Nel dinamico mondo dei videogiochi, il termine “dipendenza da gacha” è emerso come una preoccupazione non indifferente tra molti giocatori.
Il fascino dei giochi gacha, con la loro allettante casualità e la promessa di ricompense rare, può talvolta trasformare un passatempo rilassante in un comportamento potenzialmente compulsivo; vedrai quindi il fenomeno della dipendenza da gacha, facendo luce sulle sue caratteristiche, le possibili conseguenze e le strategie per mantenere un equilibrio sano nel gioco.
Comprendere la dipendenza da Gacha
La dipendenza da Gacha è caratterizzata da un coinvolgimento compulsivo e spesso eccessivo con i giochi gacha, spinto dal desiderio di ottenere oggetti o personaggi rari e ambiti nel gioco e questo comportamento può manifestarsi in vari modi, tra i quali:
- Spese eccessive: spesso comporta l’utilizzo di ingenti somme di denaro reale per acquistare valuta di gioco e finanziare le estrazioni alla ricerca di oggetti rari.
- Estrazioni ossessive: i giocatori possono trovarsi a compiere estrazioni ripetute, anche quando ciò interferisce con altri aspetti della loro vita. La continua ricerca della “prossima grande estrazione” diventa una priorità.
- Trascurare le responsabilità reali: il gioco compulsivo può portare a trascurare lavoro, relazioni o cura di sé; la dipendenza può compromettere le attività e le routine quotidiane.
- Sofferenza emotiva: i giocatori possono provare emozioni intense come frustrazione, delusione o ansia, soprattutto quando le estrazioni non danno i risultati sperati.
- Isolamento: può portare all’isolamento sociale, quando il gioco diventa più importante delle interazioni con gli altri e il mondo virtuale diventa un rifugio dalle difficoltà della vita reale.

Riconoscere i segnali di dipendenza da gacha
Individuare i segnali di dipendenza da gacha è fondamentale, sia per i giocatori stessi che per chi sta loro vicino; ecco alcuni indicatori comuni includono:
- Aumento delle spese: un improvviso e significativo incremento negli acquisti in-app, soprattutto per estrazioni, è un campanello d’allarme.
- Perdita di controllo: difficoltà nel controllare la frequenza e la durata delle sessioni di gioco, anche quando queste hanno effetti negativi sulla vita quotidiana.
- Pensiero fisso sulle estrazioni: pensare costantemente o pianificare le estrazioni gacha, a discapito di altre responsabilità o attività.
- Reazioni emotive intense: rabbia, tristezza o frustrazione quando i risultati delle estrazioni non soddisfano le aspettative.
- Fuga dalla realtà: usare il gioco come mezzo per evitare problemi reali, preferendo il mondo virtuale a quello reale.
- Ritiro sociale: diminuzione delle interazioni sociali o trascuratezza delle relazioni a causa dell’eccessiva concentrazione sul gioco.
Le possibili conseguenze della dipendenza da gacha
La dipendenza da gacha può avere molteplici conseguenze, che impattano diverse aree della vita del giocatore:
- Stress finanziario: le spese eccessive per acquisti in-app possono compromettere il bilancio personale e la stabilità economica.
- Relazioni compromesse: trascurare i rapporti reali a favore del gioco può generare tensioni con familiari, amici e colleghi.
- Problemi lavorativi o scolastici: il gioco compulsivo può ridurre la produttività, far saltare scadenze o causare trascuratezza negli impegni scolastici o lavorativi.
- Salute fisica: lunghe sessioni di gioco possono favorire uno stile di vita sedentario, con conseguenti problemi fisici.
- Benessere emotivo: l’altalena emotiva legata alle estrazioni può influire sulla salute mentale, aumentando stress, ansia o depressione.

Strategie per gestire la dipendenza da gacha
Se tu o qualcuno che conosci state affrontando una dipendenza da gacha, ci sono diverse strategie per ristabilire un rapporto più sano con il gioco:
- Stabilisci limiti di spesa: definisci un budget chiaro e realistico per gli acquisti in-app e molti giochi offrono strumenti per limitare la spesa (o non spendere affatto e pianifica al limite).
- Crea un programma: dedica orari precisi al gioco per evitare un utilizzo eccessivo o impulsivo. Cerca un equilibrio con altre responsabilità.
- Cerca supporto: se il gioco sta impattando negativamente sulla tua vita, parlane con amici, familiari o un professionista della salute mentale.
- Fai delle pause: prendi periodicamente delle pause dal gioco per valutarne l’impatto. Dedica quel tempo ad altre attività.
- Coltiva altri interessi: sviluppa hobby e passioni al di fuori del gaming. Questo riduce la dipendenza emotiva dalle estrazioni gacha.
- Partecipa a comunità sane: unisciti a community che promuovono una visione equilibrata del gioco. Condividere esperienze può essere utile.
- Usa il controllo parentale: per i giocatori più giovani, i genitori possono impostare limiti e controlli per gestire spese e tempo di gioco.

