Il diabete gestazionale di solito si sviluppa intorno alla 24esima settimana di gravidanza, quindi probabilmente la futura mamma sarà sottoposta a test tra la 24a e la 28a settimana. Se la paziente in questione è a più alto rischio di diabete gestazionale, il medico potrebbe richiedere di fare i controlli necessari prima delle date da protocollo. La glicemia più alta del normale all’inizio della gravidanza può invece indicare che la paziente il diabete di tipo 1 o di tipo 2 anziché il diabete gestazionale.
Diabete gestazionale: come prevenirlo
Ben 9 donne incinte su 100 svilupperanno il diabete mellito gestazionale (GDM), che può causare problemi durante la gravidanza e il parto. Quando una donna è incinta, le sue cellule diventano leggermente più resistenti all’insulina. Ciò fa aumentare la quantità di glucosio o zucchero nel sangue.
Lo zucchero extra aiuta a rendere disponibili più nutrienti per il tuo bambino. Ma se l cellule diventano troppo resistenti e il glucosio non può entrare in esse, il livello di zucchero nel sangue diventa troppo alto. Può causare problemi alla futura mamma e al suo bambino in crescita.
Nessuno può dire con certezza chi avrà il diabete gestazionale, ma le possibilità aumentano se:
Si è ispanici, afroamericani, nativi americani, asiatici americani o isolani del Pacifico;
Il Soggetto è in sovrappeso prima della gravidanza;
Avere un membro della famiglia con il diabete;
Avere diabete gestazionale in una gravidanza precedente;
Avere avuto un bambino molto grande (9 libbre o più) o un nato morto;
Avere avuto test di zucchero nel sangue anormali prima;
In uno studio, i ricercatori hanno scoperto che le donne che erano fisicamente attive prima e durante la gravidanza – circa 4 ore a settimana – hanno ridotto il rischio di diabete gestazionale di circa il 70% o anche di più.
Prima di rimanere incinta, si può essere in grado di prevenire il diabete gestazionale perdendo peso se sei in sovrappeso e svolgendo attività fisica regolare . È m glio non cercare di perdere peso se si è già incinta. La paziente avrà bisogno di aumentare di peso, ma non troppo velocemente, affinché il bambino sia sano. È importante parlare con il medico di quanto peso si dovrebbe aumentare per una gravidanza sana.
La futura mamma può fare molto per gestire il diabete gestazionale. Prima di tutto, bisogna andare a tutti gli appuntamenti prenatali e seguire il piano di trattamento, tra cui:
Controllare il livello di zucchero nel sangue per assicurarsi che i livelli rimangano in un intervallo sano.
Mangiare cibi sani nelle giuste quantità al momento giusto. Seguire un piano alimentare sano creato dal medico o dietologo.
Essere attivo. Un’attività fisica regolare moderatamente intensa (come una camminata veloce) abbassa il livello di zucchero nel sangue e rende la paziente più sensibile all’insulina, quindi il corpo non ne avrà tanto bisogno. Assicurarsi di verificare con il medico di fiducia che tipo di attività fisica si può svolgere e se ce ne sono di tipi che si dovrebbero invece evitare.
Monitorare il tuo bambino. Il medico di fiducia controllerà la crescita e lo sviluppo del bambino.
Se un’alimentazione sana e l’attività fisica non sono sufficienti per gestire la glicemia, il medico può prescrivere insulina, metformina o altri farmaci.
In generale, bisogna limitare i dolci e tenete traccia di quanti cibi ricchi di carboidrati vengono consumati. Includere fibre nei pasti, che possono provenire da verdure, frutta, pane integrale, cracker integrali e cereali. Un ampio studio ha esaminato le diete delle donne prima che rimanessero incinte. Ogni aumento giornaliero di fibre di 10 grammi ha ridotto il rischio di diabete gestazionale del 26%. Oltre a ciò che si mangia, l’assunzione di integratori di fibre può essere utile per aiutare a soddisfare le esigenze di assunzione di fibre. È importante parlare con il proprio medico prima di assumere qualsiasi integratore.
Antonella Senesi, Specialista in Endocrinologia e Malattie del metabolismo presso i Poliambulatori San Gaetano di Thiene, in provincia di Vicenza, ha dichiarato: “Il diabete gestazionale si manifesta in un 6-10% delle gravidanze a partire dal secondo trimestre: può interferire con il buon andamento dell’attesa e causare la preeclampsia – cioè aumento della pressione arteriosa, edema e proteinuria in gravidanza”.
“L’eccesso di zucchero nel sangue, inoltre, può favorire la macrosomia fetale – cioè la crescita eccessiva del feto – che può comportare la necessità di indurre il parto precocemente o di programmare il cesareo. Il bambino, inoltre, potrebbe andare incontro a sindrome da distress respiratorio – problema legato all’immaturità dei polmoni – a ipoglicemia e, in età adulta, potrebbe soffrire di diabete di tipo 2. Quanto alla mamma, sebbene il disturbo scompaia subito dopo il parto, ha un rischio aumentato di soffrire di diabete mellito in età avanzata”.
