Hai mai immaginato di poter leggere testi antichi che sembravano persi per sempre? Ebbene, grazie all’Intelligenza Artificiale (IA), oggi è possibile decifrare papiri bruciati, tavolette incise e persino scritture nascoste sotto rilegature medievali. Questo salto tecnologico sta trasformando lo studio della storia e, secondo la rivista Nature, sta generando dati mai visti prima.
Papiri di Ercolano: un tesoro finalmente svelato
Partiamo da un esempio eclatante: i papiri di Ercolano, carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Per secoli sono stati considerati troppo fragili per essere srotolati, ma il concorso internazionale Vesuvius Challenge, lanciato nel 2023, ha cambiato le regole del gioco. Con tecniche avanzate di tomografia a raggi X e srotolamento virtuale, è stato possibile mappare ogni strato dei rotoli e distinguere l’inchiostro a base di carbone. Risultato? Oltre 16 colonne di testo leggibile, un traguardo che ha fruttato ai ricercatori un premio di 700mila dollari.

E non è finita: il prossimo obiettivo è decifrare il 90% di quattro papiri, con un nuovo premio da 200mila dollari in palio. Ma il vero sogno? Scoprire e leggere centinaia di papiri ancora sepolti sotto Ercolano. Come dice Brent Seales, ideatore della Vesuvius Challenge: “Sarebbe una delle più grandi scoperte della storia”.
Ithaca e altre lingue dimenticate
L’IA non si ferma ai papiri. Nel 2017, l’Università di Oxford ha sviluppato Ithaca, una rete neurale capace di ricostruire iscrizioni greche trovate in Sicilia con un’accuratezza del 62%. Quando i ricercatori collaborano con l’IA, la precisione sale al 72%, un vero balzo avanti rispetto al 25% ottenuto da un esperto umano da solo.
Ma non è tutto: gli algoritmi stanno affrontando anche sfide come la decifrazione dei registri scritti in Hanja, utilizzati dai 27 re coreani, o delle tavolette micenee di Creta, incise in Lineare B, un’antica scrittura del II millennio a.C.
Un futuro che guarda al passato
Questa rivoluzione tecnologica porta con sé una sfida: il numero di esperti capaci di analizzare tutti questi dati è insufficiente. “Servirà una comunità globale più ampia”, afferma Seales. Tuttavia, l’IA non sostituirà gli studiosi umani, ma li renderà più indispensabili che mai, come sottolinea Richard Ovenden della Biblioteca Bodleiana di Oxford.
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