Nonostante La terapia antiretrovirale (ART) si sia dimostrata molto efficace nel controllare le infezioni da HIV, il virus non scompare mai del tutto ma si nasconde in circa una cellula immunitaria su 1 milione.A dichiararlo in uno studio è stato un team di scienziati dell’Università di Yale.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Immunity.
HIV si nasconde nelle cellule immunitarie: qualche dettaglio sulla ricerca
Secondo quanto affermato dai ricercatori dell’Università di Yale, l’HIV si nasconde all’interno di cellule specializzate conosciute come cellule T citotossiche CD4 + ( globuli bianchi del sistema immunitario), che sono i migliori combattenti del sistema immunitario.
Le cellule immunitarie infettate dal virus sono in grado di proteggersi dall’essere uccise da altre cellule del sistema immunitario. Poiché le cellule T CD4 + aiutano anche a sopprimere le cellule tumorali e controllare le infezioni, l’identificazione delle cellule che ospitano il virus è un passo cruciale verso l’eradicazione del virus che causa l’AIDS.
Per la ricerca, il team capitanato da Jack Collora, dottore laureato in microbiologia a Yale, si è servito di una tecnologia all’avanguardia chiamata “sequenziamento multi-omico unicellulare”, che serve per studiare le cellule infette da HIV di soggetti che convivono con il virus. Collora è membro del laboratorio di Ya-Chi Ho, professore associato di patogenesi microbica e medicina.
Le cellule T CD4 + T citotossiche specializzate in cui si nascondono le cellule HIV producono anche proteine che combattono il cancro chiamate Granzyme B, così come una proteina chiamata Serpin B9 che funge da scudo che protegge poi dal danneggiamento delle proteine tossiche. Tuttavia, quando l’HIV si nasconde dietro queste cellule ben protette, il sistema immunitario non può eliminare le cellule infette dal virus.
I ricercatori avevano precedentemente compreso che gli individui con infezione da HIV hanno livelli più elevati di infiammazione, una condizione conosciuta come “stimolazione antigenica cronica“, che aumenta il numero di cellule T potenzialmente in grado di nascondere il virus.
Durante il CROI 2022 (Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche) si è parlato di HIV e invecchiamento, ovvero l’aspettativa di vita delle persone che convivono con il virus, rimangono delle sfide per coloro che invecchiano con esso.
L’ obiettivo generale e condiviso è quello di trovare una cura definitiva per l’HIV. È opero importante ricordare che sono stati compiuti progressi significativi nello sviluppo di terapie performanti contro il virus che permettono al PLHIV di sopprimere il proprio virus a livelli non rilevabili, spostando la prognosi da un’infezione fatale alla gestione di una malattia cronica.
Le sfide attuali invece interessano le persone che invecchiano con l’HIV. Andrew Clark, Global Medical Lead di ViiV Healthcare, ha affermato: “Ci sono sfide mediche per coloro che diventano resistenti ai medicinali per l’HIV; sfide di aderenza per coloro che hanno difficoltà ad attenersi ai farmaci quotidiani e la pressione aggiuntiva di dover gestire altre condizioni mediche, note come comorbilità. Inoltre, chi invecchia col virus si trova a dover affrontare sfide sociali importanti come la mancanza di accesso alle cure e lo stigma”.
Trovare una cura definitiva che sopprima le cellule infettate dall’HIV senza danneggiare le cellule non infette è un obiettivo ostuco. Sono necessari ulteriori studi per determinare come permettere all’organismo di sopprimere le cellule infette o rimuoverle attraverso i trattamenti tradizionali.
Secondo il Centro operativo AIDS (CoA) dell’Istituto Superiore di Sanità: “Dal 1984 vengono raccolti i dati relativi alle notifiche di AIDS e dal 2008 i dati delle nuove diagnosi di infezione da HIV che dal 2012 sono a copertura nazionale. Il “Notiziario dell’ISS (Volume 34 – Numero 11 Novembre 2021) – Aggiornamento delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS in Italia al 31 dicembre 2020” riporta i dati sulle nuove diagnosi di infezione del virus e sui casi di AIDS segnalati in Italia aggiornati a dicembre 2020. Va sottolineato che i dati relativi al 2020 hanno risentito dell’emergenza COVID-19 in modi e misure che potranno essere valutati correttamente solo verificando i dati dei prossimi anni”.
Attraverso questa indagine è stato rivelato che nel 2020, sono state riconosciute 1303 nuove diagnosi di infezione dal virus, pari ad un’incidenza di 2,2 nuovi casi per 100.000 individui. Per fortuna, l’incidenza di nuovi casi di HIV è in continua diminuzione dal 2012. Nel 2020, il numero più elevato di casi è stato riscontrato in Valle d’Aosta, Liguria, Provincia Autonoma di Trento e Lazio.