Strategia definitiva: cambia proprio tipologia di gioco
Questa l’ho messa come paragrafo a sé perché, inutile girarci attorno: se un videogioco non è più funzionale al tuo benessere, o peggio, proprio la struttura: meglio cambiare? Fortunatamente le alternative non mancano, tra titoli a poco prezzo sia su PC che su console.
In generale però evita tutto ciò che non paghi a livello videoludico, a meno che non sia open source, così magari oltre che a divertirti… impari pure a programmare.
Cosa lega una persona ad un videogioco gacha: il ruolo della dopamina
Il legame tra un giocatore e un videogioco gacha non è casuale: alla base vi è un sofisticato sistema di ricompense intermittenti che stimola il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore legato alla motivazione e all’anticipazione del piacere; in breve: ogni “pull” o estrazione agisce come una scommessa, con una probabilità variabile di ottenere un premio raro.
È proprio l’incertezza della ricompensa, e non la ricompensa stessa, a rinforzare il comportamento: il cervello entra in uno stato di attesa costante, simile a quello che si verifica nel gioco d’azzardo: ,a non è solo una questione chimica!
A influire ci sono anche dinamiche sociali (come la pressione del gruppo o la condivisione dei risultati online), elementi narrativi coinvolgenti, e la sensazione illusoria di controllo offerta da meccaniche come il “pity system“.
Questi fattori si combinano creando un ambiente psicologicamente carico, capace di mantenere il giocatore agganciato anche quando l’esperienza smette di essere divertente e inizia a diventare compulsiva.
Tutto ciò lo conferma anche uno studio pubblicato su Information (MDPI, 2023), secondo cui oltre l’80% dei partecipanti ha speso denaro reale nei giochi gacha, spesso senza percepire di avere un problema, evidenziando come i meccanismi di gioco (inclusi eventi a tempo limitato e ricompense visivamente accattivanti) riescano a eludere la consapevolezza critica dei giocatori e ad alimentare comportamenti impulsivi e ripetitivi.
Meccanismi psicologici di come questi giochi ti catturano
Uno degli aspetti più insidiosi dei giochi gacha è il modo in cui riescono a “catturare” progressivamente l’utente; nelle fasi iniziali, il gioco offre generose ricompense gratuite, facendo credere al giocatore di poter ottenere tutto (o quasi) senza spendere nulla.
È una strategia deliberata: abbassare le difese e far scattare un primo legame positivo, costruendo l’illusione di un sistema equo e vantaggioso, ma in realtà, ciò che si innesca è un meccanismo psicologico ben noto: la ricompensa intermittente, lo stesso principio alla base delle slot machine. Le risorse vengono distribuite in modo irregolare e parziale: ti manca sempre “un pezzo” per completare qualcosa (un personaggio, un’arma, un potenziamento, etc.) e questo crea una tensione interna che spinge il giocatore a insistere.

A questo si aggiunge la FOMO (Fear of Missing Out), ovvero la paura di perdersi eventi esclusivi o personaggi disponibili solo per un tempo limitato e l’utente viene così spinto a giocare (e spendere) non solo per desiderio, ma per ansia da esclusione; questo mix di aspettative positive, frustrazione controllata e pressione temporale è progettato per spingere l’individuo in un ciclo di ingaggio continuo, dove la libertà di scelta si fa sempre più sottile.
Il legame tra dipendenza da gacha e gioco d’azzardo
Sebbene molte ricerche sul legame tra loot box e dipendenza si concentrino sugli adolescenti, come evidenziato dallo studio del 2019 pubblicato su Royal Society Open Science, la realtà odierna dei gacha game racconta una storia diversa.
Attenzione che anche se i giochi gacha esistono da anni, lo studio della Royal Society Open Science prende in esame giocatori dai 16 ai 18 prima della loro popolarità, nel caso dei titoli popolari odierni l’età media si alza non di poco.

