Te lo ricordi quel momento surreale in cui Elon Musk brandiva una motosega scintillante sul palco, come se fosse un supervillain in campagna elettorale? Era febbraio, Conservative Political Action Conference. Lui e il presidente argentino Javier Milei volevano far passare un messaggio semplice: “taglieremo tutto”. Letteralmente.
Ora, mesi dopo, Musk twitta un goffo “mi dispiace”. Sì, proprio lui. E ammette: “In retrospettiva, è mancata empatia”.
Ma aspetta: Musk che parla di empatia?
Lo stesso Musk che qualche giorno dopo lo show con la motosega diceva a Joe Rogan che l’empatia sta distruggendo la civiltà occidentale? Che era “un bug del sistema”? Che stavamo morendo di troppa sensibilità?
Adesso, invece, ci fa sapere che quella scenetta sul palco “forse era un po’ troppo”.
I danni sono reali, non meme

Il problema è che quella motosega era tutt’altro che simbolica. Le politiche di taglio selvaggio del Department of Government Efficiency (DOGE), il progetto di “efficienza” di Musk, hanno avuto conseguenze pesanti: agenzie federali paralizzate, missioni umanitarie smantellate, cause legali a pioggia, e una montagna di spese in più.
E ora che il caos è sotto gli occhi di tutti, Elon cambia tono. Ma è tardi.
Addio Trump, addio alleati
Non è un caso che questo “pentimento” arrivi dopo la rottura con Donald Trump. La loro bromance politica è scoppiata in mille pezzi, tra frecciatine social e minacce legali. Elon ora si ritrova senza l’appoggio né della destra né della sinistra. E forse cerca disperatamente un nuovo pubblico.
Ma basta un tweet per riscrivere la narrativa?
Performance VS responsabilità

Questa è la vera questione. Finché Elon faceva meme su Dogecoin, tutto sommato era intrattenimento. Ma quando usi una motosega come metafora del governo federale, e poi tagli davvero servizi essenziali, non stai più giocando.
Stai facendo politica — e con conseguenze enormi.
Ora che si pente, cosa succede?
Vuole davvero fare marcia indietro? Sta cercando di ripulirsi l’immagine? O è solo un’altra mossa strategica, magari per tornare in grazia al pubblico progressista?
Qualunque sia la verità, il messaggio è chiaro: anche Musk capisce (troppo tardi) che l’empatia non è un bug, ma una necessità.
Peccato che serva più di un tweet per ricostruire ciò che ha fatto a pezzi con quella motosega — sì, la motosega — usata come fosse un microfono da rockstar, e invece era un’arma di propaganda.
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