L’eolico galleggiante potrebbe essere definito come l’evoluzione dell’eolico tradizionale. La novità nell’ideazione nasce dalle diverse predisposizioni geologiche che ovviamente sono diverse in tutto il mondo e che vanno sfruttate in maniera diversa. È solo una delle ultime innovazioni nel campo delle energie rinnovabili.
Fino ad oggi infatti le piattaforme che sostengono le pale eoliche offshore sono pressoché fisse, e quindi non adatte ad essere installate su fondali marini profondi. La tecnica degli ancoraggi sottomarini può ovviare a questo deficit, andando anche a rendersi adatta per sfruttare la forza del vento in mari come il Mediterraneo, dove la maggior potenza delle correnti avviene principalmente al largo.
L’eolico offshore galleggiante potrebbe offrire molti più vantaggi, dunque, rispetto all’eolico offshore tradizionale. Si potranno infatti utilizzare turbine significativamente più grandi e soprattutto potranno essere posizionate più al largo, in acque troppo profonde per le attuali turbine tradizionali che possono essere fissate con pilastri a non più di 50-60 metri, e arrivare dove il vento soffia più forte e costante.
Eolico galleggiante in Italia: il progetto
La prima centrale galleggiante europea è stata realizzata in Scozia, nel Mare del Nord: partendo da un primo prototipo da 6 megawatt, il progetto arriverà a regime con un totale di 8 piattaforme da 11 MW l’una. In Portogallo invece la centrale da 25 MW ha preso il via poco più di un anno fa e “naviga” a 20-25 Km dalla costa, in una zona dove il fondale è profondo anche oltre 100 metri.
Ecco perché questo tipo di impianto potrebbe essere idoneo ai mari del Mediterraneo, e per il quale sono già stati presentati due progetti: uno di questi è stato sviluppato dalla società danese Copenhagen Offshore Partners con il sostegno del fondo Copenhagen Infrastructure Partners, specializzato in grandi progetti di energia rinnovabile a livello globale, e vanta un investimento di oltre 700 milioni di Euro.
Sembra dunque che il nostro Paese abbia tutte le potenzialità per far sorgere un polo industriale di portata internazionale per realizzare infrastrutture per l’eolico offshore, soprattutto quello galleggiante.
Il primo parco eolico galleggiante italiano, quindi, potrebbe vedere la luce nel Canale di Sicilia, al largo di Marsala. L’impianto, chiamato 7Seas Med, sarà composto da 25 pale galleggianti da 10 MW ciascuna e non sarà visibile dalla costa siciliana perché ad una distanza di oltre 35 Km da Marsala e altrettanti dalle Isole Egadi, in direzione della Tunisia.
In quello spicchio di mare il fondale è di circa 300 metri di profondità e quindi si presta perfettamente all’utilizzo delle turbine galleggianti, mentre sarebbe impossibile installarvi delle normali turbine offshore fisse, che non sono adatte a profondità di oltre 50-60 metri.
“Credo che per il sistema industriale nazionale sarebbe un’opportunità straordinaria”, spiega Luigi Severini, ingegnere italiano che si occuperà del progetto siciliano. “Ci sono tutti gli elementi favorevoli, a partire dal trend di crescita del mercato mondiale dell’eolico offshore“.
Secondo alcune stime dell’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la capacità eolica offshore globale potrebbe aumentare di 15 volte e attrarre migliaia di miliardi dollari di investimenti entro il 2040.
“Ora navighiamo nel mare procelloso della burocrazia italiana, ma se tutto andrà bene il programma prevede di avviare il cantiere nel 2023” conclude Luigi Severini.