Una diagnosi ASD è più presente in un cervello maschile? A chiederselo è la ricercatrice della James Cook University, la dott.ssa Liza van Eijk, che ha condotto lo studio in collaborazione con il professore associato Brendan Zietsch presso l’Università del Queensland.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Autism Research.
Il cervello maschile ha più probabilità di ricevere una diagnosi ASD?
La dott. van Eijk ha spiegato che il disturbo dello spettro autistico (ASD) è quattro volte più comune nei maschi rispetto alle femmine ed è stato collegato a comportamenti tipici maschili: “Gli uomini ottengono in media un punteggio inferiore nei compiti di empatia rispetto alle donne, mentre gli adulti con ASD, indipendentemente dal loro sesso, ottengono il punteggio più basso. Al contrario, gli uomini ottengono in media un punteggio più alto delle donne in un compito di attenzione ai dettagli, mentre gli individui con ASD ottengono il punteggio più alto”.
La scienziata ha specificato che esistono diverse differenze nelle regioni del cervello maschile e femminile, sia nelle dimensioni che nella forma, quindi sorge la domanda se l’ASD sia correlato a un cervello più tipicamente maschile, una teoria popolare nota come ipotesi del “cervello maschile estremo”. Questa teoria non era stata accompagnata a prove rigorose e dirette.
“Abbiamo derivato una misura basata sui dati delle differenze individuali lungo una dimensione maschio-femmina basata sulle differenze di sesso nella forma del cervello subcorticale, o mascolinità cerebrale. Coerentemente con l’ipotesi Extreme Male Brain, abbiamo trovato un punteggio medio di mascolinità cerebrale più alto nel gruppo ASD rispetto ai controlli“, ha affermato van Eijk.
Inoltre, i punteggi della mascolinità cerebrale hanno mostrato associazioni positive con i sintomi autistici. Gli studiosi, dopo aver preso in considerazione delle differenze nelle dimensioni del cervello, hanno osservato che la differenza nei punteggi di mascolinità cerebrale tra il gruppo ASD e i controlli è scomparsa e non è rimasta alcuna associazione tra la mascolinità cerebrale con i sintomi autistici.
La dott. van Eijk ha affermato che saranno necessari ampi studi longitudinali per svelare i cambiamenti cerebrali e comportamentali correlati all’ASD e per esaminare se questi cambiamenti sono associati a differenze di sesso, in particolare durante lo sviluppo iniziale.