Un’equipe interdisciplinare di ricercatori dell’Università del Texas a Sant’Antonio ha sviluppato un farmaco inibitore innovativo che ha mostrato risultati incoraggianti nel trattamento dell’obesità e nella prevenzione delle malattie cardiache.
Francis Yoshimoto, assistente professore presso il Dipartimento di Chimica dell’UTSA College of Sciences, ha capitanato una squadra di studiosi che ha sviluppato un farmaco anti-obesità che blocca gli effetti del citocromo P450 8B1, l’enzima legato all’assorbimento del colesterolo e all’obesità.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Steroids.
Farmaco inibitore del citocromo P450 8B1: ecco come agisce
Yoshimoto ha collaborato con Eunhee Chung, professore associato presso il Dipartimento di Kinesiologia dell’UTSA College of Health, Community and Policy per testare il nuovo farmaco inibitore del citocromo P450 8B1.
Dopo averlo progettato e sintetizzato, Yoshimoto ha inviato campioni di prova al laboratorio finanziato dal National Institutes of Health di Chung, insieme al suo gruppo di collaboratori ha potuto condurre ricerche sugli effetti dei composti bioattivi (sostanze chimiche presenti in piccole quantità nelle piante e in alcuni alimenti) e su come il nuovo composto può essere usato per trattare l’obesità e i disturbi metabolici associati.
“Crescendo, sognavo di aiutare i miei familiari, che erano affetti da obesità, malattie cardiache e altre condizioni mediche“, ha dichiarato Yoshimoto: “Questo sogno si sta trasformando in realtà, poiché abbiamo sviluppato una piccola molecola che può essere utilizzata per combattere l’obesità, un problema riscontrato in molte famiglie in tutto il mondo”.
“Come fisiologo, credo davvero che l’esercizio sia la migliore medicina per combattere le malattie non trasmissibili“, ha aggiunto Chung: “Purtroppo, l’aderenza all’esercizio è piuttosto bassa e la prevalenza dell’obesità è in continuo aumento. Sulla base di dati promettenti, ho grandi speranze di testare ulteriormente l’inibitore del dottor Yoshimoto”.
Il farmaco inibitore dell’UTSA ha il potenziale per fermare l’attività di P450 8B1, l’enzima che crea l’acido colico nel corpo. Questa inibizione, a sua volta, diminuisce l’assorbimento del colesterolo. Questo processo può essere la chiave per il trattamento dei disordini metabolici associati all’obesità e di altre malattie legate all’obesità, come le malattie cardiache e il diabete.
La studio dell’equipe di ricercatori ha osservato per sette giorni i risultati della terapia con il farmaco inibitore: il risultato è stato una diminuzione dei livelli di glucosio nel sangue, nonostante fossero stati alimentati con una dieta ricca di grassi e ricca di saccarosio, senza influire sul loro peso corporeo.
I risultati dimostrano come un farmaco inibitore P450 8B1 potrebbe portare a un profilo metabolico più sano e il suo potenziale potrebbe portare allo sviluppo di una strategia terapeutica per il trattamento della resistenza all’insulina associata all’obesità.
“Questi risultati mostrano come la nostra ricerca sulla chimica sintetica possa contribuire in modo significativo al benessere della società curando l’obesità e le malattie cardiache”, ha concluso Yoshimoto.
Sempre secondo l’OMS: “In Italia sono 18 milioni gli adulti in sovrappeso (35,5%) e 5 milioni (secondo Italian Obesity Barometer Report) quelli obesi, ovvero una persona su dieci. Inoltre, 3 bambini su 10 (29,8%, stando a un’indagine di OKKio alla Salute per WHO European Childhood Obesity Surveillance Initiative – Dati 2019) sono in sovrappeso e fra questi 1 è obeso (9,4%). Siamo secondi solamente a Cipro e quasi allo stesso livello di Grecia e Spagna, con una prevalenza di bambini in eccesso di peso al sud”.
Negli ultimi trent’anni i soggetti in sovrappeso sono aumentati del 30% e l’obesità è aumentata del 60%. Nell’ottica della pandemia mondiale da Covid-19, l’obesità è una delle cause più frequenti di comorbilità nei decessi per coronavirus, con in più diagnosi di ipertensione, diabete e a un sistema immunitario meno efficiente.
“Le proiezioni sono allarmanti: nel 2030 rischiamo, infatti, di assistere al raddoppio della prevalenza di obesità, che sommata al sovrappeso, costituirà circa il 70% della popolazione, con un enorme impatto clinico ed economico, essendo l’obesità responsabile di alcune forme di tumore, del diabete e di malattie cardiovascolari”, ha dichiarato di Antonluca Matarazzo, direttore generale di Fondazione Valter Longo Onlus.