Alcuni sostituti dello zucchero, i cosiddetti dolcificanti, potrebbero non essere così innocui come si pensa; infatti uno studio pubblicato il 3 settembre 2025 su Neurology, la rivista dell’American Academy of Neurology, ha infatti rilevato un legame tra il consumo di dolcificanti artificiali e un più rapido declino delle capacità cognitive a lungo termine.

I ricercatori hanno seguito 12.772 adulti in Brasile, età media 52 anni, per circa otto anni, analizzando la dieta e sottoponendo i partecipanti a test cognitivi periodici; chi consumava più dolcificanti mostrava un peggioramento del pensiero e della memoria fino al 62% più veloce rispetto a chi ne consumava di meno.
In pratica, un’accelerazione dell’invecchiamento cerebrale di circa 1,6 anni.
I dolcificanti osservati
Lo studio ha preso in esame sette sostanze comunemente presenti in cibi e bevande ultraprocessati:
- Aspartame
- Saccarina
- Acesulfame-K
- Eritritolo
- Xilitolo
- Sorbitolo
- Tagatosio
Tra questi, solo il tagatosio non ha mostrato associazioni con il declino cognitivo. Il sorbitolo è risultato quello più consumato (64 mg al giorno in media), mentre per l’aspartame è bastata l’equivalente di una lattina di bibita dietetica al giorno per rientrare nel gruppo ad alto consumo.
Effetti diversi per età e diabete
Il legame tra dolcificanti e declino cognitivo è stato osservato soprattutto negli under 60 e si è rivelato più forte nei soggetti con diabete, categoria che spesso utilizza i dolcificanti al posto dello zucchero.

Secondo la dott.ssa Claudia Kimie Suemoto dell’Università di San Paolo, autrice principale dello studio: “I dolcificanti a basso o nullo contenuto calorico sono spesso considerati un’alternativa salutare allo zucchero, ma i nostri risultati suggeriscono che alcuni possano avere effetti negativi sulla salute del cervello nel tempo.”
Limiti e prossimi passi
Lo studio non dimostra un rapporto di causa-effetto, ma solo un’associazione e oltretutto, si è basato su questionari alimentari compilati dai partecipanti, quindi con possibili imprecisioni.

I ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori studi, anche per valutare se alternative naturali come miele, sciroppo d’acero, zucchero di cocco o purea di mele possano rappresentare soluzioni più sicure.
Conclusione
In sintesi:
- Analizzati 12.772 adulti, età media 52 anni
- Consumo elevato di dolcificanti = declino cognitivo più rapido (fino a +62%)
- Effetto più marcato sotto i 60 anni e nei soggetti con diabete
- Tagatosio escluso dall’associazione negativa
- Lo studio mostra un legame, ma non prova che i dolcificanti siano la causa