrutti Google per accedere un po’ a tutto.
Il grosso dei problemi di Huawei Mate X3 sta proprio in questo: l’impossibilità di utilizzare una versione ufficiale di Android fa si che non si possano sfruttare tutte le feature del sistema operativo del colosso di Mountain View, che per i pieghevoli non sono neppure poche. Basta pensare a tutte quelle possibilità concesse dai dispositivi Samsung qualora utilizzassimo lo schermo interno piegato.
Naturalmente, lavorare senza Android vuol dire non avere il supporto della community, in grado di trovare sempre soluzioni interessanti laddove ce ne siano gli spazi e i modi.
Inoltre, pur essendo questo tipo di foldable molto utilizzati per scopi professionali, tramite protocollo DisplayPort 1.2 è possibile utilizzare una modalità simile a DeX di Samsung che pur essendo ancora migliorabile, rende il telefono più appetibile per usi lavorativi.
Mate X3 monta un processore Qualcomm Snapdragon 8+ Gen1;non è più un top di gamma ma rimane comunque affidabile e garantisce pieno supporto nell’uso giornaliero. Inoltre l’utilizzo di un chipset potente pur se non all’ultimo grido, consente a Huawei Mate X3 di avere un buon compromesso tra prestazioni e consumo energetico, con la batteria da 4800 mAh che ci conduce a sera anche in giornate più stressanti pur essendo un po’ più piccola della controparte cinese da 5060 mAh. Inoltre è possibile usare il telefono per una ricarica inversa a 7,5W.
Va comunque detto che il prezzo da pagare per un device così sottile è in termini di dissipazione del calore, per cui nel caso di partite prolungate con titoli pesanti oppure utilizzo intensivo il telefono potrebbe scaldare, in ogni caso nulla di preoccupante.
Rari anche i rallentamenti nel software dal momento che disponiamo di una RAM generosa da 12 GB, che ben accompagna i 512 GB di memoria disponibili.
Se dovessimo avere bisogno di un rabbocco di ricarica nel corso della giornata, il caricabatterie in confezione ci fornisce una ricarica rapida da 66W oppure potremo ricaricare il nostro smartphone wireless con ricarica a 50W.