Il lancio dei robotaxi Tesla sta facendo parlare di sé — e non in senso buono. Dopo violazioni del codice stradale, manovre discutibili e video virali, arriva ora un nuovo episodio che riaccende i riflettori sull’affidabilità del sistema di guida autonoma di Elon Musk.
Un video diffuso in rete mostra un robotaxi intervenuto manualmente dal suo supervisore umano per evitare uno schianto con un camion UPS in retromarcia. Un gesto che smentisce, ancora una volta, la promessa di “guida senza supervisione”.
Il video: la Model Y non vede il camion, l’umano salva tutto
Il filmato, pubblicato dall’influencer pro-Tesla Dave Lee e segnalato da Teslarati, mostra un robotaxi — una Model Y modificata — intento a completare una manovra di fermata per il drop-off del passeggero. Fin qui tutto bene, se non fosse che il veicolo non rileva un camion UPS con le luci di retromarcia accese che sta occupando proprio la stessa area.
La Tesla si avvicina pericolosamente al mezzo, e solo l’intervento manuale del safety monitor, che tocca il pulsante “Stop In Lane” sullo schermo touchscreen, evita la collisione. Un tasto panico, sì — ma in formato software, come da manuale Silicon Valley.
Secondo Teslarati, questo sarebbe il primo caso documentato di intervento diretto da parte di un safety monitor Tesla in una situazione critica.
Non è un caso isolato: ecco cos’altro non ha funzionato

Il problema? Non è un caso isolato. Altri video mostrano comportamenti a dir poco allarmanti:
- Un robotaxi che inizia a scuotere il volante da solo in mezzo a un incrocio.
- Un altro che attraversa una doppia linea continua per infilarsi nella corsia di svolta.
- E ancora, auto che sfrecciano a 27 mph in zone da 15, ignorando completamente i limiti.
A tutto questo si aggiunge il fatto che la sperimentazione è limitatissima: parliamo di appena 10-20 veicoli attivi, in una zona ultra-delimitata e con condizioni stradali ottimali. Eppure, i problemi si stanno moltiplicando.
I regolatori stanno iniziando a muoversi (ma con cautela)
Secondo Bloomberg, anche la NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) ha chiesto informazioni a Tesla sugli episodi avvenuti durante i test. Al momento non è stata avviata un’indagine formale, ma l’agenzia ha dichiarato che “valuterà le segnalazioni ricevute e adotterà ogni misura necessaria per garantire la sicurezza stradale”.
Una risposta diplomatica, certo, ma che conferma che i riflettori sono accesi, e non solo dai fan o dagli utenti critici.
Ma i tester sono tutti fan Tesla: quanto è attendibile quello che vediamo?

Un dettaglio da non sottovalutare: i primi utenti coinvolti nel test dei robotaxi Tesla sono selezionati, e in gran parte sostenitori dichiarati del brand. In pratica, è come se i beta tester di una nuova piattaforma fossero anche suoi investitori. Di conseguenza, c’è un forte dubbio: cosa non ci stanno mostrando?
Se anche con una platea amichevole vengono fuori errori così gravi, quanto è distante questo sistema da una vera guida autonoma sicura? Elon Musk ha sempre promesso che il futuro dei robotaxi sarebbe “unsupervised”, ovvero senza necessità di intervento umano. La realtà? Ogni corsa attuale è ancora monitorata da un essere umano pronto a tappare il disastro con un dito.
Una tecnologia ancora troppo acerba
Non è la prima volta che Tesla esagera con l’ottimismo sulle capacità dell’Autopilot o del Full Self Driving. Ma la guida autonoma non è solo una sfida tecnologica: è una questione di sicurezza pubblica, affidabilità e trasparenza. E oggi, dopo nemmeno una settimana di test pubblici, abbiamo già visto:
- manovre pericolose;
- infrazioni documentate;
- interventi umani essenziali;
- e zero vera autonomia.
A voler essere onesti, questi test sembrano più un prototipo sotto pressione mediatica che una tecnologia pronta per le strade.
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