L’ultima decisione in casa Google farà molto discutere, ma per Bloomberg è tutto vero. Riguarda l’accettazione o meno di concedere i propri dati all’intelligenza artificiale. Una mossa già fatta da alcuni social Meta, come Facebook e Instagram e ora anche BigG si adegua con tanto di “punizione” verso chi non accetta la nuova policy. In questo periodo, il colosso dei motori di ricerca ha fatto discutere anche per un altro episodio: qualche settimana fa un giudice ha stabilito che l’azienda ha violato la legge antitrust portando a un monopolio illegale.
Cosa dice la nuova policy del motore di ricerca?
Secondo Bloomberg, l’azienda di Mountain View ha aggiornato la policy sul data scraping: gli utenti possono decidere di offrire o meno i propri contenuti all’intelligenza artificiale. Offrendoli, si permette al motore di ricerca di generare risposte automatiche alle domande digitate dagli utenti.
Se, però, ad esempio, dei proprietari di un sito web si rifiutano di fare questa “concessione” vedrebbero la loro creatura penalizzata nei risultati del motore di ricerca e perdono l’accesso a Googlebot che permette l’indicizzazione delle pagine web. Occorre precisare che, quando parliamo di IA di Google, non ci riferiamo a Gemini, ma a AI Overviews, l’intelligenza artificiale utilizzata appositamente per la funzione dedicata alla ricerca.
La sentenza storica degli USA
Google recentemente è stata protagonista in negativo di una sentenza degli Stati Uniti. Agli inizi di agosto 2024, un giudice distrettuale Amit Mehta ha deciso quanto segue: “La corte giunge alla conclusione: Google è monopolista ed ha agito come tale per mantenere la sua posizione”. Il colosso dei motori di ricerca, secondo la sentenza, ha speso miliardi di dollari per violare la legge antitrust e, dunque, avere il dominio mondiale.