È importante, eseguire quanto prima il non appena possibile, il dosaggio del glucosio plasmatico, esame a cui dovrebbero sottoporsi tutte le future mamme all’inizio dell’attesa: “Quante presentano almeno un fattore di rischio per il diabete gestazionale – cioè familiarità, sovrappeso, pregresso diabete gestazionale, età al di sopra dei 35 anni – devono eseguire, inoltre, la curva glicemica tra la 24esima e la 28esima settimana di attesa. Se il rischio è alto – in presenza di obesità o di glicemia a digiuno tra 100-125 mg/dl – questo test di screening va anticipato a 16-18 settimane e ripetuto a 24-28 settimane,”, ha spiegato Antonella Senesi.
“La curva glicemica può essere prescritta anche in assenza di fattori di rischio, specialmente in presenza di alcune condizioni: se la donna aumenta di oltre 3 kg al mese o se la crescita fetale supera il 90° percentile”, ha continuato l’esperta.
“Innanzitutto si eliminano gli zuccheri semplici, che sono quelli che causano il repentino aumento della glicemia. Occorre poi suddividere la giusta quantità di carboidrati complessi – pasta, pane, riso, legumi, patate – nei cinque pasti della giornata: colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena. Così facendo, si tiene sotto controllo la fame e si mantiene costante il livello di glicemia”.
Dopo la nascita del bambino: “Per essere sicure che il disturbo si sia risolto, però, è necessario controllare i valori della glicemia subito dopo il parto. È consigliabile, inoltre, una nuova valutazione dopo circa 2-3 mesi così da impostare un corretto stile di vita nel caso i valori risultassero alterati”.
Per quanto riguarda le donne con diabete che vorrebbero avere un figlio, La Dottoressa Annunziata Lapolla, ha affermato: “Molte giovanni diabetiche si pongono il problema se diventare o meno mamma: a prescindere dall’aspetto psicologico che molte si pongono (“e se diventa diabetico?”) che tratteremo magari in altra occasione, vorrei porle alcune domande che possano aiutare a chiarire i dubbi che occupano la mente di una donna diabetica che decida di avere un bambino”.
È importante sapere cosa deve fare una donna con diagnosi di diabete, prima di avere un bambino: “Dovrebbe rivolgersi al diabetologo che la segue per “programmare” la gravidanza. Programmare la gravidanza significa eseguire una serie di esami ematochimici e strumentali per verificare il controllo metabolico, la presenza di complicanze croniche, la gravità delle stesse; solo in questo modo è possibile fare una valutazione dei possibili rischi collegati alla gravidanza per la mamma e per il bambino”.
“Gli esami ematochimici devono comprendere la valutazione del controllo metabolico attraverso il dosaggio della glicemia, dell’emoglobina glicata, quella della funzionalità renale con il dosaggio della creatinina, dell’azotemia, della microalbuminuria e se questa è elevata della proteinuria; se la paziente ha un diabete di tipo 1 è utile anche controllare la funzionalità della tiroide attraverso il dosaggio degli ormoni tiroidei.
Gli esami strumentali devono valutare la presenza della retinopatia, con la valutazione del fondo dell’occhio, della neuropatia periferica ed autonomica, con gli adatti tests, della macroangiopatia (nelle pazienti con lunga durata di malattia e in quelle con diabete di tipo 2) con la valutazione dell’elettrocardiogramma.
La paziente deve essere anche visitata dal ginecologo che la seguirà per tutta la gravidanza”.
Durante la gravidanza invece: “Durante tutta la gravidanza è importante che il controllo glicemico sia buono, perciò le glicemie, sia a digiuno che prima e dopo i pasti, devono essere controllate tutti i giorni attraverso l’intensificazione dell’autocontrollo domiciliare delle stesse. La valutazione dell’emoglobina glicata è consigliabile eseguirla ogni 6 settimane; la valutazione della funzionalità renale deve essere eseguita ogni 3 mesi, se però i valori della microalbuminuria aumentano il controllo della stessa deve essere eseguito più spesso.
La presenza di chetoni nelle urine va verificata tutte le mattine ed ogni volta si sospetta un peggioramento del controllo glicemico (febbre, infezioni,etc).Gli esami ematochimici strettamente collegati alla gravidanza quali l’HGC, l’alfa-feto proteina, quelli di funzionalità del fegato vanno eseguiti, nelle pazienti con diabete, con la stessa frequenza delle donne non diabetiche.
Il fondo dell’occhio va controllato ogni 3 mesi, se però si verificasse un peggioramento della retinopatia va eseguito più spesso. L’elettrocardiogramma va controllato al termine della gravidanza, se però è alterato va ricontrollato con una maggiore frequenza.
Le ecografie devono essere eseguite con una frequenza che viene stabilita dal ginecologo sulla base della crescita del feto e degli eventuali problemi che possono intercorrere; in generale la prima ecografia, quella delle prime settimane, serve a stabilire con precisione la settimana di gravidanza, la ecografia della 18-19 settimana è molto importante perché è quella cosiddetta morfologica che serve a verificare la eventuale presenza di malformazioni; le ecografie successive servono a valutare la crescita del feto.
