Milioni di persone in tutto il mondo riempiono gli armadietti dei bagni di integratori di qualsiasi tipo. Ma sono realmente efficaci? Che impatto hanno sulla nostra salute?
Dalla vitamina A allo zinco, diversi milioni di individui nel mondo assumono integratori alimentari da decenni. Quando gli integratori sono diventati disponibili per la prima volta negli anni ’40, le persone si sono riversate negli esercizi dedicati per fare scorta di queste presunte pillole magiche che promettono di migliorare la salute e il benessere generale, e da allora, il trend è in crescita.
Integratori: perché hanno tanto successo?
I consigli sugli integratori alimentari possono essere trovati ovunque: negli spot pubblicitari, attraverso gli influencer dei social media o semplicemente dai vicini, amici e familiari. In mezzo al mondo dell’iperinformazione, può essere difficile sapere quale integratore, se presente, è quello giusto. Sebbene molti integratori siano certamente benefici per la salute, le prove variano ampiamente ed è importante sapere quali possono giovare alla salute e quali possono essere dannosi.
“Sia in forma di pillola, polvere o liquido, l’obiettivo degli integratori alimentari è spesso lo stesso: integrare la dieta per ottenere abbastanza nutrienti e migliorare la salute”, ha dichiarato Jeffrey Millstein , MD, medico presso Penn Internal Medicine Woodbury Heights .
Gli integratori contengono almeno un ingrediente dietetico, come vitamine, minerali, erbe, prodotti botanici, aminoacidi o enzimi. Alcuni degli integratori più popolari sono disponibili in un multivitaminico (che può aiutare a evitare di assumere una dozzina di pillole al giorno), ma possono anche essere acquistati come integratore autonomo. Il minimo comune denominatore? Sono etichettati come integratori alimentari dietetici . Alcuni integratori alimentari comuni includono:
Calcio;
Olio di pesce;
Echinacea;
Ginseng;
Aglio;
Vitamina D;
Erba di San Giovanni;
Tè verde.
C’è un motivo per cui gli integratori sono così popolari: a volte funzionano:”Oltre a una dieta sana, ci sono prove che alcuni integratori possono apportare benefici al tuo benessere generale con rischi minimi o nulli”, afferma il dottor Millstein. Gli integratori comuni che possono giovare alla salute includono:
La vitamina B12, che può aiutare a mantenere sani i nervi e le cellule del sangue, produrre DNA e prevenire l’anemia;
Acido folico, che può ridurre i difetti alla nascita se assunto da donne in gravidanza;
Vitamina D, che può rafforzare le ossa;
Calcio, che può promuovere la salute delle ossa;
Vitamine C ed E, che possono prevenire il danno cellulare;
Olio di pesce, che può favorire la salute del cuore;
Vitamina A, che può rallentare la perdita della vista dalla degenerazione maculare legata all’età;
Zinco, che può promuovere la salute della pelle e rallentare la perdita della vista dalla degenerazione maculare legata all’età;
Melatonina, che può aiutare a contrastare il jet lag.
Nonostante la quantità di ricerche fatte sugli integratori (dal 1999, il National Institutes of Health ha speso più di 2,4 miliardi di dollari per studiare vitamine e minerali), tuttavia le prove scientifiche non sono del tutto chiare. Tieni a mente: la maggior parte degli studi suggerisce che i multivitaminici non ti faranno vivere più a lungo, non rallenteranno il declino cognitivo o ridurranno le tue possibilità di malattie, come malattie cardiache, cancro o diabete.
“In effetti, è illegale per le aziende affermare che gli integratori tratteranno, diagnosticheranno, preverranno o cureranno le malattie”, ha affermato il dottor Millstein. Inoltre, i prodotti che acquisti nei negozi o online potrebbero essere diversi da quelli utilizzati negli studi, quindi gli studi potrebbero essere fuorvianti.
Nella maggior parte dei casi, è improbabile che i multivitaminici rappresentino alcun rischio per la salute. Tuttavia, è importante essere cauti quando metti qualcosa nel tuo corpo.
