La NASA ha confermato che DART si è scontrato con successo con l’asteroide Dimorphos alle 19:14 ET del 26 settembre, ma di cosa si è trattato? E perché ha avuto un clamore mediatico tanto grande?
Lo scorso lunedì 26 settembre, la missione Double Asteroid Redirection Test (DART) della NASA ha messo alla prova le capacità dell’umanità di alterare il percorso di un asteroide sbattendo contro Dimorphos, una piccola luna in orbita attorno all’asteroide più grande Didymos.
Gli asteroidi non rappresentano una minaccia per la Terra, ma ha consentito alla NASA di testare un approccio cruciale alla difesa planetaria in un modo che sia sicuro per il nostro pianeta, inoltre siamo potuti tutti essere testimoni di questo avvenimento.
La navicella spaziale ha già trascorso alcune settimane eccitanti, con la sonda che aveva ottenuto la sua prima visione di Didymos, che è largo circa 780 metri (2.560 piedi), e DART ha rilasciato LICIAcube, un veicolo spaziale secondario dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ha una telecamera per riprendere l’impatto e documentare l’effetto di DART su Dimorphus una volta che lo colpisce.
Perché è stata messa in moto la missione DART?
Questa è una vendetta per i dinosauri? No, ciò che ha fatto la missione ci aiuterà a spingere via gli asteroidi in modo da non finire come tutte le specie che non sono sopravvissute all’impatto di Chicxulub.
La NASA ha inviato una sonda per scontrarsi di proposito con un asteroide per determinare se “l’impatto cinetico” è un modo efficace per cambiare il corso di eventuali rocce spaziali pericolose che si dirigono verso di noi. La navicella spaziale è andata a sbattere contro la luna larga 160 metri (525 piedi) a circa 24.140 chilometri orari (15.000 miglia orarie) trasferendo la sua energia cinetica all’asteroide più piccolo, avvicinandolo al suo compagno più grande.
Tutto ciò ha fatto in modo tale che Dimorphus orbiterà attorno a Didymos almeno 73 secondi più velocemente di prima; per chiarezza c’è tuttavia da dire che ad oggi non ci sono oggetti conosciuti che abbiano traiettorie che puntano sulla Terra, e lo stesso valeva per l’oggetto di questa missione, tuttavia secondo quanto afferma la NASA:
“La difesa planetaria sta trovando asteroidi prima che trovino noi”.
A tal proposito si è espresso anche Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la scienza della NASA, il quale durante una conferenza stampa ha detto:
“Questi oggetti stanno sfrecciando nello spazio e ovviamente hanno segnato la Luna e, nel tempo, anche sulla Terra hanno avuto un impatto importante, hanno influenzato la nostra storia. DART è una prima missione per cercare di eliminare davvero di mezzo un oggetto di minaccia in un esperimento diretto”.
La navicella, come da programma, ha continuato a scattare foto dell’avvicinamento fino a due secondi dall’impatto, e a priori non era chiaro se questo sarebbe stato condiviso con il mondo immediatamente o dopo averlo fatto. L’intero veicolo spaziale pesava circa 500 chilogrammi (1.100 libbre), circa quello di una piccola automobile, e viaggiava a 6,6 chilometri (4,1 miglia) al secondo.
L’obiettivo era ridurre la velocità di Dimorphus di 0,4 millimetri al secondo, una quantità minima ma sufficiente per creare un cambiamento apprezzabile nel tempo. Riducendo la sua velocità, la luna si avvicinerà a Didimo, ed il team aveva previsto che il suo eventuale periodo orbitale, attualmente molto prevedibile di 11 ore e 55 minuti, sarebbe stato ridotto di circa 10 minuti
Se un asteroide stesse venendo verso di noi, questo potrebbe essere abbastanza buono da evitare la catastrofe purché agissimo con un sacco di tempo a disposizione.
L’evento principale ha avuto una copertura in diretta su tutti i canali della NASA, inclusi Youtube, Facebook e Twitter, dove i membri della missione hanno discusso cosa stava accadendo e cosa sarebbe accaduto, condividendo la scienza e le intuizioni di DART e degli asteroidi. L’impatto, che era previsto per le 19:14 ET di lunedì 26 settembre, ha seguito il piano, con il briefing televisivo che ha avuto inizio alle 18:00 ET (22:00 UTC).
A partecipare all’evento ci sono stati anche quelli del team del Virtual Telescope Project, i quali hanno eseguito un’osservazione dal vivo dell’impatto con il telescopio, nella speranza di individuare un aumento della luminosità dalla collisione.
Per quanto riguarda vedere l’impatto di successo a distanza di tempo ci ha pensato LICIACube che volerà oltre tre giorni dopo l’impatto e fornirà immagini del cratere e prenderà alcune misurazioni iniziali, ma il vero seguito sarà la missione Hera dell’Agenzia spaziale europea, la quale arriverà al sistema di asteroidi binari nel 2027 e fornirà un’analisi dettagliata dell’effetto di DART su Dimorphos.
Fino ad allora, i telescopi terrestri terranno d’occhio il sistema e forniranno aggiornamenti su come sta andando l’alternanza dell’orbita, mentre se vuoi vedere il fantastico filmato dell’incidente e persino il filmato della collisione catturato dai telescopi terrestri, puoi farlo qui.
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