I nuovi studi rivelano come gli antichi egizi utilizzassero bevande allucinogene durante i rituali, mischiando alcol, fluidi corporei e piante psicotrope per entrare in stati alterati di coscienza. Questa scoperta offre una nuova prospettiva sui rituali magici e religiosi di una civiltà che ancora oggi ci affascina.
La scoperta dei rituali psichedelici egiziani
I ricercatori hanno trovato residui di droghe psichedeliche, fluidi corporei e alcol all’interno di una tazza egiziana di 2.000 anni fa, suggerendo che gli antichi egizi utilizzassero queste sostanze durante rituali particolari. Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a identificare tracce chimiche delle pozioni bevute da tazze decorate con la testa di Bes, una divinità egizia associata alla fertilità, protezione, guarigione e purificazione magica.
Queste tazze con la testa di Bes venivano prodotte per un lungo periodo in Egitto, ma poche sono sopravvissute fino ad oggi, e sono state ritrovate in contesti archeologici diversi, rendendo il loro uso ancora più misterioso. Gli ultimi risultati sono stati pubblicati il 13 novembre sulla rivista Scientific Reports e derivano dallo studio di una tazza di Bes esposta al Tampa Museum of Art.
Cosa contenevano le tazze di Bes?
Branko van Oppen, curatore dell’arte greco-romana al Tampa Museum of Art, ha spiegato che gli esperti si sono sempre chiesti cosa contenessero le tazze con la testa di Bes. Potrebbe trattarsi di acqua sacra, latte, vino o birra, ma finora non era chiaro se queste tazze fossero usate nella vita quotidiana o in contesti religiosi e rituali magici.
Le analisi chimiche e del DNA condotte hanno finalmente rivelato tracce fisiche di piante con proprietà psicotrope e medicinali, confermando sia documenti scritti che miti riguardanti i rituali egiziani. Davide Tanasi, direttore dell’Istituto per l’Esplorazione Digitale dell’Università della Florida del Sud e autore principale dello studio, ha dichiarato: “Con questo studio abbiamo trovato una prova scientifica che conferma una parte dei miti egizi, gettando luce su rituali poco conosciuti che probabilmente venivano eseguiti nelle Camere di Bes a Saqqara, vicino alle Grandi Piramidi di Giza“.
Gli ingredienti del mix egiziano
Gli studiosi hanno condotto il loro studio su una tazza donata al Tampa Museum of Art nel 1984. Analizzando i residui, hanno individuato una sorta di ricetta: base alcolica, agenti aromatizzanti, fluidi corporei umani e ingredienti medicinali e psicotropi.
Le analisi hanno mostrato la presenza di lieviti da fermentazione, suggerendo che la bevanda avesse come base birra o vino, arricchita da aromi come miele, forse gelatina reale, semi di sesamo, pinoli, liquirizia e uva. Gli egizi erano soliti usare l’uva per far sembrare le bevande simili al sangue.
I fluidi corporei trovati includevano probabilmente un mix di sangue, latte materno e muco (forse vaginale, nasale o salivare), che gli studiosi ritengono fossero aggiunti deliberatamente per i loro effetti magici. Tra le piante individuate ci sono il loto blu egiziano e la ruta siriana, noti per le loro proprietà allucinogene, medicinali, inebrianti e sedative. Era presente anche una specie di Cleome, pianta nota per indurre il travaglio o, in dosi elevate, causare aborto.
Il contesto rituale delle tazze di Bes
Secondo gli egittologi, le Camere di Bes a Saqqara erano luoghi visitati dalle persone che cercavano di ottenere una gravidanza di successo, poiché la gestazione nell’antichità era un periodo carico di pericoli. Per questo motivo, la combinazione di ingredienti individuati nella tazza di Bes potrebbe essere stata usata in un rituale magico di induzione a visioni oniriche, legato proprio alla delicata fase della gravidanza.
“Questa ricerca ci insegna molto sui rituali magici del periodo greco-romano in Egitto“, ha affermato van Oppen. Gli antichi egizi conoscevano bene le piante e i loro effetti, e utilizzavano questi ingredienti in rituali magici con l’obiettivo di alterare lo stato di coscienza, creare visioni e raggiungere uno stato di euforia.
Rituali di ebbrezza nell’antico Egitto
I rituali di ebbrezza avevano un ruolo importante in alcuni festival dell’antico Egitto, in particolare durante quelli legati all’inondazione del Nilo. L’acqua del fiume irrigava e fertilizzava i campi, ma era anche associata alla dea dell’Occhio del sole, a volte identificata con Hathor.
Le offerte alcoliche venivano spesso dedicate a Hathor durante le inondazioni, comprese celebrazioni come il Festival dell’Ebbrezza. Le scene tombali raffigurano banchetti dove gli ospiti bevevano abbondantemente, desiderosi di ubriacarsi il più rapidamente possibile, fino a vomitare per l’eccesso. Bes, insieme ad altre divinità simili, spesso fungeva da assistente di Hathor nelle rappresentazioni artistiche egiziane, il che suggerisce che alcune tazze di Bes potrebbero essere state utilizzate durante questi rituali.
Verso nuove scoperte
Gli studiosi sperano di poter analizzare altre tazze di Bes presenti in altri musei, per verificare se tutte contenevano la stessa ricetta. Questo permetterebbe di capire se questi rituali erano eventi singolari o una pratica diffusa.
La scoperta di questi ingredienti nei rituali egiziani ci avvicina a una comprensione più profonda delle pratiche mistiche e religiose dell’antico Egitto, dimostrando ancora una volta quanto questa civiltà continui a sorprenderci con le sue tradizioni magiche e spirituali.
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