Discord è diventato, nel tempo, una presenza fissa nella vita quotidiana di chi gioca su PC e console. Non è più solo un programma per parlare in chat vocale. È un hub sociale, uno spazio dove si gioca, si guarda, si commenta e si resta connessi. Ed è proprio questo il punto: secondo un nuovo video che sta facendo discutere parecchio, Discord starebbe preparando il terreno per monetizzare in modo diretto anche la tua lista amici.
L’allarme arriva da un video pubblicato su YouTube dal canale Bellular News, guidato da Michael Bell. Un’analisi lunga, documentata, che racconta test interni, sperimentazioni in corso e una direzione ben precisa. Discord non vuole più limitarsi a essere un servizio di comunicazione. Vuole diventare un marketplace integrato nel flusso sociale dei giocatori.
Cosa sta testando Discord dietro le quinte
Secondo quanto mostrato nel video, Discord sta sperimentando la vendita di skin, bundle e contenuti cosmetici per giochi esterni direttamente all’interno dell’app. Il caso più citato è Marvel Rivals, titolo scelto come banco di prova per un modello che, se funzionasse, sarebbe replicabile ovunque.
Il meccanismo è semplice e potente. L’utente collega il proprio account di gioco a Discord. Da quel momento può acquistare skin e oggetti digitali senza aprire il gioco, senza passare da launcher esterni e senza uscire dall’app. Un click, conferma, e l’oggetto finisce direttamente nell’inventario del gioco.
Non si parla di un negozio nascosto o marginale. L’esperimento prevede categorie dedicate ai giochi, sezioni visibili, suggerimenti contestuali. Discord smette di essere solo il “luogo dove parli mentre giochi” e diventa parte dell’economia del gioco stesso.
Il ruolo della lista amici
Il punto più discusso, e anche il più delicato, riguarda la lista amici. Secondo Bellular News, Discord starebbe studiando sistemi per sfruttare il contesto sociale come leva commerciale.
Un esempio pratico. Stai guardando un amico che gioca a Marvel Rivals in streaming su Discord. Vedi il suo personaggio, noti una skin particolare, magari senti i commenti entusiasti in chat vocale. In quel momento, Discord potrebbe mostrarti l’opzione per acquistare quella stessa skin. Subito. Senza uscire dallo stream.
Non è solo comodità. È pressione sociale. È impulso. È desiderio innescato dal confronto diretto con chi conosci.
Michael Bell definisce questo meccanismo come “trasformare la lista amici in un’arma”. Non in senso tecnico, ma psicologico. Il fatto che un acquisto avvenga mentre interagisci con persone reali abbassa le difese e rende più facile spendere.
Percentuali e interessi economici
Nel video viene citato anche Stanislav Vishnevskiy, CTO di Discord. Secondo quanto riportato, l’azienda avrebbe già sperimentato una quota di guadagno intorno al 20% sulle transazioni, legata all’uso delle reti sociali interne e alla visibilità degli acquisti tra amici.
L’obiettivo, però, sarebbe alzare questa percentuale. Ed è qui che il discorso si allarga. Discord non sta solo cercando nuove entrate. Sta preparando una struttura che lo renda indispensabile sia per i giocatori sia per gli sviluppatori.
Perché Discord sta spingendo in questa direzione
La risposta è strategica. Discord punta a una IPO, una quotazione in borsa. Per arrivarci servono numeri solidi, flussi di entrate diversificati e un modello di business che vada oltre gli abbonamenti Nitro.
In questo contesto nasce quello che Bellular News chiama Infrastructure Play. Discord non vuole competere con Steam o gli store classici sul piano diretto. Vuole diventare l’infrastruttura sociale su cui passa l’intero ecosistema videoludico.
A marzo è stato presentato il Social SDK, un kit che permette agli sviluppatori di integrare liste amici, interazioni social e sistemi Discord direttamente nei loro giochi. Il marketplace esterno diventa il naturale complemento di questo progetto.
Dal gioco all’app, senza confini
Il punto chiave è l’estensione dell’economia di gioco fuori dal gioco. Con Discord, gli oggetti digitali non vivono più solo quando sei loggato. Esistono mentre chatti, mentre guardi uno stream, mentre discuti in un server.
Questo cambia il rapporto tra tempo di gioco e tempo di spesa. Non compri più solo quando sei immerso nel gameplay. Compri quando parli del gioco. Quando lo osservi. Quando lo condividi.
Dal punto di vista commerciale è una mossa potente. Dal punto di vista dell’utente, apre interrogativi seri su consapevolezza, controllo e confini.
Discord sta diventando un marketplace?
La trasformazione è evidente. Discord non si presenta più solo come app di comunicazione. Sta assumendo i contorni di una piattaforma ibrida, dove social, intrattenimento e commercio convivono nello stesso spazio.
Il vantaggio competitivo è chiaro. Nessuno vuole cambiare piattaforma se lì dentro ha amici, server, cronologia, inventario e wishlist. Uscire da Discord, in questo scenario, diventa sempre più costoso.
Ed è proprio questo il nodo. Più Discord accumula funzioni, più diventa centrale. Più diventa centrale, più è difficile farne a meno.
È un problema per i giocatori?
Dipende dal punto di vista. Da un lato, l’integrazione semplifica tutto. Meno passaggi, meno app, meno frizioni. Dall’altro, la linea tra social e commercio si fa sottile.
Quando un acquisto nasce da un’interazione tra amici, non è più solo una scelta individuale. È un gesto influenzato dal contesto, dalla visibilità, dalla dinamica di gruppo.
Discord sta sperimentando. Nulla è ancora definitivo. Ma la direzione è tracciata.
Chi osserva da fuori vede una piattaforma che si sta riposizionando. Chi la usa ogni giorno potrebbe accorgersene solo quando il cambiamento sarà già normalizzato.
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