Gerty Cori Theresa Radnitz nasce a Praga nel 1896. L’ambiente che le dà i natali è raffinato e intellettualmente stimolante: la madre è una donna volta che appartiene all’alta borghesia ceca, legata a Kafka da un’intensa amicizia; il padre è un chimico che ha sviluppato una tecnologia per i tempi innovativa che consente di raffinare lo zucchero e gestisce diverse raffinerie della città.
Gerty Cori: dall’incontro col futuro marito alle prime importanti scoperte
Gerty viene incoraggiata a studiare, nonostante i tempi siano particolarmente severi per quanto riguarda l’emancipazione femminile. A soli 16 anni, viene spinta da uno zio si iscrive alla facoltà di medicina, nonostante abbia gravi lacune in materie fondamentali tra cui latino, matematica, chimica e fisica. Questo non scoraggia Gerty, che si rimbocca le maniche e da autodidatta recupera in pochi mesi l’equivalente di otto anni di studi di latino e di cinque di scienze e matematica.
Finalmente a 18 anni, fa il suo ingresso all’università di Praga dove incontrerà Carl Ferdinand Cori, che diventerà suo futuro marito. Gerry si laurea nel 1920 e subito dopo sposa Cori che non solo diventerà suo marito, ma il suo più grande collaboratore nella ricerca. Come se non bastasse, lo stesso anno pubblicano il loro primo studio.
Nonostante Cari sia stato reclutato negli anni precedenti per la Grande Guerra e l’esperienza lo abbia provato, questo non basta a fermarlo.
L’unico strascico è la paura che la moglie venga travolta dall’antisemitismo che inizia ad aleggiare nelle atmosfere del tempo. Gerty Cori si troverà a dover fronteggiare sia le discriminazioni che la colpiscono sia come donna, sia come ebrea. Forse è questa la ragione che li spinge a trasferirsi nel 1922 negli Stati Uniti dove conseguiranno nel 1928 la cittadinanza.
I coniugi Cari attivano una collaborazione con lo State Institute for the Study of Malignant Diseases di Buffalo, nello stato di New York, e iniziano a nascere i primi problemi: il direttore infatti chiede a Gerty di interrompere la collaborazione con il marito, poiché considerata sconveniente.
Le accuse sono surreali: Gerky avrebbe un’influenza negativa sulla carriera del marito, e viene accusata di non rispettare i valori americani. Nella società del periodo la moglie doveva stare un passo indietro al marito, se erano due, ancora meglio.
I coniugi Cori ignorano queste intimidazioni e continuano a lavorare insieme, pubblicando nei successivi 5 anni 50 articoli. I coniugi scienziati sono concentrati sullo studio del metabolismo dei carboidrati, con particolare attenzione alle dinamiche che regolano l’assorbimento del glucosio nell’organismo umano e sul ruolo di ormoni come l’insulina e l’adrenalina. Gli studi diventano sempre più intensi ed approfonditi: si passa dal corpo umano all’osservazione dei tessuti ed enzimi isolati.
Sono studi che li impegneranno per anni e grazie ai quali otterranno il Nobel. Gerty e Carl Cori scoprono che l’insulina aumenta l’ossidazione del glucosio e la sua conversione in glicogeno nei muscoli e nel fegato, mentre al contrario l’adrenalina riduce il glicogeno muscolare ed epatico. Dimostrano infine che il glicogeno viene scomposto nel tessuto muscolare sotto forma di acido lattico e quindi risintetizzato nel corpo e immagazzinato come fonte di energia. Questa scoperta è oggi conosciuta con il nome Ciclo di Cori.
I coniugi Cori si trasferiscono nel 1931 alla Washington University di Saint Louis e a parità di competenze a Carl verrà affidato il ruolo di direttore del dipartimento di biochimica, mentre a Gerty verrà inflitta l’ennesima discriminazione: verrà nominata assistente di ricerca, con uno stipendio 10 volte inferiore a quello del marito.
Nonostante l’ennesimo pregiudizio nei suoi confronti in quanto donna, Gerty Cori non getta la spugna ma continua a studiare e nel 1936, i coniugi scienziati regalano al mondo un”altera importante scoperta che riguarda il metabolismo dei carboidrati: isolano il glucosio-1-fosfato, composto intermedio che rende possibile la scissione del glicogeno (successivamente conosciuto come estere di Cori), identificano quindi l’enzima fosforilasi e dimostrano che il glucosio-1-fosfato rappresenta la fase iniziale nel processo di conversione del glicogeno in glucosio.
Gerty Cori: arriva il Nobel per la Medicina
Nel 1947 ricevono il Nobel per la medicina, e Gerty Cori, diventa la prima donna a ricevere il Nobel per aver individuato il processo metabolico responsabile della conversione dell’acido lattico in glucosio: la sua passione per la ricerca è stata più forte di ogni pregiudizio, di ogni discriminazione, di ogni mentalità ottusa incontrata nelle suo cammino.
Nonostante la collaborazione col marito sia stata talmente intensa da rendere impossibile capire i reali contribuiti di entrambi, perché è questo che succede nelle collaborazioni basate su una forte sinergia, Gerty ha subito per più di 40 anni il pressante pregiudizio che come donna era inferiore, vivendo così belle retrovie del mondo accademico, nonostante ne meritasse le luci e il palcoscenico.
La vittoria del Nobel ha dimostrato la sfacciata ipocrisia di quel tempo che non poteva fare a meno di riconoscerle col Nobel di essere una grande scienziata ma che nonostante questo, ha continuato a vessarla perché donna.
Il giorno del Nobel, il marito Carl Cori dichiarò: “I nostri sforzi sono stati in larga parte complementari, l’uno senza l’altra non sarebbe mai arrivato tanto lontano com’è successo lavorando insieme. […] Il fatto che il premio sia stato conferito anche a mia moglie è per me fonte di profonda soddisfazione”.
Gerty scoprirà di essere stata colpita da mielofibrosi, una rara patologia che colpisce il midollo osseo, e nonostante questo, non si risparmia e continua i suoi studi. Morirà dieci anni dopo il Nobel, nel 1957, avendo combattuto la malattia con la stessa energia con la quale combatté un mondo accademico ostile e che non le riconobbe mai i suoi meriti.