Se pensavi che i buchi neri fossero inquietanti, aspetta di sentire questo. Secondo alcune teorie della fisica quantistica, l’universo potrebbe sparire all’improvviso, senza preavviso, senza rumore, senza possibilità di evitarlo. Il colpevole? Un fenomeno chiamato decadimento del falso vuoto.
Sì, suona come il titolo di un film sci-fi di serie B, ma è una possibilità teorica reale. Tranquillo però: nessun countdown. Se succede, non te ne accorgerai nemmeno.
Cos’è il falso vuoto?
Per capire il problema, serve partire dalla base: lo “spazio vuoto” non è veramente vuoto. È permeato da campi quantistici, uno dei quali è il famigerato campo di Higgs — quello che dà massa alle particelle.
E qui viene il colpo di scena: il nostro universo potrebbe non trovarsi nello stato più stabile possibile di questo campo, ma in uno stato “buono, ma non ottimale”. Questo stato si chiama falso vuoto.
Immagina una pallina ferma in una buca, ma con una buca più profonda poco più in là. La pallina sembra stabile, ma potrebbe cadere ancora più in basso. E se lo fa… tutto cambia.
Decadimento del falso vuoto: la bolla che cancella tutto
Il decadimento del falso vuoto avviene quando, in modo del tutto casuale e imprevedibile, una piccolissima porzione dello spazio scivola nello stato di vuoto vero. Quel punto diventa una bolla di nuovo universo, dove le leggi della fisica sono diverse.
Il problema? Questa bolla si espanderebbe alla velocità della luce, trasformando ogni cosa che tocca. Atomi, stelle, galassie, il Wi-Fi di casa tua: spariti all’istante. E non potremmo nemmeno vederla arrivare. Niente esplosioni spettacolari, solo il game over silenzioso del cosmo.
Perché c’entra il bosone di Higgs?
Il sospetto che il nostro universo sia in un falso vuoto nasce proprio dalla massa del bosone di Higgs, scoperto nel 2012 al CERN. Secondo alcuni calcoli (da prendere con le pinze), quel valore indica che potremmo vivere su una lama di rasoio quantistica: stabile oggi, ma potenzialmente instabile in futuro.
Non tutti i fisici sono d’accordo, e nuovi dati potrebbero ribaltare questa interpretazione. Ma l’ipotesi è sul tavolo. E fa riflettere.
Dobbiamo preoccuparci?

No. Teoricamente, il decadimento del falso vuoto potrebbe non avvenire per trilioni di trilioni di anni. O forse mai. Dipende da dettagli che la fisica moderna non ha ancora pienamente compreso, come il comportamento del campo di Higgs a energie estreme.
E se anche accadesse, non lo sapresti mai: nessun dolore, nessun preavviso, nessun segnale. Solo una bolla di vuoto vero che ti colpisce a velocità luce e ti cancella dall’equazione dell’universo.
A cosa serve studiare un fenomeno così assurdo?
Non è solo fanta-fisica. Il decadimento del falso vuoto è un banco di prova per le nostre teorie fondamentali: ci costringe a rimettere in discussione le basi del Modello Standard, a cercare nuovi scenari e magari a scoprire che l’universo è più stabile di quanto temiamo.
Serve anche a capire come funzionano davvero i campi quantistici, come si è evoluto il cosmo e quali sono i veri limiti della realtà che conosciamo.
Sì, l’universo potrebbe spegnersi da un momento all’altro. Ma non oggi.
Il decadimento del falso vuoto è uno di quei fenomeni che ti ricordano quanto è sottile il filo che tiene tutto insieme, ma anche quanto è straordinario che l’universo funzioni così bene, così a lungo.
Non è il tipo di rischio da inserire nella tua lista delle preoccupazioni quotidiane. Ma è una di quelle idee che fanno girare la testa — nel senso buono.
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