La scienza non smette mai di sorprenderci, ma stavolta è toccato a due minuscoli fossili, vecchi di 150 milioni di anni, raccontarci una storia che finora era rimasta sepolta nei calcari di Solnhofen, nel sud della Germania.

Un team di paleontologi dell’Università di Leicester ha infatti scoperto la causa della morte di due cuccioli di pterosauro (Pterodactylus), animali volanti che dominarono i cieli del Mesozoico e i risultati, pubblicati sulla rivista Current Biology, mostrano che furono vittime di violente tempeste tropicali.
Le tempeste che scrivono la storia
I due piccoli, ribattezzati con ironia Lucky e Lucky II, avevano un’apertura alare di appena 20 centimetri. Le loro ossa sono giunte a noi intatte, quasi come se la morte fosse avvenuta di recente; entrambi, però, presentano la stessa frattura netta all’omero, tipica di una torsione violenta causata da raffiche di vento.

Feriti e incapaci di volare, precipitarono nella laguna di Solnhofen, dove annegarono. Le onde e i fanghi fini sollevati dalla tempesta li seppellirono rapidamente, garantendo una conservazione eccezionale.
“Gli pterosauri avevano scheletri leggerissimi, perfetti per il volo ma pessimi per la fossilizzazione“, spiega Rab Smyth, autore principale dello studio. “Le probabilità di trovarne uno sono già basse, ma imbattersi in fossili che raccontano anche come l’animale è morto è davvero rarissimo.“
Perché tanti piccoli, ma pochi adulti?
Il sito di Solnhofen è celebre per i fossili straordinari, dall’Archaeopteryx a pesci e crostacei; ma c’era un enigma: perché sono stati trovati centinaia di pterosauri giovanissimi e quasi nessun adulto completo?
La risposta sembra essere nelle tempeste. I piccoli, inesperti e fragili, venivano spazzati via e affondavano subito nella laguna, finendo intrappolati nei sedimenti e gli adulti, più resistenti, sopravvivevano, e quando morivano spesso galleggiavano per giorni o settimane, perdendo parti del corpo che raramente si fossilizzavano.

“Per secoli si è pensato che la laguna fosse popolata soprattutto da pterosauri piccoli“, racconta Smyth. “Ora sappiamo che non è così: la maggior parte erano cuccioli trascinati dalle tempeste, provenienti da isole vicine.“
Quando la scienza incontra l’emozione
Il co-autore David Unwin ricorda l’emozione della scoperta: “Quando Rab ha trovato Lucky, pensavamo fosse un caso isolato. Ma un anno dopo, con Lucky II, abbiamo capito che era la prova di un fenomeno diffuso. E quando lo abbiamo osservato sotto le lampade UV, è letteralmente saltato fuori dalla roccia davanti a noi. È un momento che non dimenticheremo mai.“
Una finestra sul passato
La ricerca dimostra come eventi catastrofici, apparentemente distruttivi, abbiano contribuito a scrivere la storia della vita sulla Terra, lasciandoci testimonianze preziose; e così, due cuccioli di pterosauro, morti in una tempesta del Giurassico, oggi raccontano al mondo un pezzo della loro epoca.