Il dottor Millstein ha spiegato che: “Gli integratori possono interagire con altri farmaci che stai assumendo o comportare rischi se hai determinate condizioni mediche, come malattie del fegato, o stai per subire un intervento chirurgico. Inoltre, alcuni integratori non sono stati testati su donne in gravidanza, madri che allattano o bambini e potrebbe essere necessario prendere ulteriori precauzioni”.
Inoltre, i regolamenti federali per gli integratori alimentari sono meno rigidi dei farmaci da prescrizione. Alcuni integratori possono contenere ingredienti non elencati sull’etichetta e questi ingredienti possono essere pericolosi. Alcuni prodotti sono commercializzati come integratori alimentari e contengono effettivamente farmaci da prescrizione al loro interno, farmaci che non sono ammessi negli integratori alimentari.
Alcuni integratori che possono comportare rischi includono:
Vitamina K, che può ridurre l’efficacia dei fluidificanti del sangue;
Gingko, che può aumentare la fluidificazione del sangue;
Erba di San Giovanni, che può rendere meno efficaci alcuni farmaci, come gli antidepressivi e il controllo delle nascite;
Integratori a base di erbe consolida e kava, che possono danneggiare il fegato;
Beta-carotene e vitamina A, che possono aumentare il rischio di cancro ai polmoni nei fumatori. “La cosa più importante da ricordare è essere intelligenti quando si sceglie un integratore”, ha aggiunto il dottor Millstein. Il primo passo dovrebbe essere discutere le opzioni con il medico di fiducia, poiché l’efficacia e la sicurezza di un integratore possono dipendere dalla tua situazione e salute individuale.Inoltre, è importante tenere presenti questi semplici suggerimenti quando scegli un integratore:
Prendi gli integratori come indicato sull’etichetta e le istruzioni del tuo medico.
Leggi l’etichetta, inclusi ingredienti, interazioni farmacologiche e valore percentuale giornaliero (% DV).
Diffidare di affermazioni estreme, come “completamente sicuro” o “funziona meglio di (inserire un farmaco da prescrizione)”.
Ricorda che il termine “naturale” non è necessariamente sinonimo di “sicuro”.
Conservare gli integratori correttamente e lontano dalla portata dei bambini.
Non importa quale siano gli obiettivi quando si assumono gli integratori, una cosa è certa: non sostituiscono una dieta sana e ricca di nutrienti:”Gli integratori devono essere integrativi, nel senso che migliorano i benefici già forniti da una dieta a tutto tondo”, ha concluso il dottor Millstein. Gli integratori non dovrebbero mai essere usati al posto del cibo vero. È importante non sottovalutare ciò che un’insalata ricca di sostanze nutritive può fare per te rispetto a una pillola prodotta in fabbrica.
Vitamine e minerali sono essenziali per aiutare il corpo a svilupparsi e funzionare come dovrebbe. Mentre la maggior parte delle persone ottiene tutto ciò che è raccomandato mangiando sano, altri hanno bisogno di una piccola spinta nutritiva in più. È qui che entrano in gioco gli integratori, fornendoti il supporto di cui il nostro organismo ha bisogno per rimanere in salute.
Marco Fiorani, Presidente Federsalus, ha dichiarato al riguardo della situazione in Italia rispetto agli integratori: “Lo scenario mondiale è articolato con marcate differenze tra USA, Europa ed Asia e spesso anche tra paesi della stessa regione. A livello europeo il processo di armonizzazione si è scontrato con tradizioni di consumo, attitudini e regolamentazioni locali consolidate restie a cedere il passo. Ne sono un esempio le notevoli difficoltà di applicazione delle disposizioni comunitarie su Health Claims e Mutuo Riconoscimento tra i diversi paesi”.
