Quest’anno i record di temperatura di aprile e maggio sono stati infranti in tutta l’Asia e anche in molti altri luoghi, al che l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ha avvertito del possibile arrivo del El Niño, e che probabilmente sarà solo l’inizio di una serie di ondate di caldo per le quali tutti devono prepararsi ora.
Insieme alla tendenza all’aumento causata dall’accumulo di gas che intrappolano il calore nell’atmosfera, il clima è modellato su una scala temporale annuale da una serie di cicli, ed il più potente di questi è l’oscillazione meridionale El Niño/La Niña (ENSO).
El Niño è caratterizzato da acque più calde al largo delle Americhe occidentali e da una pressione atmosferica più elevata a Darwin rispetto che a Tahiti, mentre invece La Niñas è più fredda nel Pacifico orientale, accompagnata da una spinta verso nord della corrente a getto.
Gli effetti di ciascuno variano a seconda del luogo: El Niños significa siccità in Australia, Brasile e Africa meridionale, ma clima umido in Asia centrale e lungo le coste del Nord e del Sud America, mentre invece la Niñas di solito porta il contrario. Per il pianeta nel suo insieme, tuttavia, gli anni di El Niño sono più caldi degli anni neutri, che a loro volta hanno più calore di La Niñas.
Cosa sappiamo su El Niño e quando dovrebbe arrivare
L’avvento di questo evento climatico deve ancora essere confermato per quest’anno, ma è considerato sempre più probabile, non a caso la dichiarazione dell’OMM recita:
“C’è una probabilità del 60% per una transizione da ENSO-neutrale a El Niño durante maggio-luglio 2023, e questo aumenterà a circa il 70% in giugno-agosto e l’80% tra luglio e settembre“.
Le percentuali potrebbero essere più alte se non fosse per il fatto che la primavera dell’emisfero settentrionale è il periodo dell’anno più difficile per le previsioni meteorologiche a lungo termine. L’OMM inoltre non ha la certezza di prevedere la durata di El Niño, se dovesse arrivare, né tantomeno di saperne prevedere l’intensità.
In genere, El Niño dura 9-12 mesi, con alcuni che sono miti, ed altri invece sono molto forti, come quello avvenuto il 1998 e il 2014-2016 –il più recente–, i quali sono stati associati ad alcune delle condizioni meteorologiche più estreme mai sperimentate.
“Il mondo dovrebbe prepararsi allo sviluppo di El Niño, che è spesso associato a un aumento del caldo, della siccità o delle precipitazioni in diverse parti del mondo”
ha dichiarato nel comunicato stampa il segretario generale dell’OMM, il Prof. Petteri Taalas.
Il mondo è stato in La Niña o fase neutra negli ultimi tre anni, eppure è stato ancora più caldo persino dell’anno più intenso di El Niño prima del 2014, pertanto con livelli di anidride carbonica superiori di 5 parti per milione rispetto all’ultimo El Niño, quest’anno ci si può aspettare di battere i record su scala locale, regionale e probabilmente globale.
“Abbiamo appena avuto gli otto anni più caldi mai registrati, anche se negli ultimi tre anni abbiamo avuto una La Niña in raffreddamento e questo ha agito da freno temporaneo all’aumento della temperatura globale. Lo sviluppo di un El Niño molto probabilmente porterà a un nuovo aumento del riscaldamento globale e aumenterà la possibilità di battere i record di temperatura”
ha detto Taalas.
Per alcuni luoghi, l’arrivo di un El Niños può essere un sollievo, almeno inizialmente, ma la benevola accoglienza svanirà se durerà quanto le recenti La Niñas; a tal proposito Taalas ha osservato:
“Potrebbe portare tregua dalla siccità nel Corno d’Africa e da altri impatti legati a La Niña, ma potrebbe anche innescare eventi meteorologici e climatici più estremi. Ciò evidenzia la necessità dell’iniziativa di allerta precoce delle Nazioni Unite per tutti per mantenere le persone al sicuro”.
Molte delle aree che probabilmente saranno maggiormente colpite possono fare ben poco per prepararsi a un El Niño. Per altri, l’adeguamento delle raccomandazioni per la semina delle colture, il rilascio o la conservazione dei livelli delle dighe come applicabile o semplicemente la scorta di forniture per i soccorsi in caso di calamità sono opzioni.
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