Cosa succede quando una videocamera volante pizzica due orche che si strofinano il muso con una pianta? Succede che la scienza si ferma, osserva e conia un nuovo termine: allokelping.
Sì, hai letto bene. Le orche residenti del sud, nel Mare di Salish, sono state riprese dai droni mentre si passavano tra i corpi una lunga striscia di kelp, come fosse un asciugamano esfoliante a uso cetaceo. E no, non stavano cercando cibo. Né attirando un partner. Stanno probabilmente… facendo skin care. O forse si stanno solo coccolando.
Allokelping: che roba è?
Il termine arriva dritto dai ricercatori del Center for Whale Research, che hanno firmato uno studio pubblicato su Current Biology. Il comportamento, osservato in 30 episodi distinti in sole due settimane nel 2024, consiste in questo: un’orca prende una striscia di bull kelp (algone tipico della zona), la tiene in bocca, si affianca a un’altra orca e i due cominciano a strofinarsi la pianta addosso, con grande calma, anche per un quarto d’ora.
Non è una scenetta casuale. È ripetuto, coordinato, e sembra avere un significato ben preciso.
Strumento o giocattolo?
Fermiamoci un attimo: l’allokelping è stato riconosciuto come il primo caso documentato in cui un cetaceo usa uno strumento per prendersi cura del proprio corpo. Non per mangiare. Non per cacciare. Per la pelle. E, forse, per legarsi agli altri.
Finora, l’uso di oggetti tra i mammiferi marini era noto solo in poche circostanze, tipo:
- i delfini che usano spugne marine per smuovere il fondale e scovare prede,
- o quelli che fanno cerchi di fango per intrappolare i pesci,
- o ancora le megattere che “soffiano” reti di bolle per radunare le sardine.
Ma qui siamo su un altro livello. Niente caccia. Solo contatto, tatto, sensazione. È un comportamento sociale, forse perfino culturale.
Igiene o coccole?
I ricercatori guidati da Michael Weiss ipotizzano due motivi principali:
- Pulizia: le orche perdono spesso pelle morta. Strofinarsi con il kelp potrebbe servire a togliere impurità o lenire piccole lesioni.
- Social bonding: le coppie di orche che si passano il kelp sono spesso coetanee o parenti strette. Quindi potrebbe trattarsi di un gesto affettivo, un modo per rafforzare il legame.
Insomma, potrebbe essere l’equivalente marino del “mi gratti la schiena?” tra amici. Solo fatto a 30 km/h, sott’acqua, e con una foglia gigante di alga.
Senza droni, addio scoperta
Tutto questo sarebbe passato inosservato, se non fosse per i droni. Le osservazioni a bordo di barche o da terra non danno accesso a interazioni così intime. Ma con le riprese aeree è tutta un’altra storia: lo studio dei cetacei entra in una nuova era.
Ed è proprio grazie alle riprese ravvicinate che la ricerca ha potuto documentare un pattern ricorrente, non un caso isolato. È probabile che le orche stessero praticando l’allokelping già da anni. Ma nessuno se ne era accorto.
Una questione di cultura?
Sì, hai letto bene anche qui: cultura. Perché allokelping potrebbe rientrare in un insieme di comportamenti appresi e trasmessi all’interno del gruppo, come succede nei primati. Ogni popolazione di orche ha il suo “modo di vivere”: dialetti diversi, abitudini alimentari proprie, regole sociali. E ora, pare, anche un rituale di kelp condiviso.
Secondo la biologa Philippa Brakes, “non serve un pollice opponibile per usare un oggetto come strumento”. Basta un’intelligenza sociale sviluppata. E le orche, da questo punto di vista, non hanno molto da invidiare ai grandi scimmioni terrestri.
Una popolazione a rischio
Ma non è tutto rose e kelp. Le orche residenti del sud sono criticamente minacciate, sia negli Stati Uniti che in Canada. Attualmente ne restano appena 74 esemplari. E il loro habitat – le foreste di bull kelp – sta collassando sotto la pressione del cambiamento climatico, delle attività umane sul fondale e delle ondate di calore marine.
Il bull kelp non serve solo alle orche per il “grooming”. È un ambiente chiave per i piccoli salmoni chinook, una delle principali fonti di cibo di questi cetacei. Meno kelp vuol dire meno salmoni. Meno salmoni, meno orche.
Secondo alcuni esperti, le orche potrebbero continuare a tornare nella zona proprio per l’allokelping, nonostante il declino delle prede. Un segnale fortissimo che il comportamento ha un valore profondo.
Cosa ci raccontano le orche
Forse non serviva un altro motivo per proteggere questi animali straordinari, ma ora ce l’abbiamo. Le orche non sono solo predatori marini spettacolari. Sono creature sociali, curiose, capaci di inventare gesti nuovi per stare insieme. E sì, di usare strumenti per accarezzarsi.
Un kelp alla volta, ci stanno insegnando che l’intelligenza non ha bisogno di mani. E che la cultura, là fuori, può anche nuotare.
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