Una nuova ricerca ha evidenziato la possibilità che l’esposizione al fumo passivo durante le gravidanza e nei primi anni dell’infanzia potrebbe essere collegata ai sintomi di disturbo da deficit di attenzione / iperattività (ADHD).
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.
Fumo passivo e disturbo ADHD: ecco cosa dice la ricerca
Gli studiosi Li-Zi Lin, Ph.D., dell’Università Sun Yat-sen di Guangzhou, in Cina insieme ad un team di esperti hanno studiato le correlazioni tra esposizione prenatale, postnatale precoce o attuale al fumo passivo (SHS) con sintomi e sottotipi di ADHD in uno studio trasversale che si è basato su un campione di circa 48.612 soggetti dai 6 ai 18 anni.
Gli scienziati hanno osservato che i bambini che erano mai stati esposti con una certa costanza a SHS dalla gravidanza all’infanzia possedevano più possibilità di riscontrare i sintomi e sottotipi di ADHD rispetto ai loro coetanei non esposti (gli odds ratio variavano da 1,46 a 2,94; 1,50 per sempre esposti e 2,88 per sempre esposti ). Le probabilità di avere sintomi di ADHD crescevano per i bambini con esposizione a SHS quando esposti nel periodo, nel periodo postnatale precoce o nel periodo corrente (odds ratio, rispettivamente 2,28, 1,47 e 1,20) rispetto ai loro coetanei non esposti.
Le probabilità di avere sintomi e sottotipi di ADHD invece aumentavano per i bambini i cui padri fumavano 10 o più sigarette al giorno sia nei giorni feriali che nei fine settimana rispetto ai loro coetanei non esposti (gli odds ratio variavano da 1,48 a 2,25).
“I nostri risultati evidenziano l’importanza di rafforzare gli sforzi della salute pubblica per ridurre l’esposizione a SHS, che può ridurre la salute e gli oneri economici delle persone con ADHD“, hanno concluso gli autori.