Innumerevoli idee possono essere applicate alla plastica riciclata: da nuove bottiglie a oggetti di design, da sculture artistiche fino a nuovi materiali da costruzione, come i mattoni che un’imprenditrice keniana produce nel suo paese natio, risolvendo un problema che molti governi sembra ignorino o non contemplino a sufficienza.
Le plastiche ottenute da carburanti fossili sono presenti nel nostro pianeta da più di 100 anni. La produzione di miriadi di oggetti in plastica ha subito un’accelerazione soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, riuscendo a cambiare radicalmente le abitudini e la vita della società per come la conosciamo oggi.
Non va dimenticato infatti che l’introduzione di elementi in plastica ha, tra le altre cose, rivoluzionato la medicina, (pensiamo ad esempio ai dispositivi salvavita) ma anche il mondo delle automobili e degli aerei, così come del comparto alimentare e moltissimi altri settori, tanto che se pensiamo a un qualcosa che non possa essere fatto di plastica riusciamo a fatica a immaginarlo.
Le comodità offerte da questo materiale, però, hanno innescato una serie di (insane) abitudini e (false) sicurezze circa la compatibilità dell’utilizzo – soprattutto per quanto riguarda l’usa e getta – con l’ambiente circostante e gli equilibri naturali.
Non solo oggetti di plastica usati per pochi minuti che rimangono nell’ambiente per centinaia di anni ma anche microplastiche che stanno letteralmente invadendo gli organi vitali del corpo animale e umano.
Fortunatamente, molte sono le iniziative – sia da parte di enti, comunità scientifiche, governi, che di singoli cittadini – che vanno verso un cambiamento radicale prima di tutto a livello della “cultura della plastica” e di conseguenza che possa rimediare ai danni finora raggiunti dall’uso indiscriminato di questo materiale.
Una delle iniziative di successo arriva dal Kenia, da parte di una donna che “stanca di non fare nulla al riguardo” mentre il governo di Nairobi non riusciva a trovare una soluzione all’invasione di plastica nel paese, ha messo in campo il suo ingegno, creando qualcosa di veramente utile e innovativo.
La plastica riciclata diventa mattone, e non solo
Nzambi Matee, una giovane donna keniana, ha avviato un’azienda che produce mattoni, fatti con la plastica riciclata, e non solo ha creato un materiale sostenibile ma il risultato è un prodotto addirittura da 5 a 7 volte più resistente del cemento. Nzambi Matee ha fondato Gjenge Makers Ltd, un’azienda che trasforma i rifiuti di plastica in materiali da costruzione durevoli, e ha persino progettato dei macchinari specifici per la produzione dei mattoni.
La fabbrica produce una varietà di diverse mattonelle da pavimentazione. Nzambi Matee afferma: “Ci sono alcuni rifiuti che non possono più essere trasformati né riciclati, e questo è ciò che otteniamo da questa specifica tipologia di rifiuti’’. Il risultato? Una linea di materiali da costruzione versatili, disponibili in diversi colori e che costano in media solo 7 Euro al metro quadrato.
La volontà della donna ingegnere dimostra che tutto è possibile e che con buona volontà e impegno si potranno raggiungere ottimi risultati, e soprattutto una nuova società “plastic free”, nella quale gli imballaggi e i contenitori esistenti potranno trovare nuova vita e i nuovi materiali eco compatibili sostituiranno quelli altamente inquinanti.
Nel video che segue, il racconto di Nzambi Matee sul suo lavoro, che rende benissimo la genialità e la semplicità dell’opera, e al tempo stesso la drammatica situazione che ha assunto il problema della plastica, che non è così lontano come ci piacerebbe poter credere..