L’Istituto Nazionale dei Tumori “Fondazione G. Pascale” di Napoli continua a distinguersi nel panorama della ricerca oncologica internazionale, ricevendo un ulteriore e prestigioso riconoscimento. Il ricercatore Vincenzo Quagliariello si è infatti aggiudicato il primo posto del premio AIACE, un’onorificenza conferita dalla fondazione omonima che instancabilmente sostiene la ricerca volta a sconfiggere il cancro. La ricerca premiata, frutto di una sinergia tra la Struttura Complessa di Cardiologia del Pascale, l’University of Southern California di Los Angeles e l’IFOM di Milano, apre nuove e promettenti prospettive nel trattamento oncologico, focalizzandosi sui benefici sorprendenti del digiuno intermittente nei pazienti affetti da tumore.

Il digiuno intermittente come alleato terapeutico contro il cancro
Lo studio condotto dal dottor Quagliariello e dal suo team ha compiuto un passo avanti significativo nella comprensione delle interazioni tra nutrizione e risposta immunitaria nel contesto oncologico. Per la prima volta, la ricerca ha dimostrato in maniera convincente come un regime alimentare basato sul digiuno intermittente possa potenziare l’efficacia degli inibitori dei checkpoint immunitari, una classe di farmaci immunoterapici che hanno rivoluzionato il trattamento di diversi tipi di cancro.
Questi farmaci agiscono sbloccando i “freni” del sistema immunitario, permettendo alle cellule T di riconoscere e attaccare le cellule tumorali in modo più efficace. La scoperta che il digiuno intermittente possa amplificare questa attività antitumorale rappresenta un’innovazione dirompente, suggerendo una strategia complementare in grado di migliorare significativamente gli esiti terapeutici.
I meccanismi attraverso i quali il digiuno intermittente esercita i suoi effetti benefici nel contesto oncologico sono molteplici e interconnessi. Lo studio ha evidenziato come questo regime alimentare sia in grado di ridurre l’infiammazione sistemica, un fattore spesso associato alla progressione tumorale e alla resistenza ai trattamenti. La diminuzione dello stato infiammatorio generale non solo crea un microambiente meno favorevole alla crescita delle cellule cancerose, ma contribuisce anche a migliorare la risposta del sistema immunitario agli inibitori dei checkpoint.

Un aspetto particolarmente rilevante della ricerca riguarda la cardiotossicità, un effetto collaterale non trascurabile di alcuni farmaci immunoterapici. Lo studio ha infatti rivelato che il digiuno intermittente è in grado di attenuare questo rischio, proteggendo la salute cardiovascolare dei pazienti sottoposti a trattamento. Questa scoperta è di fondamentale importanza, in quanto permette di ampliare l’applicabilità dell’immunoterapia anche a pazienti con preesistenti fragilità cardiologiche, migliorando la loro qualità di vita durante e dopo le cure.
I risultati di questa ricerca pionieristica aprono scenari inediti nella gestione del paziente oncologico. L’integrazione del digiuno intermittente come strategia adiuvante ai trattamenti immunoterapici potrebbe rappresentare un approccio terapeutico più efficace e meglio tollerato. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l’applicazione clinica di questa strategiaRichiede ulteriori studi e validazioni su larga scala, nonché una personalizzazione del regime alimentare in base alle specifiche condizioni del paziente e al tipo di tumore.
Il prestigioso premio AIACE conferito al dottor Quagliariello non solo riconosce l’eccellenza della ricerca condotta presso l’Istituto Pascale, ma sottolinea anche l’importanza di un approccio multidisciplinare e collaborativo nella lotta contro il cancro. La sinergia tra competenze cardiologiche, oncologiche e di ricerca di base, testimoniata dalla collaborazione con l’University of Southern California e l’IFOM di Milano, si conferma un modello virtuoso per affrontare la complessità di questa malattia. Il futuro della ricerca oncologica si prospetta sempre più orientato verso strategie integrate che tengano conto non solo delle caratteristiche molecolari del tumore, ma anche dello stato metabolico e immunologico del paziente, aprendo la strada a terapie sempre più personalizzate ed efficaci.
La rivoluzione dell’immunoterapia oncologica e le sue insidie cardiovascolari
Il dottor Vincenzo Quagliariello, un brillante specialista di 38 anni in Patologia clinica e Biochimica clinica, attualmente parte integrante dello staff guidato dal dottor Nicola Maurea, direttore della Cardiologia presso l’Istituto Nazionale dei Tumori “Fondazione G. Pascale” di Napoli, si sta distinguendo per il suo innovativo lavoro di ricerca. Il suo focus primario è l’intricato legame che intercorre tra il sistema cardiovascolare, il sistema immunitario e lo sviluppo tumorale. Con una visione orientata al futuro, il dottor Quagliariello mira a sviluppare terapie oncologiche che non solo siano sempre più efficaci nel debellare la malattia, ma che parallelamente minimizzino gli effetti collaterali tossici per l’organismo.

