“Tu sei ciò che mangi“, anche se il tuo ultimo pasto risale a 150 milioni di anni fa, come nel caso dei dinosauri; un nuovo studio condotto dall’Università del Texas ad Austin ha infatti rivelato dettagli sorprendenti sulle abitudini alimentari dei dinosauri, grazie all’analisi dello smalto dei denti fossilizzati.

Dinosauri e il ritrovamento di denti: l’analisi dello smalto dentale
Lo smalto dentale contiene isotopi del calcio che riflettono la gamma di alimenti consumati dai dinosauri; diversi tipi di piante hanno firme chimiche differenti, e anche le varie parti degli alberi, dalle gemme alla corteccia e possono avere firme uniche; secondo l’autore principale dello studio, Liam Norris, i risultati aiutano a spiegare come così tante creature gigantesche potessero convivere nello stesso luogo e nello stesso periodo.

“L’ecosistema che ho studiato è rimasto a lungo un mistero, perché mostrava questi enormi erbivori che coesistevano tutti insieme“, ha spiegato Norris, dottore di ricerca alla Jackson School of Geosciences. “L’idea era che si nutrissero di cose diverse, e ora abbiamo trovato la prova che è davvero così“.
Analisi su altri carnivori
Confrontando i denti di quattro dinosauri e di un antico parente dei coccodrilli, i ricercatori hanno scoperto che specie come Camptosaurus, Camarasaurus e Diplodocus non si nutrivano semplicemente a livelli diversi della chioma arborea, come si pensava, ma selezionavano parti specifiche delle piante; foglie e gemme per i più “raffinati”, tessuti legnosi per altri, e diete miste con felci ed equiseti per i più adattabili.

Anche i carnivori studiati, Allosaurus ed Eutretauranosuchus, hanno mostrato sovrapposizioni nella dieta: il primo probabilmente predava dinosauri erbivori, mentre il secondo si nutriva soprattutto di pesci.
Conclusione
Questi risultati non solo chiariscono come tanti giganti potessero coesistere nello stesso ecosistema, ma offrono anche nuove conferme sulla straordinaria biodiversità e produttività vegetale del Giurassico e come ha dichiarato l’autore principale, Liam Norris: “È davvero un’ulteriore prova che questo ecosistema era spettacolare come pensavamo“.