Brutta battuta d’arresto per Firefly Aerospace. Il razzo Alpha, destinato al settimo lancio della compagnia, è andato distrutto durante un test a terra nella struttura di Briggs, in Texas. L’incidente arriva in un momento delicato, dopo lo stop seguito ai problemi riscontrati nel corso del sesto volo.
Solo pochi giorni prima dell’esplosione, l’amministratore delegato Jason Kim aveva dichiarato che i lanci sarebbero ripresi entro poche settimane. Ora la tabella di marcia si complica.
Una storia di alti e bassi

Il percorso di Alpha non è mai stato lineare. Al debutto, nel settembre 2021, il razzo non riuscì a raggiungere l’orbita a causa dello spegnimento prematuro di un motore. Seguirono i voli 2 e 3, che andarono meglio portando alcuni satelliti nello spazio, ma la quarta missione si concluse con un problema di navigazione al secondo stadio.
Il quinto volo aveva dato fiducia con un successo pieno, ma il sesto, nell’aprile 2025, è stato un nuovo passo indietro: a meno di tre minuti dal decollo, un’anomalia ha distrutto l’ugello del motore compromettendo la missione.
Il contratto con Lockheed Martin
Alpha è parte di un accordo con Lockheed Martin, che prevede fino a 25 missioni. Questo rende ancora più pesante l’impatto del fallimento del test a terra, perché potrebbe rallentare non solo i programmi interni di Firefly, ma anche quelli dei partner industriali.
Non solo Alpha: arriva Eclipse
Parallelamente, Firefly lavora insieme a Northrop Grumman a un nuovo razzo, battezzato Eclipse, il cui primo lancio è previsto entro la fine del 2026. Un progetto che potrebbe ridare slancio all’azienda, sempre più attenta a differenziare le proprie capacità di lancio.
Per quanto riguarda Alpha, però, resta il punto interrogativo: quanto tempo servirà prima che torni operativo? Dopo l’incidente in Texas, le prospettive immediate sono tutt’altro che chiare.
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