Una scoperta paleontologica microscopica ma fondamentale potrebbe far riscrivere i libri di biologia. Un minuscolo fossile di pesce lungo appena 4 centimetri, è stato rinvenuto nel sud-ovest dell’Alberta (Canada) e rappresenta una nuova specie appartenente agli otofisiani, il supergruppo che comprende carpe, pesci gatto e tetra.

Battezzato Acronichthys maccognoi, questo pesce preistorico risale al tardo Cretaceo, la stessa epoca del Tyrannosaurus Rex, e apre una nuova finestra sull’evoluzione dei pesci d’acqua dolce, oggi predominanti nei laghi e fiumi di tutto il mondo.
La ricerca, pubblicata il 2 ottobre sulla rivista Science, è stata condotta da un team internazionale guidato dalla Western University e dal Royal Tyrrell Museum of Palaeontology, con l’aiuto di ricercatori da USA e Canada.
Una radiografia da supereroe del fossile
Quello che rende unico Acronichthys è la sua struttura interna: i primi quattro segmenti vertebrali sono modificati in modo da trasmettere vibrazioni dalla vescica natatoria all’orecchio interno, una sorta di sonar integrato naturale ed è un tratto distintivo degli otofisiani, che utilizzano questa struttura per percepire suoni in modo simile agli esseri umani.

A occhio nudo si nota già qualcosa di strano, ma è grazie alle scansioni micro-CT, effettuate con fasci di luce di sincrotrone in Canada e negli Stati Uniti, che i ricercatori sono riusciti a ottenere immagini 3D dettagliate e non invasive dello scheletro fossilizzato.
“Molti fossili sono così fragili che non possiamo nemmeno staccarli dalla roccia senza distruggerli,” ha spiegato Lisa Van Loon, una delle studiose coinvolte. “Le micro-CT ci permettono di esplorare l’interno senza toccare nulla: è come avere una super vista a raggi X.”
Dal mare ai fiumi: un doppio salto evolutivo
Finora si pensava che gli otofisiani si fossero evoluti in ambienti d’acqua dolce. Invece, Acronichthys sembra dimostrare che la transizione dall’ambiente marino a quello dolce sia avvenuta almeno due volte nel corso dell’evoluzione.

Secondo le nuove stime, il passaggio cruciale sarebbe avvenuto circa 154 milioni di anni fa, nel Giurassico superiore, poco dopo che la Pangea aveva iniziato a frammentarsi. Ma c’è un mistero: come hanno fatto questi pesci d’acqua dolce a colonizzare continenti separati, se non potevano nuotare negli oceani salati?
Una domanda che, per ora, rimane aperta e affascina tanto quanto il mistero delle rotte migratorie dei Pokémon leggendari.
E i dinosauri? Stavolta fanno da sfondo
“I dinosauri ci piacciono, ma è tempo di dare spazio anche ai pesci,” afferma Don Brinkman, curatore emerito del Royal Tyrrell Museum. “C’è un mondo sommerso nella storia dell’evoluzione che ancora non conosciamo, e questo piccolo fossile trovato in Canada potrebbe essere la chiave per decifrarlo.”
In altre parole, dietro le luci della ribalta tirannosaurica si nasconde una vera e propria saga acquatica che ha plasmato gli ecosistemi moderni.
Perché questo fossile è una scoperta così importante?
Perché la storia dell’evoluzione è, a conti fatti, una grande lore biologica che si aggiorna con ogni scoperta; e se un piccolo pesce può rivelare come si sono diffuse le specie che oggi popolano ogni lago e ogni fiume del mondo… è come trovare un DLC nascosto nel codice sorgente della Terra.
Che tu sia un fan di Jurassic Park, un paleontologo da tastiera o semplicemente curioso, questa notizia è la prova che anche le piccole scoperte possono cambiare il grande schema delle cose.