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NotiziaPsicologia

È più facile credere a una bugia se promette un guadagno (soprattutto da un amico)

Uno studio mostra che crediamo più facilmente alle bugie se promettono un guadagno o se arrivano da un amico.

Massimo 5 ore fa Commenta! 3
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Credere a una bugia non dipende solo dall’ingenuità. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, il nostro cervello abbassa le difese quando l’inganno promette un vantaggio o quando arriva da una persona considerata amica.

Contenuti di questo articolo
Bugie che suonano come opportunitàL’effetto amiciziaPerché contaAttenzione agli “affari d’oro”

Bugie che suonano come opportunità

Il team dell’Università della Scienza e della Tecnologia della Cina Settentrionale, guidato da Yingjie Liu, ha osservato 66 volontari. Grazie a risonanza magnetica e tomografia computerizzata, i ricercatori hanno monitorato l’attività cerebrale durante conversazioni simulate. Obiettivo: capire come valutiamo l’onestà di chi ci parla.

I dati sono chiari: quando la menzogna includeva un possibile guadagno condiviso, i partecipanti tendevano a crederci più spesso. In quel momento il cervello mostrava un’attività intensa nelle aree legate al rischio, alla ricompensa e alla comprensione delle intenzioni altrui.

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L’effetto amicizia

Elettromiografia

Quando il bugiardo era un amico, la situazione cambiava ancora di più. I ricercatori hanno notato un fenomeno sorprendente: i cervelli dei due interlocutori si sincronizzavano.

  • Se la bugia prometteva un vantaggio, cresceva la connessione nelle aree collegate alla ricompensa.
  • Se riguardava una cattiva notizia, si attivavano insieme le zone dedicate al rischio.

La sincronia era così evidente che gli scienziati riuscivano a prevedere quando l’inganno avrebbe avuto successo.

Perché conta

Il lavoro di Liu e colleghi mostra quanto il nostro giudizio diventi fragile davanti alla fiducia e al richiamo di un guadagno. È un meccanismo che ci porta ad abbassare la guardia proprio nei momenti in cui sarebbe più utile restare lucidi: nei rapporti di amicizia, negli affari, nelle dinamiche di gruppo.

Non è un caso se molte truffe digitali funzionano allo stesso modo: promettono vantaggi rapidi e assumono un volto rassicurante. La ricerca conferma che la nostra mente è predisposta a cadere in questo schema.

Attenzione agli “affari d’oro”

La lezione è chiara: sapere che fiducia e prospettiva di beneficio ci rendono vulnerabili è già un passo per difenderci. La prossima volta che qualcuno di fidato propone un affare troppo conveniente, meglio respirare, fermarsi un attimo e ricordare che il cervello potrebbe già essere in sintonia con la bugia.

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