Titoli come Genshin Impact, Honkai: Star Rail o Blue Archive mostrano come l’età media dei giocatori si sia alzata, spesso attestandosi tra i 20 e i 35 anni e questo non li rende meno vulnerabili, anzi!
Se l’adolescente può essere frenato da limiti esterni (genitori, scuola, mancanza di carta di credito), l’adulto ha accesso diretto al proprio denaro e giustificazioni razionali più complesse: “è solo un gioco“, “me lo merito“, “è il mio modo di rilassarmi dopo il lavoro“.
La dipendenza si maschera così da passatempo legittimo, diventando una forma sofisticata di auto-sedazione emotiva, capace di consumare risorse economiche e mentali in modo costante e silenzioso; la narrazione del “gioco per tutti” si scontra quindi con una dinamica psicoeconomica precisa: il gacha non fa distinzioni d’età, ma si adatta al profilo dell’utente per colpirlo con maggiore efficacia.
Chi ha esperienze pregresse con dipendenze (fumo, alcol, gioco d’azzardo, etc.) è più vulnerabile?
Chi ha già affrontato in passato una dipendenza (che si tratti di fumo, alcol, sostanze o gioco d’azzardo) è clinicamente più vulnerabile ai meccanismi psicologici dei giochi gacha.
Studi di neuropsicologia comportamentale come Addiction circuitry in the human brain e pubblicato su Annual Review of Pharmacology and Toxicology e Neurobiology of addiction pubblicato su PubMed hanno dimostrato che le dipendenze, anche una volta superate, lasciano una “traccia neurale” nelle strutture cerebrali coinvolte nel circuito della ricompensa, come il nucleus accumbens, l’amigdala e la corteccia prefrontale; pertanto i gacha attivano questi stessi circuiti attraverso la ricompensa variabile, provocando un rilascio dopaminergico simile a quello generato da una sigaretta, un bicchiere di alcol o una slot machine.

Un altro recente studio pubblicato su Science Direct ha evidenziato che il design dei sistemi di loot box e gacha imita deliberatamente le dinamiche del gioco d’azzardo.
La vulnerabilità aumenta ulteriormente perché, a differenza delle dipendenze più riconosciute, quella da gacha è socialmente accettata e raramente percepita come un problema e questo impedisce all’individuo con un passato problematico di attivare i suoi meccanismi di difesa e riconoscere il rischio; in altre parole i gacha si presentano come “dipendenze mascherate da intrattenimento”, capaci di riaprire cicli compulsivi proprio là dove sembrava esserci una guarigione.
La correlazione tra esperienze di dipendenze pregresse e videogiochi gacha: un vuoto nella letteratura scientifica
Nonostante l’ampia mole di studi sui loot box, sul rilascio dopaminergico e sulle dinamiche psicologiche dei giochi gacha, nessuna ricerca ha ancora analizzato in modo diretto la correlazione tra dipendenza da gacha e precedenti storie di dipendenza comportamentale o chimica.
È una lacuna significativa, considerando che molti meccanismi alla base delle gacha addiction ricalcano fedelmente quelli del gioco d’azzardo o dell’abuso di sostanze: craving, ricompensa intermittente, tolleranza, ricaduta.

In assenza di dati formali, si può però ragionevolmente ipotizzare, alla luce dei modelli neurobiologici di dipendenza (Koob & Volkow, 2016), che soggetti con precedenti di fumo, alcolismo o ludopatia possano sviluppare una sensibilità aumentata alle dinamiche manipolative dei giochi gacha, specialmente quando mascherate da innocuo “free-to-play”.
Questo vuoto evidenzia l’urgenza di nuove ricerche trasversali, che uniscano psicologia, neuroscienze e game studies per mappare in modo più completo il profilo di rischio degli utenti adulti nei confronti di queste meccaniche.
Conclusione
Se ti dicono “se non ti sta bene com’è fatto il gioco_gacha_del_momento va a giocare a Minecraft!” quasi fosse un insulto, beh, probabilmente ti sta dando invece un ottimo consiglio, altro che insulto!
Oppure “se non ti sta bene com’è fatto il gioco, perché non te ne fai uno tu?“, ironicamente questo invito ad imparare a programmare potrebbe essere veramente ottimo, invece!
Scherzi a parte, purtroppo si tratta di una dipendenza ancora non propriamente studiata in correlazione ad altre dipendenze nell’ambito scientifico, del resto tutti questi titoli sono gratuiti e in qualche modo bisognerà monetizzare anche sugli irriducibili che non spenderanno mai un centesimo.
Quello che oggi chiamiamo “free-to-play” è spesso un esperimento comportamentale mascherato da gioco e se la scienza non ha ancora studiato a fondo questa dipendenza, non significa che non esista, significa solo che sta agendo indisturbata, sotto la soglia del riconoscimento.
E riconoscerla, nominarla, raccontarla… è già un primo passo per liberarsene.