Il panorama del trattamento oncologico è stato profondamente trasformato dall’avvento degli inibitori dei checkpoint immunitari. Come sottolinea il dottor Quagliariello, questa classe di farmaci ha dimostrato un’efficacia notevole nel trattamento di una vasta gamma di neoplasie, offrendo nuove speranze a pazienti precedentemente considerati incurabili. Il loro meccanismo d’azione, basato sul “rilascio dei freni” del sistema immunitario per consentire un attacco più vigoroso alle cellule tumorali, ha segnato un punto di svolta nella lotta contro il cancro.
Questa potente strategia terapeutica non è esente da effetti collaterali. Il dottor Quagliariello evidenzia come questi farmaci possano indurre una serie di problematiche, che spaziano da disturbi endocrini di natura autoimmune fino a un aumento del rischio di aterosclerosi. Un aspetto particolarmente delicato è rappresentato dalla potenziale cardiotossicità, sebbene rara nella sua forma più grave di miocardite, che impone una grande attenzione nella gestione dei pazienti trattati.
Nel contesto della ricerca di strategie per potenziare l’efficacia delle terapie oncologiche e mitigarne la tossicità, la dieta mima digiuno, o più in generale il digiuno intermittente, sta emergendo come un approccio di grande interesse. Il dottor Quagliariello, con il suo studio premiato, si pone all’avanguardia in questo campo, dimostrando come questo regime alimentare possa agire da potente sinergizzante per l’immunoterapia. I risultati della sua ricerca, condotta su modelli preclinici di melanoma e cancro al polmone, sono eloquenti: la dieta mima digiuno è risultata capace di incrementare in modo significativo l’attività antitumorale dell’immunoterapia.

I risultati della sua ricerca, condotta su modelli preclinici di melanoma e cancro al polmone, sono eloquenti: la dieta mima digiuno è risultata capace di incrementare in modo significativo l’attività antitumorale dell’immunoterapia. Questa scoperta suggerisce un meccanismo attraverso il quale la modulazione del metabolismo cellulare e la risposta immunitaria, indotte dal digiuno intermittente, creano un ambiente meno favorevole alla crescita tumorale e al contempo amplificano l’azione dei farmaci immunoterapici.
L’implicazione di questa ricerca è dirompente, aprendo la strada a protocolli terapeutici combinati che potrebbero migliorare gli esiti clinici e la qualità di vita dei pazienti oncologici. La prospettiva di utilizzare un intervento nutrizionale relativamente semplice per potenziare farmaci così innovativi e complessi come gli inibitori dei checkpoint immunitari rappresenta un avanzamento significativo nella personalizzazione e nell’ottimizzazione delle cure oncologiche.
La dieta mima digiuno: un baluardo contro la cardiotossicità indotta dall’immunoterapia
Le scoperte del dottor Vincenzo Quagliariello non si limitano al potenziamento dell’efficacia antitumorale degli inibitori dei checkpoint immunitari; la sua ricerca svela un ruolo cruciale della dieta mima digiuno nella mitigazione degli effetti collaterali cardiovascolari associati a questi trattamenti innovativi. In particolare, lo studio dimostra come questo regime alimentare sia in grado di contrastare attivamente i processi patologici che possono compromettere la funzionalità cardiaca nei pazienti oncologici sottoposti a immunoterapia.