“L’Italia è il principale mercato a valore in Europa per dimensione e crescita (23%) seguito da Germania (13%) Francia (9%) e UK (8%). Con 3,3 miliardi di euro e un trend positivo di +5%, lievemente in flessione rispetto all’anno precedente (+6,7%). Possiamo dire che il mercato italiano è ormai entrato nella fase di maturità, vista la diffusione dei consumi su oltre i due terzi della popolazione adulta, la crescente segmentazione per genere, età, specifici bisogni o frequenza d’uso (maxi-formati) e l’affermazione di brand, insieme a tassi di crescita dimezzati”.
“Elementi peculiari del mercato italiano sono anche la distribuzione prevalente attraverso le farmacie e il ruolo del medico. In farmacia gli integratori rappresentano la maggiore quota a valore dopo il farmaco da prescrizione e il medico è determinante nel processo d’acquisto di alcune importanti categorie di integratori. Il numero delle prescrizioni di integratori è aumentato in due anni del 28%, grazie al contributo soprattuto dei medici di medicina generale, pediatri, ortopedici e ginecologi. A questi, anche se più timidamente, si aggiungono oculisti, neurologi e urologi”.
“FederSalus ha tracciato le linee guida ufficiali sulla qualità dei prodotti e ottenuto il riconoscimento formale di specifiche GMP; è interlocutore di riferimento delle autorità tecniche e politiche nazionali ed europee, è presente a Bruxelles nel board di EHPM (European Health Products Manufacturers) ed ha strutturato una visione chiara e condivisa del progetto associativo per sostenere lo sviluppo del settore”.
“Consideriamo, tuttavia, tutto questo non un traguardo ma un mezzo per rappresentare autorevolmente a livello europeo le istanze del nostro settore e contribuire a creare le condizioni per lo sviluppo industriale a lungo termine in risposta ai moderni bisogni di salute della popolazione, cioè la prevenzione primaria, per stare bene il più a lungo possibile. Resta comunque la necessità che l’integratore venga riconosciuto nella sua specifica identità, ruolo, funzioni, profili di efficacia e sicurezza, diversi e complementari ad alimenti e farmaci, perché possa sviluppare le sue potenzialità”.
“Il comparto italiano degli integratori è molto articolato e frammentato in imprese medio-piccole che competono con grandi multinazionali. La carenza più insidiosa per le aziende del settore a mio parere non è tanto nella dimensione, nelle competenze o nei mezzi disponibili – che pure è notevole in molti casi – quanto nella loro visione di breve o lungo termine. Alcune aziende tendono a sbilanciarsi sulle opportunità di breve termine, rischiando di trovarsi impreparate al cambiamento che inevitabilmente arriverà”.
“Esiste anche un altro tema di ordine generale, che è tipico dell’imprenditoria nazionale e che interessa anche il nostro settore: la riluttanza a fare squadra per affrontare, ad esempio, i mercati esteri. Per sostenere la presenza delle nostre aziende all’estero, FederSalus organizza “partecipazioni collettive” nei principali eventi internazionali e “Padiglioni Italia” con la collaborazione dell’Agenzia ICE (Italian Trade & Investment). Queste iniziative permettono di fare sistema con le Istituzioni e sfruttare al meglio le opportunità offerte dai mercati esteri”.
“Per prospettare agli operatori italiani le moderne opportunità e modalità di approccio del mercato asiatico, a fine gennaio FederSalus ha anche organizzato in collaborazione con l’Istituto di Commercio Estero ed i Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari Esteri un evento-incontro a Milano con i vertici di Alibaba, il principale portale di vendita online in Asia”.
“FederSalus ha avviato un progetto di vision e di creazione di una comune identità di comparto – con il contributo attivo di un pool di primarie aziende e un advisor internazionale – che ha tracciato un percorso basato sulla qualità del prodotto per l’affermazione dell’integratore come presidio della salute, e che si sviluppa in tre fasi:
consolidare una filiera industriale di qualità riconoscibile – dalla formulazione al laboratorio, dalla produzione alla validazione dell’efficacia del prodotto secondo criteri specifici rispetto all’alimento e al farmaco;
realizzare un’informazione efficace e corretta a medici, farmacisti e consumatori;
promuovere l’integratore in prevenzione primaria e nel sostegno ai SSN.
