La guerra contro il pezzotto non si ferma mai, e stavolta Dazn vuole fare sul serio. Secondo recenti indiscrezioni, la piattaforma di streaming sportivo sta pianificando di costituirsi parte civile in una causa penale per individuare e punire chi utilizza il ‘pezzotto’ o guarda partite illegalmente tramite VPN. Una mossa che solleva molte domande e fa riflettere gli utenti: quanto sono davvero sicuri dietro una VPN?
VPN: protezione totale o semplice illusione?
Molti utenti scelgono una VPN (Virtual Private Network) per accedere a contenuti bloccati o per aggirare le restrizioni geografiche, pensando che li renda completamente anonimi e irrintracciabili. Ma la realtà potrebbe non essere così semplice. Le VPN, per quanto utili, non sono invincibili. Quando parliamo di attività sospette come lo streaming illegale, la polizia e la magistratura hanno strumenti e poteri per richiedere informazioni dettagliate ai provider VPN, come spiega Maria Pia Izzo, giurista esperta in sicurezza informatica.
“Non è detto che una VPN garantisca sempre l’anonimato assoluto,” sottolinea Izzo. “Molto dipende dal provider e dalle sue politiche interne, ma anche dalla collaborazione che può fornire alle autorità.” Dunque, chi pensa che una VPN sia un manto invisibile potrebbe ritrovarsi a fare i conti con una realtà più complessa.
Il caso Dazn e la collaborazione delle autorità
Dazn sembra intenzionata a chiedere alla Procura di Catania l’elenco degli utenti coinvolti nella maxi inchiesta che ha smantellato oltre 2.500 canali pirata. L’obiettivo? Costituirsi parte civile per ottenere risarcimenti e danni economici. L’idea di perseguire chi utilizza il pezzotto ha un forte valore simbolico e legale: stabilire un precedente che possa dissuadere futuri utenti dal cercare scorciatoie illegali per guardare le partite.
E qui entra in gioco la VPN. Come protezione per chi cerca di eludere i blocchi geografici o nascondere la propria identità, la VPN è sicuramente uno strumento efficace. Ma è anche vero che, su ordine dell’autorità giudiziaria, i provider VPN possono essere obbligati a consegnare dati relativi all’utilizzo del servizio. Inoltre, l’ISP (Internet Service Provider) riesce comunque a vedere che l’utente si sta connettendo a un server VPN, anche se non può tracciare l’attività specifica.
Le VPN sono sicure? La verità dietro l’anonimato online
La sicurezza di una VPN dipende da una serie di fattori, inclusa la crittografia dei dati e la politica di registrazione del provider. Alcuni provider sono noti per non conservare alcun log, ma altri, invece, potrebbero dover rispettare leggi locali che richiedono la registrazione di determinati dati. Questo significa che, sebbene la tua attività sia crittografata, il tuo indirizzo IP originale potrebbe comunque essere collegato a te.
Inoltre, anche se la navigazione VPN è effettivamente protetta tramite tunnel sicuri, non è a prova di errore. I provider VPN, come ogni servizio, potrebbero essere soggetti a errori di sicurezza o obblighi di legge che ne compromettono la capacità di mantenere i dati al sicuro. E, come sottolineato da Maria Pia Izzo, la collaborazione del provider con le autorità può rendere possibile l’identificazione degli utenti che pensano di essere al riparo.
Cosa succede se vengo identificato?
Il rischio per chi utilizza VPN e altre tecnologie per accedere a contenuti illegali non è solo una multa: potrebbe includere azioni legali e anche richieste di risarcimento da parte delle piattaforme danneggiate. Dazn, ad esempio, punta a costituirsi parte civile proprio per ottenere risarcimenti. E anche se le VPN possono proteggerti dai rischi legati all’anonimato, la normativa è chiara: l’utilizzo di tali strumenti per eludere la legge resta comunque illegale.
Chi utilizza VPN per guardare contenuti senza autorizzazione deve quindi essere consapevole che le promesse di anonimato assoluto sono spesso sovrastimate. Non basta nascondersi dietro un indirizzo IP fittizio per sfuggire alle conseguenze legali.
Cosa fare per essere veramente al sicuro?
Il consiglio principale? Evitare di commettere reati informatici. Se vuoi guardare le partite, il modo più sicuro è sottoscrivere un regolare abbonamento. Le VPN possono essere uno strumento utile per proteggere la tua privacy, ma non dovrebbero mai essere usate come scudo per attività illegali.
L’anonimato in rete è una questione complicata, e le leggi sulla sicurezza informatica si stanno adattando velocemente alle nuove tecnologie. Meglio essere informati e agire in modo consapevole, evitando di incappare in situazioni spiacevoli che potrebbero costarti caro.
E tu? Sei davvero sicuro di come usi la tua VPN? Commenta e condividi questo articolo per far conoscere anche agli altri i rischi reali dietro l’utilizzo improprio di queste tecnologie!