Un recente studio condotto in Danimarca ha riscontrato una correlazione tra la dieta materna durante la gravidanza e il rischio di diabete di tipo 1 nel bambino. In particolare, una dieta ricca di alimenti che possono favorire un’infiammazione di basso grado potrebbe aumentare questo rischio.

Dieta materna e diabete di tipo 1: uno sguardo ai risultati
La ricerca ha rivelato che ogni unità di aumento in una misura dietetica dell’assunzione di alimenti infiammatori è associata a un aumento del 16% del rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 nel bambino. Questo dato sottolinea l’importanza di considerare l’impatto della dieta materna sulla salute a lungo termine della prole.
Il DT1 è una malattia autoimmune in cui le cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina, vengono distrutte, rendendo necessaria una terapia insulinica per tutta la vita. I ricercatori evidenziano un preoccupante aumento annuale del 3-4% nei nuovi casi di DT1, specialmente nei paesi sviluppati. Questo incremento suggerisce fortemente un ruolo significativo dei fattori ambientali nello sviluppo della malattia.

Dato che il sistema immunitario si sviluppa e si consolida principalmente nei primi anni di vita, e in parte anche prima della nascita, è fondamentale esplorare il ruolo della dieta della madre durante la gravidanza. Crescono le prove che indicano come la dieta sia un fattore modificabile che contribuisce all’infiammazione sistemica di basso grado, un aspetto che potrebbe influenzare lo sviluppo immunitario del bambino.
Per approfondire questa ipotesi, i ricercatori hanno esaminato i dati delle donne incinte partecipanti alla Danish National Birth Cohort (DNBC), un vasto studio che ha raccolto informazioni tra gennaio 1996 e ottobre 2002.A metà della gravidanza, intorno alla 25a settimana, è stato calcolato un punteggio basato sul potenziale infiammatorio dell’assunzione alimentare abituale della madre (punteggio EDII). Questo punteggio è stato ottenuto da un questionario completo sulla frequenza alimentare, che includeva ben 38 gruppi alimentari e 360 voci separate, fornendo una panoramica dettagliata delle abitudini alimentari materne.
Gli alimenti pro-infiammatori sotto accusa
Numerosi alimenti sono spesso indicati per le loro proprietà infiammatorie. Tra questi troviamo le carni rosse e lavorate, le bevande zuccherate, i prodotti da forno commerciali, i prodotti a base di cereali raffinati come pane bianco e pasta, i cibi fritti, gli alimenti ricchi di zuccheri aggiunti e i grassi trans presenti in alcune creme non casearie e margarine.

L’analisi finale dello studio ha incluso un totale di 67.701 coppie madre-figlio. Le informazioni relative alle diagnosi di diabete di tipo 1 nei bambini sono state ottenute tramite il collegamento con il Registro Danese del Diabete Infantile e Adolescenziale. Durante un periodo di monitoraggio medio di 17 anni, circa 281 bambini (corrispondenti a circa lo 0,5%) hanno sviluppato la malattia, con un’età media alla diagnosi di 10 anni. I punteggi EDII (misure dietetiche dell’assunzione di alimenti infiammatori) medi delle madri variavano da -5,3 a 4,1, dove punteggi più elevati indicavano un maggiore apporto di alimenti infiammatori nella dieta.
I punteggi EDII più elevati sono stati associati a diverse caratteristiche materne e abitudini di vita. In particolare, si è osservata una correlazione con un’età materna più giovane, un minor consumo di alcol, un periodo di allattamento più breve e circostanze socioeconomiche meno favorevoli. Inoltre, punteggi EDII più alti sono stati collegati a un BMI (indice di massa corporea) più elevato e a una tendenza al fumo oltre le prime 12 settimane di gravidanza.
Non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nell’apporto energetico totale tra le donne con i punteggi EDII più alti e quelli più bassi. Tuttavia, un maggiore consumo giornaliero di carni rosse, latticini magri, pizza, margarina, patate, bevande a basso contenuto energetico, patatine fritte e snack salati si è riflesso in punteggi EDII più alti. Al contrario, un consumo giornaliero più elevato di aglio e cipolle, pomodori, cereali integrali, caffè, verdure a foglia verde, succhi di frutta, pesce di carne scura, tè e frutta ha portato a punteggi EDII più bassi.
Fattori correlati al rischio
Il rischio di diabete di tipo 1 nel bambino è risultato direttamente associato al punteggio EDII della madre, indicando un aumento del 16% per ogni unità di incremento del punteggio fino al raggiungimento dei 18 anni di età. Questo dato tiene conto di altri fattori potenzialmente influenti. Per rendere il concetto più chiaro, un’unità di EDII corrisponde a una deviazione standard nella distribuzione di questo punteggio, che equivale all’incirca a passare dal terzo inferiore al terzo superiore della popolazione in termini di assunzione di alimenti pro-infiammatori.

Interessante notare che il rischio non è influenzato dal sesso o dal peso alla nascita del bambino. Tuttavia, sembra esserci un’influenza significativa dall’assunzione di glutine da parte della madre e dal fumo durante la gravidanza. In particolare, un aumento di 10 grammi nell’assunzione stimata di glutine è stato correlato a un aumento del rischio del 36%.
È importante sottolineare che si tratta di uno studio osservazionale, il che significa che non è possibile stabilire un rapporto di causa ed effetto diretto. Inoltre, i ricercatori non sono stati in grado di tenere conto della dieta del bambino nel corso del tempo. Nonostante queste limitazioni, gli autori evidenziano un punto cruciale: “Uno stato infiammatorio di basso grado, secondario a un profilo alterato delle cellule immunitarie, che innesca percorsi pro-infiammatori, è sempre più riconosciuto come un fattore critico nella prima infanzia che influenza la salute della prole”.
Gli autori avvertono che “i meccanismi precisi attraverso cui la dieta modula la risposta immunitaria restano poco noti, anche se si possono offrire alcuni indizi su specifici componenti della dieta”. Aggiungono inoltre che di particolare rilievo è il fatto che tre fattori durante la metà della gravidanza – un modello alimentare pro-infiammatorio, il glutine e il fumo – sembrano predire in modo indipendente il rischio di diabete di tipo 1 del bambino.

Ciò suggerisce che la metà della gravidanza potrebbe essere un periodo critico durante il quale il feto è particolarmente suscettibile alle influenze dello stile di vita materno, in relazione al rischio futuro dell’individuo di sviluppare diabete di tipo 1 durante l’infanzia o l’adolescenza.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health.