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Salute

Gravidanza: attenzione al fegato grasso materno, potenziale minaccia di parto anticipato

Gravidanza e fegato grasso: una correlazione emergente con il parto pretermine. Recenti evidenze scientifiche suggeriscono un legame significativo che merita seria considerazione per la salute materno-infantile

Denise Meloni 7 ore fa Commenta! 10
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Un recente studio condotto da ricercatori del prestigioso Karolinska Institutet ha portato alla luce un’associazione significativa e preoccupante tra la steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (MASLD) nelle donne in gravidanza e un aumentato rischio di parto pretermine. Questa importante scoperta sottolinea come le donne incinte affette da questa condizione epatica, precedentemente nota come steatosi epatica non alcolica, presentino una probabilità notevolmente maggiore di partorire prima del termine fisiologico della gravidanza.

Contenuti di questo articolo
Una correlazione preoccupante tra MASLD materna e esiti avversi della gravidanzaL’incremento del rischio di taglio cesareo nelle donne con MASLDLa possibilità di un’influenza residua di fattori non completamente acclarati
Gravidanza: attenzione al fegato grasso materno, potenziale minaccia di parto anticipato

Una correlazione preoccupante tra MASLD materna e esiti avversi della gravidanza

Un aspetto cruciale e di particolare rilevanza emerso da questa ricerca è che questo aumento del rischio di parto prematuro non sembra essere interamente spiegato dalla presenza di obesità materna, suggerendo un ruolo patofisiologico indipendente della MASLD nell’influenzare negativamente la durata della gestazione.

La steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (MASLD) rappresenta una condizione epatica cronica in crescente diffusione a livello globale. In Svezia, si stima che circa una persona su cinque ne sia affetta, mentre a livello mondiale la prevalenza potrebbe raggiungere una proporzione allarmante di tre individui su dieci. I fattori di rischio comunemente associati alla MASLD includono disturbi metabolici di rilievo, come il diabete mellito di tipo 2, e la presenza di sovrappeso o obesità.

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La tendenza all’aumento della prevalenza di questa patologia epatica è particolarmente osservabile anche tra le donne in età riproduttiva, sollevando interrogativi importanti sull’impatto potenziale sulla salute materna e neonatale durante la gravidanza. Proprio in questo contesto di crescente diffusione, i ricercatori hanno intrapreso uno studio approfondito per investigare in maniera specifica l’associazione tra la presenza di MASLD materna e gli esiti della gravidanza, nonché gli esiti neonatali del parto.

Gravidanza: attenzione al fegato grasso materno, potenziale minaccia di parto anticipato

La rigorosa indagine scientifica si è basata sull’analisi di dati provenienti dal registro svedese delle nascite, una fonte di informazioni demografiche e sanitarie di elevata qualità e completezza. Il campione studiato comprendeva un totale di 240 nascite avvenute in donne con una diagnosi preesistente o concomitante di MASLD, confrontate con un gruppo di controllo composto da 1140 nascite di donne appartenenti alla popolazione generale svedese non affette da tale condizione epatica. L’analisi statistica dei dati ha rivelato un’associazione significativa: le donne con MASLD presentavano una probabilità più di tre volte superiore di partorire prematuramente rispetto alle donne senza la patologia epatica.

Un’osservazione di particolare interesse e rilevanza clinica emersa dallo studio è che l’aumento del rischio di parto pretermine nelle donne con MASLD non sembrava aumentare in relazione alla gravità della steatosi epatica. Ancora più significativo è il fatto che questo aumento del rischio persisteva anche quando si confrontavano le donne con MASLD con donne che presentavano sovrappeso o obesità ma non avevano una diagnosi di MASLD nota.

Questa evidenza suggerisce con forza che l’associazione osservata tra MASLD materna e parto pretermine non è semplicemente una conseguenza indiretta di un elevato indice di massa corporea (BMI) materno, ma che la malattia epatica stessa potrebbe esercitare effetti negativi diretti sui meccanismi fisiologici che regolano la durata della gravidanza. Come precisa l’autrice principale dello studio, la ricercatrice post-dottorato Carole A. Marxer del Dipartimento di epidemiologia medica e biostatistica del Karolinska Institutet, “Ciò suggerisce che l’associazione non è dovuta solo a un BMI elevato e che la malattia epatica stessa può avere effetti negativi”.

L’incremento del rischio di taglio cesareo nelle donne con MASLD

L’analisi approfondita dei dati del registro svedese ha inoltre rivelato che le donne con una diagnosi di steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (MASLD) presentavano un rischio significativamente più elevato, quantificato in un aumento del 63%, di dover ricorrere al parto cesareo rispetto al gruppo di controllo composto da donne senza tale condizione epatica. Tuttavia, un’analisi più dettagliata e stratificata dei dati ha suggerito che questo aumento del rischio di taglio cesareo sembra essere primariamente attribuibile all’elevato indice di massa corporea (BMI) riscontrato in molte donne affette da MASLD.

