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Lettura: Cosa mangiavano i pirati nel XVII secolo? Tra alimenti e conservazione
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Curiosità e rumor

Cosa mangiavano i pirati nel XVII secolo? Tra alimenti e conservazione

L’alimentazione dei pirati è molto diversa da come la intendiamo noi oggi: alcuni cibi che consumavano ti lasceranno davvero senza parole

Erica Ferrea 1 anno fa Commenta! 3
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Se ti chiedessi di pensare ai pirati, quello che ti verrebbe in mente sarebbe sicuramente Jack Sparrow de I Pirati Dei Caraibi, con le bottiglie di rum che consumava alle tavole calde. Quando, però, i pirati del XVII secolo erano in viaggio non potevano ovviamente cibarsi di alimenti caldi o conservati a lungo e infatti avevano una dieta molto particolare.

La dieta dei pirati

La gastronomia dei pirati: sulle navi non potevano mangiare qualsiasi cosa

Innanzitutto, bisogna sapere che in quel periodo non era possibile conservare i cibi come facciamo noi oggi con un semplice frigorifero, e proprio per questo a bordo nessuno poteva mangiare frutta e verdura fresca, alcuni tipi di carne o di formaggi, dato che tutto quello che portavano con sé deperiva dopo pochi giorni di navigazione. Inoltre, quello che tenevano nella chiglia non poteva essere perfettamente mantenuto, per via di tutte le infiltrazioni di acqua all’interno dell’imbarcazione.

Usavano con molta frequenza spezie aromatiche, pepe, erbe e cumino e tantissime varietà di peperoncino in modo tale da rendere i cibi un po’ più saporiti. In seguito, i peperoncini sono stati poi utilizzati per preparare diversi condimenti, ma non solo, visto che anche altri ingredienti venivano impiegati per preparare delle salse, come per esempio la papaya, il pomodoro o l’ajilimojili, oggi conosciuto come piatto tipico di Porto Rico, con limone e aglio.

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Dato che i pirati viaggiavano molto, avevano la possibilità di recarsi in diverse zone del mondo e di conseguenza incontrare animali differenti, dei quali si cibavano. Tra i vari animali che finirono nei piatti di queste persone si possono ricordare: la carne dei fenicotteri, quella degli armadilli, quella della tartaruga e anche delle scimmie. Oggi invece pensare di mangiare la carne di questi animali farebbe storcere il naso, concordi?

Un aspetto che non mancava assolutamente mai nella loro dieta era ovviamente l’alcol, e in questo I Pirati dei Caraibi sono stati molto fedeli nel riportare la realtà. Infatti, bevande come rum, la tequila oppure il brandy erano considerate un ottimo bottino, anche perché si riteneva che fosse merce preziosa in grado di aiutare a dare un maggiore sostentamento, dato che con il solo cibo non poteva essere raggiunto un livello ottimale.

Ovviamente, con una simile alimentazione non erano rari i problemi di salute, dato che inevitabilmente vi erano alcune carenze nutrizionali, e infatti in molti soffrivano di debolezza fisica o di malattie come lo scorbuto. Dall’altro lato, però, mangiare questi tipi di carne forniva un adeguato apporto proteico, e le spezie e l’alcol erano considerati degli ottimi aiuti per via delle loro proprietà antibiotiche e anestetiche, poiché potevano essere utili non solo per nutrirsi, ma anche per curare alcune ferite.

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