L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha unito le forze con tre principali produttori europei di satelliti, vale a dire Airbus Defence and Space, OHB e Thales Alenia Space, per affrontare il problema critico dei detriti orbitali.
In un annuncio fatto durante il Paris Air Show il 22 giugno, il direttore generale dell’ESA Josef Aschbacher ed i dirigenti dei produttori di satelliti hanno svelato i loro piani per sviluppare in collaborazione una “Zero Debris Charter“; questa carta mira a stabilire obiettivi ambiziosi per la prevenzione di nuovi detriti, in particolare nell’orbita terrestre bassa.
Aschbacher ha sottolineato la semplicità del principio alla base della Carta Zero Debris, affermando che l’obiettivo è garantire che nessun detrito venga lasciato nello spazio.
L’ESA ei produttori di satelliti elaboreranno i dettagli e gli obiettivi specifici nei prossimi mesi, con l’intenzione di incorporarli nel charter entro la fine dell’anno, inoltre l’obiettivo generale è che i firmatari della carta si impegnino a deorbitare i propri satelliti al termine della loro vita operativa o ad avvalersi dei servizi di società specializzate nella rimozione attiva dei detriti.
Durante l’evento, i dirigenti hanno espresso crescenti preoccupazioni per la crescente crescita di detriti orbitali, spesso indicati come sindrome di Kessler, nelle orbite congestionate.
Jean-Marc Nasr, responsabile dei sistemi spaziali di Airbus Defence and Space, ha sottolineato la gravità della situazione, affermando che lo tiene sveglio la notte perché influisce direttamente sui loro affari ed è ritenuta inaccettabile. Lutz Bertling, un membro del consiglio di OHB, ha condiviso le parole allarmanti di un astronauta europeo non identificato, che ha espresso preoccupazione per il fatto che i rischi posti dall’aumento dei detriti potrebbero rendere il volo spaziale umano irrealizzabile oltre il 2030.
Come la Carta Zero Debris aiuterà a non avere detriti orbitali
Mentre la Carta Zero Debris non sarà vincolante, i sostenitori sperano che possa influenzare le normative future, con Aschbacher che ha espresso la necessità di richiedere il rispetto di determinati standard da parte dei fornitori di servizi satellitari, suggerendo che l’acquisto di dati o informazioni dovrebbe essere subordinato al rispetto di tali standard, inoltre la carta dovrebbe servire da veicolo per raggiungere questo obiettivo.
La carta si allinea con un’altra iniziativa non vincolante, una serie di raccomandazioni per la mitigazione dei detriti pubblicate dal World Economic Forum il 13 giugno. Queste linee guida stabiliscono nuovi parametri di riferimento per i tassi di successo e le tempistiche dello smaltimento dei satelliti post-missione e hanno raccolto il sostegno di 27 aziende, tra cui Airbus, OHB e Thales.
Tuttavia, si riconosce che la carta rappresenta solo un passo verso l’eventuale sviluppo di regolamenti internazionali vincolanti per affrontare la questione dei detriti orbitali. Hervé Derrey, CEO di Thales Alenia Space, ha osservato che l’Europa deve assumere un ruolo guida, ma ha sottolineato la necessità di regole internazionali per garantire condizioni di parità per l’industria europea e risolvere efficacemente il problema dei detriti.
La lentezza dello sviluppo della regolamentazione internazionale, in particolare all’interno delle organizzazioni delle Nazioni Unite, rappresenta una sfida. Aschbacher ha sottolineato la necessità di adesione o regolamentazione internazionale, riconoscendo che l’obiettivo della Carta Zero Debris di stabilire regole zero detriti entro la fine del decennio potrebbe non essere abbastanza rapido per alcuni. Bertling ha sottolineato l’importanza di una vera regolamentazione internazionale per ottenere il controllo sulla situazione dei detriti ed ha espresso preoccupazione per la mancanza di preoccupazione da parte di alcune nazioni ed entità.
In conclusione, gli sforzi collaborativi dell’ESA e dei principali produttori di satelliti europei per sviluppare la Carta Zero Debris riflettono un approccio proattivo per affrontare il problema urgente dei detriti orbitali. Sebbene la natura non vincolante della carta sia un punto di partenza, si spera che apra la strada a normative internazionali più severe per garantire la sostenibilità a lungo termine delle attività spaziali e mitigare i rischi associati all’accumulo di detriti nell’orbita terrestre.
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