Elon Musk ha aperto un nuovo fronte nella sua guerra contro i colossi tecnologici, puntando il dito contro Apple. Secondo il fondatore di Tesla e SpaceX, le politiche dell’App Store danneggerebbero il suo chatbot Grok, sviluppato da xAI, a vantaggio di ChatGPT di OpenAI.
“Apple si comporta in modo da rendere impossibile per qualsiasi azienda di intelligenza artificiale, tranne OpenAI, arrivare al primo posto nell’App Store. È una chiara violazione antitrust” ha scritto Musk su X, annunciando azioni legali immediate.
Il nodo della “Must-Have Apps”
Musk ha contestato il fatto che né X, la piattaforma social da lui acquisita, né Grok compaiano nella sezione “Must-Have Apps” dell’App Store, nonostante X sia la prima app di notizie e Grok la quinta app in classifica generale negli Stati Uniti.
Secondo un controllo di Gizmodo, ChatGPT è attualmente l’app gratuita numero uno nella classifica iOS USA e l’unico chatbot AI presente nella sezione “Must-Have” di Apple. Per Musk, questa è la prova di un trattamento preferenziale, rafforzato dalla partnership tra Apple e OpenAI annunciata nel 2024, che ha portato ChatGPT direttamente su iPhone, iPad e Mac tramite Siri e strumenti di scrittura integrati.
Dall’alleanza alla rivalità

Musk co-fondò OpenAI nel 2015, ma lasciò l’azienda tre anni dopo per divergenze interne. Negli anni successivi è diventato uno dei critici più accesi dell’organizzazione, lanciando Grok nel 2023 come alternativa “fuori dagli schemi” ai chatbot più tradizionali e integrandolo direttamente in X.
Ora, lo scontro con Apple si aggiunge a una lunga lista di dispute di Musk nel settore AI, tra azioni legali, battaglie pubbliche e accuse di bias politico ai concorrenti.
Una nuova arena per l’antitrust
La minaccia di Musk potrebbe aprire un nuovo capitolo nella lunga storia di contestazioni all’App Store, già nel mirino di sviluppatori come Epic Games e di autorità regolatorie negli Stati Uniti e in Europa.
Il cuore della critica è la capacità di Apple di influenzare il mercato decidendo quali app promuovere e quali lasciare in secondo piano. Per una realtà emergente come xAI, essere esclusa da queste vetrine significa partire svantaggiata rispetto a competitor sostenuti direttamente dal colosso di Cupertino.
Al momento, Apple non ha commentato le accuse. Resta da vedere se lo scontro si trasformerà in una battaglia legale o se sarà solo un’altra mossa strategica di Musk per attirare l’attenzione e mettere pressione ai rivali.
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