Dalla 35 settimana di gravidanza è necessario valutare sistematicamente il benessere del feto attraverso il monitoraggio dei suoi movimenti”.
“Per ottenere e mantenere un buon controllo delle glicemie durante tutta la gravidanza la terapia deve essere intensiva; a tale proposito si utilizza l’insulina rapida prima di ogni pasto (colazione, pranzo, cena) e quella intermedia prima di andare a letto; in alcuni casi vi è la necessità di aggiungere la insulina ad azione intermedia al mattino o a pranzo.
Nei casi in cui con la terapia intensiva non si riesce ad avere un buon controllo delle glicemie può essere utile l’applicazione del microinfusore. Nelle pazienti con diabete di tipo 2 gli ipoglicemizzanti orali devono essere sospesi e deve essere iniziata la terapia con insulina perché sono segnalati effetti collaterali con l’uso di tali farmaci, quali ipoglicemia nel nato e, secondo alcuni studi clinici, una frequenza maggiore di malformazioni”.
Il feto corre dei rischi? L’esperta sostiene che: “Il feto di madre con diabete ha un rischio più elevato, rispetto a quello di madre non diabetica, di avere una serie di complicanze tra le quali la più temibile sono le malformazioni che possono essere gravi (quelle che interessano il cuore, il rene, la parte terminale della colonna vertebrale) o meno gravi. Le malformazioni molto gravi possono determinare morte intrauterina del feto o morte subito dopo la nascita.
Altre complicazioni cui può andare incontro il feto sono le alterazioni della sua crescita sia per un eccesso (bambino gigante o macrosomico) sia per un difetto (bambino molto piccolo), la presenza alla nascita di ipoglicemia,di elevati valori di bilirubina, di insufficienza respiratoria.
Quello che voglio sottolineare è che tra le varie cause invocate avere importanza nel determinare queste complicanze quella più importante è la iperglicemia della mamma, al momento del concepimento per le malformazioni, e durante la gravidanza per le altre complicanze fetali.
Infatti, ci sono una serie di studi clinici che hanno dimostrato che, se il concepimento avviene con un buon controllo delle glicemia e con valori di emoglobina glicata normali o molto vicini alla normalità, la frequenza delle malformazioni si riduce notevolmente; il buon controllo glicemico durante tutta la gravidanza riduce, poi, tutte le altre complicanze fetali”.
Una paura diffusa, sono le eventuali complicazioni per la futura mamma: “Le pazienti con diabete, rispetto alle donne non diabetiche, hanno una maggiore frequenza di comparsa di ipertensione in corso di gravidanza , tale evento deve essere trattato subito ed i valori della pressione arteriosa controllati durante tutta la gravidanza, perché un ipertensione non controllata può determinare la comparsa di eclampsia (pressione molto elevata, edema delle gambe, perdita di proteine nelle urine) che se non curata tempestivamente è molto pericolosa per la madre e per il nato.
In corso di gravidanza è più frequente, nelle pazienti con diabete, la comparsa di infezioni delle vie urinarie perciò l’esame urine va controllato almeno una volta al mese. Le complicanze croniche, che la paziente può avere, possono peggiorare in corso di gravidanza perciò è utile che il loro andamento venga monitorato durante tutto il corso della stessa.
A questo punto va ribadito che, nella donna gravida con diabete, il buon controllo delle glicemie, assieme ai controlli frequenti dal diabetologo e dal ginecologo sono essenziali per ridurre la frequenza con cui possono occorrere tali complicanze”.
Per quanto invece riguarda la possibilità di fare esercizio fisico: “Se non ci sono controindicazioni ostetriche è consigliabile l’esercizio fisico in gravidanza, purché non sia troppo intensivo; si consigliano le passeggiate a passo sostenuto di mezz’ora al giorno, almeno 3 volte alla settimana”.
Un’altra preoccupazione riguarda la modalità del parto, se è preferibile il parto naturale o cesareo: “Se il controllo glicemico, durante la gestazione, è buono e non ci sono problemi ostetrici è auspicabile che la donna gravida con diabete partorisca per via naturale; la più elevata frequenza di parto con taglio cesareo che, ancora oggi, si verifica nelle donne con diabete, rispetto alle donne non diabetiche, è legata alla maggiore frequenza di complicanze ostetriche, nelle prime, quali la ipertensione complicata da preeclampsia, le alterazioni della crescita fetale (bambino molto grande o molto piccolo), la sofferenza fetale”.
Il bambino sarà sano? L’esperta risponde che: “Il bambini nati da mamma diabetica possono presentare alterazioni della crescita sia”5″ per un eccesso (bambino gigante o macrosomico) sia per un difetto (bambino molto piccolo), ipoglicemia, elevati valori di bilirubina, insufficienza respiratoria.Il buon controllo glicemico durante tutta la gravidanza riduce la frequenza di tali complicanze”.
“la gravidanza nella paziente diabetica è possibile purchè venga programmata e monitorata strettamente, solo così è possibile, infatti ridurre al minimo i rischi, per la mamma e per il bimbo, correlati alla stessa”.