I farmaci commercializzati come Ozempic, Wegovy e Saxenda sono celebri per i loro effetti sulla perdita di peso. Tuttavia, le loro potenzialità terapeutiche sembrano estendersi ben oltre. Originariamente concepiti per il diabete di tipo 2, gli agonisti del GLP-1 hanno già dimostrato benefici inattesi per la salute cardiovascolare, cerebrale, epatica e renale. Una recente ricerca suggerisce ora che questi composti potrebbero offrire un significativo sollievo per l’emicrania cronica, aprendo nuove e promettenti vie nel trattamento di questa debilitante condizione.

Liraglutide e l’emicrania cronica: uno studio promettente
In uno studio pilota condotto su 31 pazienti che presentavano un indice di massa corporea (BMI) elevato e soffrivano di emicranie frequenti o croniche, i partecipanti trattati con un’iniezione giornaliera di liraglutide, un agonista del GLP-1, hanno riportato una riduzione significativa degli episodi di mal di testa dolorosi. I risultati sono stati particolarmente incoraggianti: dopo 12 settimane di trattamento, il numero medio di giorni con emicrania al mese è sceso drasticamente, passando da 19,8 a soli 10,7 giorni, una diminuzione di quasi la metà.
Un elemento di fondamentale importanza emerso dallo studio risiede nell’indipendenza dell’effetto del liraglutide su alcuni fattori. È stato osservato che la perdita di peso indotta dal farmaco, l’età del paziente, il sesso e l’eventuale assunzione contemporanea di altri medicinali non hanno influenzato in modo significativo i benefici riscontrati sull’emicrania cronica. Questa scoperta è stata esplicitamente sottolineata dagli autori dello studio, ricercatori dell’Università di Napoli, in Italia. Hanno concluso con chiarezza che i “risultati dimostrano che il liraglutide può essere efficace nel trattamento dell’emicrania cronica o ad alta frequenza non responsiva nei pazienti obesi, e che questo effetto è indipendente dalla perdita di peso”.

Questa autonomia suggerisce un’implicazione scientifica di grande peso: i meccanismi attraverso cui il liraglutide agisce per prevenire l’emicrania potrebbero operare in maniera del tutto distinta dai suoi già noti e potenti effetti metabolici, come la regolazione della glicemia e la riduzione del peso corporeo. Questa dissociazione apre scenari completamente nuovi per la ricerca. Non solo potrebbe portare a una comprensione più approfondita delle complesse cause dell’emicrania, ma potrebbe anche spianare la strada allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate specificamente a questa debilitante condizione, che affligge milioni di persone e spesso resiste ai trattamenti convenzionali.
La sfida dei trattamenti attuali e la speranza offerta da GLP-1
Nonostante i risultati promettenti, è fondamentale sottolineare la necessità di ulteriori studi con coorti di pazienti più ampie e l’inclusione di un gruppo di controllo solido per convalidare l’ipotesi emersa. Tuttavia, la ricerca suggerisce che gli agonisti del GLP-1, inclusi liraglutide e forse anche il più recente e duraturo semaglutide, potrebbero rappresentare una via promettente per i futuri trattamenti dell’emicrania cronica. Questa condizione debilitante, che si stima colpisca tra il 14 e il 15 percento della popolazione mondiale, spesso non trova una risposta adeguata nei farmaci attualmente disponibili.
Un numero considerevole di pazienti si confronta ancora con un bisogno terapeutico insoddisfatto, in particolare quando i farmaci preventivi si rivelano inefficaci. Questo è stato evidenziato da un team di scienziati guidato dal neurologo Simone Braca. È significativo che i partecipanti all’attuale studio pilota fossero individui che non rispondeva ad altri trattamenti, dimostrando che il liraglutide ha mostrato efficacia laddove altre terapie avevano fallito.

Gli agonisti del GLP-1 agiscono rallentando l’appetito e contribuendo alla regolazione della glicemia, mimando l’azione di un ormone naturale, il peptide-1 simile al glucagone, rilasciato dopo i pasti. Questa è la ragione della loro notevole efficacia nella gestione del diabete di tipo 2 e del controllo del peso. Tuttavia, la loro azione non si limita al pancreas; i recettori del GLP-1 sono diffusi in tutto il corpo, in numerosi tessuti e organi.
Pertanto, è logico che farmaci come liraglutide abbiano effetti estesi anche al di fuori del sistema metabolico. Gli scienziati sono attualmente impegnati a delineare con precisione quali siano questi effetti e a determinare se siano benefici o dannosi. Negli ultimi anni, alcuni studi preliminari hanno già suggerito che liraglutide e altri agonisti del GLP-1 sono in grado di ridurre notevolmente la pressione intracranica nel cervello, un fattore che si presume sia una delle cause scatenanti dell’emicrania cronica. Questa potenziale correlazione apre interessanti prospettive per la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie.
L’ipotesi della pressione intracranica e le prossime fasi della ricerca
L’efficacia degli agonisti del GLP-1 nel trattamento dell’emicrania cronica non si limita solo all’osservazione clinica, ma è stata supportata anche da modelli animali, nei quali questi farmaci hanno dimostrato una notevole capacità di sopprimerla. Tuttavia, è essenziale riconoscere i limiti dell’attuale studio pilota. La sua dimensione ridotta non ha permesso di esplorare in dettaglio i meccanismi specifici attraverso i quali il liraglutide allevia l’emicrania, né ha incluso la misurazione diretta della pressione intracranica nei partecipanti.

Nonostante le limitazioni, il neurologo Simone Braca e i suoi colleghi nutrono il sospetto che la riduzione della pressione intracranica giochi un ruolo cruciale nel sollievo dall’emicrania indotto dal liraglutide. Questa ipotesi è rafforzata da recenti studi condotti su animali, nei quali gli agonisti del GLP-1 hanno dimostrato di ridurre il fluido nel sistema nervoso centrale, portando così a un abbassamento della pressione intracranica.
Questi risultati preliminari, pur necessitando di conferma, sono di fondamentale importanza. Come concludono Braca e il suo team, “Questi risultati forniscono le basi per sperimentazioni su larga scala volte a indagare ulteriormente il ruolo degli agonisti del GLP-1R nella gestione dell’emicrania cronica“. Ciò significa che il futuro della ricerca si orienterà verso studi clinici più ampi e approfonditi, che potranno non solo confermare l’efficacia di questi farmaci, ma anche svelare i complessi meccanismi neurobiologici alla base del loro effetto benefico, aprendo nuove e promettenti prospettive terapeutiche.
Lo studio è stato pubblicato su Headache.