Un insieme di fossili scoperti in Cina sta suscitando grande interesse tra gli scienziati, sfidando la comprensione attuale sull’evoluzione umana. Frammenti di cranio, denti e mandibole, datati tra 300.000 e 100.000 anni fa, potrebbero appartenere a una specie umana finora sconosciuta.
Secondo Christopher Bae, antropologo dell’Università delle Hawaii, e Wu Xiujie, paleontologo dell’Istituto di Paleontologia di Pechino, questi fossili mostrano caratteristiche uniche, come un cranio estremamente grande, con una capacità cranica stimata tra 1.700 e 1.800 centimetri cubici, superiore a quella dell’Homo sapiens. I ricercatori hanno proposto di classificare questi fossili sotto una nuova specie chiamata Homo juluensis, un nome che in cinese significa “testa enorme”.
Riscoprire il passato
Molti dei fossili sono stati raccolti negli anni ’70 e ’80, ma all’epoca erano stati considerati intermedi tra Homo erectus e Homo sapiens, in linea con la teoria multiregionale dell’evoluzione umana. Tuttavia, il consenso scientifico odierno sostiene la teoria “out of Africa”, secondo cui l’Homo sapiens si è originato in Africa prima di migrare nel resto del mondo. Questo cambiamento di paradigma ha spinto gli scienziati a riesaminare i fossili con tecniche più avanzate.
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Tra i siti più rilevanti c’è Xujiayao, dove sono stati trovati 21 fossili appartenenti a 16 individui vissuti tra 200.000 e 160.000 anni fa. Altri ritrovamenti includono crani parziali rinvenuti a Xuchang e un cranio riscoperto di recente a Harbin, noto come “Dragon Man”.
Il dibattito scientifico
La proposta di Bae e Wu ha sollevato discussioni. Molti scienziati, come Ryan McRae del Museo Nazionale di Storia Naturale Smithsonian, ritengono che sia prematuro classificare i fossili come una nuova specie senza prove genetiche che colleghino i ritrovamenti ai Denisoviani, una popolazione umana estinta nota principalmente attraverso il DNA.
Il fossile noto come “Dragon Man”, classificato come Homo longi, potrebbe offrire un legame tra i fossili cinesi e i Denisoviani. Tuttavia, alcuni esperti, tra cui Chris Stringer del Museo di Storia Naturale di Londra, ritengono che molti fossili attribuiti a Homo juluensis siano più simili a Homo longi.
Una storia ancora da scrivere
L’identificazione di nuove specie umane è un processo complesso, spesso soggetto a revisioni. La mancanza di fossili completi e la necessità di dati genetici rendono difficile una classificazione definitiva. Tuttavia, questa scoperta sottolinea quanto sia intricata e affascinante la storia dell’evoluzione umana.
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