Il governo francese sta cercando di dare alle autorità il potere di sondare i social media per segni di elusione fiscale e frode, la mossa migliorerebbe in modo significativo l’apparato di sorveglianza dello stato nel mondo online, consentendogli di raccogliere masse di dati pubblici, così da identificare le discrepanze tra le entrate dichiarate da un cittadino e lo stile di vita che condividono sui social media.
“Per esempio sarà in grado di rilevare che se hai numerose foto di te con un’auto di lusso mentre non hai i mezzi per possederne una, a quel punto allora forse tuo cugino o la tua ragazza te l’hanno prestata, o forse no”;
questo è quanto ha detto il ministro del bilancio francese Gérald Darmanin alla serie TV business francese Capital. Egli è tra l’altro colui il quale ha proposto questo piano nel progetto di legge di bilancio del 2020, usando tra l’altro, come esempio di buona riuscita, il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove questa pratica è stata utilizzata con successo.
Ai sensi di un articolo del progetto di legge, che è stato rivisto e approvato dal comitato finanziario dell’Assemblea nazionale, le autorità doganali e fiscali sarebbero autorizzate a effettuare un “esperimento” triennale nel monitoraggio dei dati, con l’utilizzo di una intelligenza artificiale specificatamente sviluppata per scrutinare tutti i social di un soggetto.
Tutto ciò perché? Per fare uno sgarbo ai cittadini? No, anzi è solo per cercare di fermare l’evasione fiscale che si stima sia costata al governo francese tra gli 80 e i 100 miliardi di euro nel 2017 e da 60 a 80 miliardi di euro nel 2013, secondo Solidaires Finances Publiques, il più grande sindacato che rappresenta le autorità fiscali francesi.
Il partito del presidente Emmanuel Macron detiene la maggioranza dei seggi nella camera bassa, che dovrebbe superare la disposizione e il resto del conto entro la fine dell’anno, e la sua approvazione da parte del comitato finanziario della casa aumenta le possibilità che venga pienamente adottato.
“Un esperimento senza obiettivi è uno scherzo”
ha dichiarato Arthur Messaud, un esperto legale del gruppo francese di difesa della libertà su Internet La Quadrature du Net.
“Stiamo mettendo il gatto tra i piccioni consentendo il monitoraggio generalizzato di Internet per tutto e per tutti”.
Il watchdog francese dei dati, CNIL, noto in Europa per essere un fedele difensore dei diritti alla privacy, ha anche sottolineato in una dichiarazione i rischi che la politica avrebbe comportato per le libertà individuali, pur riconoscendo che gli obiettivi del governo erano legittimi; il sistema, tuttavia, ha i suoi difetti poiché le autorità sono limitate a visualizzare i profili dei social media pubblici, nulla può essere visto se gli utenti rendono i loro account privati inoltre, come dichiara Antoine Colonna D’Istria, un associato degli uffici parigini dello studio legale globale Norton Rose Fulbright, quando si parla di Internet, la giurisprudenza francese è piuttosto restrittiva e i giudici sono più reticenti nell’ammettere prove che provengono direttamente da internet, infatti gli utenti possono fantasticare mettendo foto prese da google, foto che tra l’altro potrebbero essere state ritoccate usando dei software.
Al momento la situazione è in stallo, vedremo come si evolverà.