Le principali piattaforme digitali stanno bloccando gli annunci politici durante la settimana elettorale per combattere la disinformazione. Ma è davvero efficace o è ormai troppo tardi? Esploriamo insieme le azioni messe in atto da Google, Meta e altre aziende per proteggere la democrazia online.
Le piattaforme bloccano gli annunci politici
Facebook, Instagram, Google e YouTube hanno deciso di bloccare temporaneamente gli annunci politici durante la settimana elettorale per evitare che la disinformazione possa minare la fiducia nei risultati o fomentare disordini. Meta ha iniziato a bloccare nuovi annunci legati a questioni sociali, elezioni o politica già dalla scorsa settimana, e Google seguirà una politica simile dopo la chiusura dei seggi.
In contrapposizione, la piattaforma X ha eliminato il suo divieto di annunci politici dopo che Elon Musk ne ha preso il controllo, e non ha annunciato alcuna pausa in merito.
Perché questo blocco?
L’obiettivo delle piattaforme è impedire che candidati o sostenitori possano tentare di influenzare l’opinione pubblica o dichiarare una vittoria prematura durante il periodo di incertezza, mentre si contano i voti. Tuttavia, gli esperti avvertono che i tagli ai team interni di sicurezza delle piattaforme e il rollback delle loro politiche potrebbero vanificare questi sforzi.
Una marea di disinformazione
Le settimane precedenti all’elezione sono state segnate da una valanga di disinformazione, con accuse infondate su frode nei voti per corrispondenza e altre affermazioni false che hanno minato la fiducia nell’intero processo elettorale. L’aumento dell’uso di strumenti di intelligenza artificiale ha alimentato ulteriormente i timori, poiché immagini, video e audio falsi potrebbero essere usati per dare legittimità a teorie cospirative e accuse infondate.
Le piattaforme digitali come Meta e X hanno ridotto i loro team di sicurezza e modificato le loro politiche di intervento sulla disinformazione. Sacha Haworth, direttore esecutivo del gruppo di controllo Tech Oversight Project, ha sottolineato che questo rappresenta un “drammatico passo indietro” rispetto ai progressi fatti dopo le interferenze online nelle elezioni del 2016 e l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Le misure sono sufficienti?
Imran Ahmed, CEO del Center for Countering Digital Hate, ha affermato che la disinformazione ha continuato a diffondersi negli ultimi quattro anni con un effetto lento ma costante sul sistema elettorale e sulla democrazia. Per Ahmed, una pausa temporanea sugli annunci politici durante la settimana elettorale potrebbe avere un impatto limitato, soprattutto se le piattaforme sono ancora strutturate per promuovere contenuti controversi e polarizzanti a causa dell’elevato livello di coinvolgimento che tali contenuti ottengono.
Le grandi piattaforme come Facebook, YouTube e TikTok affermano che stanno facendo di più oltre alla pausa sugli annunci per salvaguardare la loro integrità durante le elezioni. Ad esempio, puntano a fornire informazioni affidabili sugli elettori, indirizzando gli utenti verso siti ufficiali o organizzazioni neutrali per informazioni su voto, candidati e risultati.
Le contraddizioni nelle politiche delle piattaforme
Le politiche delle piattaforme social durante il periodo elettorale spesso si rivelano complicate da applicare nella pratica. YouTube, ad esempio, afferma di rimuovere i contenuti che promuovono la violenza o incitano all’odio, ma permette ancora video che dichiarano una vittoria prematura per un candidato, purché accompagnati da un pannello informativo con i risultati ufficiali condivisi dall’Associated Press.
Allo stesso modo, Meta non proibisce esplicitamente i post che dichiarano la vittoria di un candidato prima del tempo, anche se tali post potrebbero essere soggetti a una verifica dei fatti. Anche X ha delle policy contraddittorie, affermando di vietare i contenuti progettati per manipolare o interferire nelle elezioni, ma consentendo comunque affermazioni inaccurate sui candidati.
Conclusioni
Le pause sugli annunci politici da parte delle principali piattaforme digitali rappresentano un tentativo importante di limitare la disinformazione, ma gli esperti sostengono che potrebbe essere ormai troppo tardi. Con i tagli ai team di sicurezza e la mancanza di una reale volontà di applicare le politiche già esistenti, la sfida di proteggere la democrazia online è ancora lontana dall’essere vinta.
Se ti interessa la protezione della democrazia e delle informazioni online, condividi questa guida per far conoscere la situazione e stimolare una riflessione collettiva. La responsabilità di un’informazione corretta e sicura è di tutti noi.