Gravidanza: attenzione al fegato grasso materno, potenziale minaccia di parto anticipato

Infatti, quando il rischio di taglio cesareo è stato confrontato tra le donne con MASLD e le donne che presentavano sovrappeso o obesità ma non avevano una diagnosi di steatosi epatica, non è stato osservato alcun aumento significativo del rischio. Questa osservazione indica che l’elevato BMI materno agisce probabilmente come un fattore confondente, contribuendo all’aumento del tasso di tagli cesarei nella coorte di donne con MASLD, piuttosto che la patologia epatica in sé essere un determinante indipendente di tale esito ostetrico.

Un aspetto importante e rassicurante emerso dallo studio del Karolinska Institutet riguarda l’assenza di un aumento del rischio di esiti neonatali avversi specifici nelle donne con MASLD. In particolare, i ricercatori non hanno riscontrato alcuna evidenza di un rischio aumentato di avere figli con malformazioni congenite, né di un aumento del tasso di nati morti (morte fetale intrauterina) nelle gravidanze complicate dalla MASLD materna. Questa constatazione è di particolare rilevanza clinica in quanto fornisce un’informazione importante e potenzialmente tranquillizzante per le donne affette da questa condizione epatica che desiderano o sono in procinto di avere figli.

Come sottolinea l’autore principale dello studio, il pediatra Jonas F. Ludvigsson dell’Ospedale universitario di Örebro e professore presso il Dipartimento di epidemiologia medica e biostatistica del Karolinska Institutet, “Vale anche la pena notare che non abbiamo riscontrato alcun rischio aumentato nelle donne con MASLD di avere figli con malformazioni congenite o di avere figli morti alla nascita”. Questa evidenza suggerisce che, sebbene la MASLD materna aumenti il rischio di parto pretermine e, indirettamente attraverso l’obesità, di taglio cesareo, non sembra compromettere direttamente lo sviluppo fetale in termini di malformazioni o aumentare il rischio di morte fetale.

La possibilità di un’influenza residua di fattori non completamente acclarati

Gli autori dello studio, pur evidenziando i numerosi punti di forza della loro ricerca, tra cui la disponibilità di informazioni dettagliate sull’IMC materno, un potente predittore di esiti avversi della gravidanza, riconoscono apertamente la limitazione intrinseca di qualsiasi studio osservazionale nel poter escludere in maniera definitiva l’impatto di fattori confondenti residui. Questi fattori potrebbero includere variabili legate allo stile di vita materno non completamente documentate, come abitudini alimentari specifiche, livelli di attività fisica dettagliati, la presenza di stress cronico o fattori psicosociali, che potrebbero influenzare sia lo sviluppo della MASLD che il rischio di parto pretermine in maniera indipendente o sinergica.

Gravidanza: attenzione al fegato grasso materno, potenziale minaccia di parto anticipato

Un’ulteriore considerazione riguarda il potenziale ruolo di biomarcatori specifici, non routinariamente misurati nella pratica clinica e quindi non inclusi nel dataset analizzato. Ad esempio, variazioni nei livelli di specifici marker infiammatori, fattori angiogenetici o metaboliti potrebbero rappresentare mediatori biologici che collegano la MASLD materna a un aumentato rischio di parto pretermine. Inoltre, non si può escludere la possibilità di complesse interazioni tra fattori genetici di predisposizione sia nella madre che nel feto e fattori ambientali, che potrebbero modulare l’effetto della MASLD sulla durata della gestazione. La comprensione completa di queste intricate interazioni richiederà ulteriori studi prospettici e meccanicistici.

La consapevolezza di queste potenziali limitazioni sottolinea l’importanza di interpretare i risultati dello studio del Karolinska Institutet come un’evidenza significativa che suggerisce una forte associazione tra MASLD materna e un aumentato rischio di parto pretermine, ma che non stabilisce in maniera definitiva un nesso di causalità diretto ed esclusivo.

Gravidanza: attenzione al fegato grasso materno, potenziale minaccia di parto anticipato

Sono necessari ulteriori studi di coorte prospettici, idealmente con misurazioni più dettagliate di potenziali fattori confondenti e l’inclusione di biomarcatori rilevanti, per confermare questi risultati e per delucidare i meccanismi biologici specifici attraverso i quali la MASLD materna potrebbe influenzare la durata della gravidanza. Solo attraverso una comprensione più approfondita di questi meccanismi sarà possibile sviluppare strategie di prevenzione e intervento mirate per ridurre il rischio di parto pretermine nelle donne in gravidanza affette da questa crescente condizione epatica.

Lo studio è stato pubblicato su eClinicalMedicine.

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