Il Deep web o web sommerso, è una sezione parallela della rete alla quale si può accedere solo attraverso particolari programmi ed è spesso utilizzata per attività illegali quali compravendita di sostanze stupefacenti illegali, compravendita di armi, compravendita di carte di credito false, attività mafiose, vendita di materiale pedopornografico, servizi da assassini, vendita di medicine, servizi da parte di hacker, vendita di snuff movie e altro ancora.
Ad esso appartengono altre sottocategorie come il Dark Web, il Charter Web e il Marianas Web (l’ultimo strato di internet). Di queste ulteriori stratificazioni della rete non si conosce molto e la porta d’ingresso è garantita solo con determinati programmi.
Deep web: ecco le sue insidie
Ma perché dovrebbe preoccuparci il Deep web? Perché è lì che avviene la compravendita dei nostri dati personali. Grazie ad un’indagine svolta dall’azienda di sicurezza informatica Kaspersky, analizzando circa 10 mercati illegali online, sono emersi i costi dei dati personali sul Deep Web:
- Dettagli della carta di credito: da 5 a 16 euro;
- Scansione della patente: da 4 a 21 euro;
- Scansione del passaporto: da 4 a 13 euro;
- Servizi in abbonamento: da 0,40 centesimi a 7 euro;
- Dati identificativi (nome completo, codice fiscale, data di nascita, email, numero di cellulare): da 0,40 centesimi a 8 euro;
- Selfie con i documenti (passaporto, patente): da 33 a 50 euro;
- Cartelle cliniche: da 0,84 centesimi a 25 euro;
- Conto corrente bancario: da 1/10% del valore;
- Conto PayPal: da 42 a 418 euro.
Purtroppo queste informazioni, sottratte illegalmente ai legittimi proprietari da criminali senza scrupoli, vengono rivendute o utilizzate per portare avanti altre azioni criminose o diventano oggetto di ricatto. Ci si può difendere da tutto questo?
Sì, utilizzando con coscienza i propri dati personali. Sembra una banalità eppure, il 43% dei Millennial italiani non prende sul serio il problema, e non utilizza il web con consapevolezza. Ed è strano che siano proprio i millennial a cedere a tanta leggerezza, essendo essi proiettati in rete sin da sempre.
Diventa fondamentale non condividere con nessuno password, email, dati bancari, foto e video intimi, dati finanziari, dati importanti, carte di credito, patente, carte di identità, codici fiscali, passaporti e altro, se non in determinate situazioni verificate, affidabili e controllate. Bisogna tutelarsi attraverso una VPN e servizi affidabili di sicurezza informatica. Inoltre bisognerebbe evitare il più possibile di esporsi eccessivamente su Internet, e in modo particolare sui social.
Infine, è importante guardarsi da messaggi e mail ambigui che richiedono l’inserimento dei propri dati sensibili e delle credenziali di accesso alle carte di credito e segnale alle forze dell’ordine eventuali tentativi di truffa.
Avete scritto una marea di cavolate!
il deep web è semplicemente tutto ciò che non può essere indicizzato, tipo Telegram web, o le email di Google, cioè tutto ciò che i motori di ricerca non possono indicizzare! E può accedervi chiunque utilizzando tor senza paure poiché non succede NIENTE!
tutto quello che avete scritto appartiene al dark web dove per accedervi bisogna essere più esperti e più prudenti ed utilizzare software di terze parti…il marianas web è una cavolata inventata da complottisti e youtuber fanatici…ste cose fatele scrivere a chi un minimo ne capisce.
Buongiorno anche a te Luca 🙂 che il Deep web sia così angelicato così come ce lo descrivi tu a noi non risulta, così come non lo è tutto il web in sé, ma saremo felici di ricrederci. Puoi fornirci fonti insindacabili che asseriscono che nel Deep web non esiste il traffico di dati personali? Grazie, sarò lieta di rettificare l’articolo. Felice 2021 🙂