FederSalus si sta strutturando per sostenere e valorizzare la filiera produttiva e l’internazionalizzazione delle imprese italiane verso nuovi mercati geografici, in particolare in Est Europa e Asia, dove la qualità e l’innovazione italiana hanno un valore riconosciuto e distintivo”.
“Realizzare ognuno di questi obiettivi è un passo avanti per rappresentare con forza e autorevolezza le istanze del comparto nelle sedi politiche e tecniche italiane ed europee”.
Per quanto riguarda il consumo effettivo di integratori in Italia, il Censis riferisce che: “Sono 32 milioni gli italiani che consumano integratori alimentari. Lo fanno abitualmente più di 18 milioni (tutti i giorni o qualche volta alla settimana) e più di 4 milioni qualche volta al mese. Li utilizzano maggiormente le persone in età attiva (il 62,8% degli utilizzatori ha tra 35 e 64 anni) e le donne (il 60,5%)”.
” Sono numeri che descrivono un consumo di massa trasversale rispetto a genere, età, livello di scolarità, territorio di residenza, condizione economica. Ad accomunare le scelte di usare gli integratori alimentari da parte di tante persone diverse è il contributo che viene da questi prodotti per la prevenzione e la tutela della salute. È quanto emerge dalla ricerca «Il valore sociale dell’integratore alimentare» realizzata dal Censis e presentata oggi alla XX Convention di Federsalus”.
“Il 57,3% degli italiani ha ricevuto il consiglio di utilizzare integratori alimentari. Tra questi, l’82,4% ha ricevuto il suggerimento da un medico (un medico di medicina generale o uno specialista) o da un farmacista. Per il restante 17,6% il consiglio arriva da canali diversi: familiari, amici, web, tv, riviste. Nel 2018 il 95% del mercato passa da farmacie (86%) e parafarmacie (9%), il residuale 5% dalla grande distribuzione organizzata. L’uso degli integratori alimentari non è l’esito di pulsioni consumiste, ma una tendenza diffusa ispirata dall’obiettivo della prevenzione e della tutela della salute, in cui il medico e il farmacista sono spesso riconosciuti come riferimenti nella scelta e nell’utilizzo”.
“Il 74% degli italiani (l’80% tra i laureati, il 76,9% tra le donne, il 75,1% tra i 35-64enni) che hanno utilizzato integratori alimentari ne valuta positivamente le conseguenze sul proprio organismo. Solo l’1,7% lamenta esiti non positivi”.
“Chi ha assunto integratori alimentari ha registrato effetti positivi in linea con gli obiettivi attesi. Importante è la funzione svolta dagli integratori per la prevenzione. Il 58,1% di chi assume integratori gode di uno stato di salute ottimo o buono. Gli integratori alimentari diventano così una componente stabile di strategie individuali, con il riferimento del medico o del farmacista in gran parte dei casi, per assicurarsi una buona salute”.
” In Italia il mercato degli integratori alimentari ha realizzato nel 2018 un valore di 3,3 miliardi di euro. Siamo al primo posto come quota del mercato europeo (23%), seguiti da Germania (13%), Francia (9%) e Regno Unito (8%). Il settore cresce grazie alla propensione degli italiani a consumare con responsabilità e con grande attenzione agli impatti sulla salute. Questo è il trend sociale che spiega il successo del settore: il valore dei consumi è cresciuto del 126% negli ultimi dieci anni (periodo 2008-2018), a fronte di una riduzione dello 0,8% dei consumi complessivi delle famiglie. Gli addetti del settore sono aumentati del 43,9% nel giro di tre anni (periodo 2014-2017), mentre nell’economia complessiva si registrava solo un +5,3% di occupati”.
“L’export del settore è lievitato del 48,5% negli anni 2014-2017 a fronte del +12% riferito al totale del sistema economico. Se l’economia italiana stenta a ripartire, il settore degli integratori alimentari invece decolla, perché intercetta una nuova attenzione sociale, orientata dai professionisti della salute, a fare prevenzione nella vita quotidiana”.