Secondo alcune indiscrezioni pubblicate sul The Information, Facebook ha iniziato a lavorare sullo sviluppo di un proprio sistema operativo, con il principale obiettivo di ridurre la dipendenza dai servizi offerti da Google e Apple. Tra i responsabili del progetto sarebbe presente anche Mark Lucovsky, un ex dipendente di Microsoft che faceva attivamente parte del team di sviluppo dietro Windows NT.
Il social network non ha ancora rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale, ma il responsabile della divisione AR e VR ha voluto sottolineare la possibilità che in futuro i dispositivi prodotti da Facebook non debbano sfruttare nessun software fornito da società esterne.
Questa necessità nasce dal fatto che gli attuali prodotti legati ad Oculus e Portal utilizzano una versione personalizzata di Android. Proprio per questo motivo risulta comprensibile la scelta di Facebook di voler sviluppare un proprio ecosistema hardware e software.
Lo sviluppo di un nuovo sistema operativo non è un’impresa facile, ed è utile ricordare che in passato Facebook aveva già provato a lanciare un proprio OS all’interno del Facebook Phone con pessimi risultati sotto ogni punto di vista.
La scelta della società sembra anche essere legata alla progettazione dei nuovi occhiali AR, che potremo iniziare a vedere solo tra alcuni anni.
I dispositivi a realtà aumentata non sono gli unici progetti in cantiere, infatti la società sarebbe al lavoro per creare un nuovo tipo di processore, ed un assistente vocale competitivo. Tutti questi progetti dimostrano una profonda voglia di svincolare il marchio Facebook dal semplice social network, cercando di trovare fortuna in ogni settore tecnologico.
La conferma di questa espansione è compatibile con l’apertura dei nuovi uffici a Burlingame, una città a circa 20 chilometri dalla sede principale dell’azienda.
I nuovi uffici coprono una zona di 6.500 metri quadrati e con una capienza massima di 4000 dipendenti ancora non si conosce per cosa saranno esattamente utilizzati.
Sembra proprio che nemmeno i recenti scandali legati alla privacy siano stati in grado di fermare il colosso statunitense.