Uno degli aspetti più significativi della ricerca condotta dal dottor Quagliariello riguarda la capacità della dieta mima digiuno di attenuare i danni strutturali al cuore indotti dagli inibitori dei checkpoint immunitari. Lo studio evidenzia una marcata riduzione della fibrosi cardiaca, un processo caratterizzato dall’accumulo eccessivo di tessuto connettivo che irrigidisce il muscolo cardiaco, compromettendone la capacità di contrarsi efficacemente.
La dieta mima digiuno si è dimostrata efficace nel limitare la necrosi, ovvero la morte cellulare a livello del miocardio, preservando l’integrità del tessuto cardiaco. Ulteriormente, la ricerca ha osservato una diminuzione dell’ipertrofia cardiaca, un ingrossamento anomalo del cuore che può portare a insufficienza cardiaca nel lungo termine. Questa triplice azione protettiva suggerisce un impatto significativo della dieta mima digiuno nel preservare la struttura e la funzionalità del cuore durante il trattamento immunoterapico.
Oltre alla protezione strutturale, lo studio del dottor Quagliariello rivela un potente effetto antinfiammatorio esercitato dalla dieta mima digiuno sia a livello cardiaco che sistemico. L’infiammazione è un meccanismo fisiologico di difesa, ma una sua disregolazione può contribuire alla patogenesi di diverse malattie, inclusa la cardiotossicità indotta da farmaci. La ricerca dimostra come la dieta mima digiuno sia in grado di ridurre significativamente la miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco che rappresenta una delle complicanze più gravi, seppur rare, dell’immunoterapia.

Questa riduzione dell’infiammazione a livello del cuore si accompagna a una diminuzione dell’infiammazione sistemica, creando un ambiente meno propenso allo sviluppo di eventi avversi cardiovascolari. Questo duplice effetto antinfiammatorio sottolinea il potenziale della dieta mima digiuno nel migliorare la tollerabilità dell’immunoterapia e nel proteggere la salute cardiovascolare dei pazienti oncologici.
Il successo di questa ricerca innovativa è indissolubilmente legato al profilo scientifico di alto livello del dottor Vincenzo Quagliariello. Il conseguimento dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) alle funzioni di professore associato in Patologia generale e Patologia clinica, rilasciata dal Ministero della Salute, testimonia la sua solida preparazione e il suo riconosciuto valore accademico. Il suo percorso formativo è culminato con un dottorato internazionale in Medicina Traslazionale, un ambito che pone al centro la traslazione delle scoperte scientifiche dal laboratorio al letto del paziente.
La sua prolifica attività di ricerca è testimoniata dalla pubblicazione di ben 83 lavori scientifici su prestigiose riviste internazionali, contribuendo in modo significativo all’avanzamento delle conoscenze nel campo dell’oncologia e della cardiologia. Ulteriore riprova della sua capacità innovativa è la sua partecipazione come autore a un brevetto internazionale per la cura del carcinoma prostatico, sviluppato in collaborazione con l’Università di Manchester.

Il prestigioso Young Investigator Award 2024, ricevuto al Congresso europeo di cardiologia Heart Failure di Lisbona per le sue ricerche, rappresenta un ulteriore riconoscimento del suo talento e del suo impegno nella ricerca cardiovascolare. L’insieme di questi elementi delinea la figura di un ricercatore dinamico e promettente, il cui lavoro pionieristico sta aprendo nuove frontiere nella lotta contro il cancro e nella protezione della salute cardiovascolare dei pazienti oncologici.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Comunications.