Siamo tutti a conoscenza di quanto Twitch sia esploso negli ultimi anni, grazie ad un’idea tanto semplice quanto complessa: fornire quello che la TV ed i mezzi di fruizione video non avevano mai dato, una completa ed immediata interazione tra spettatore ed il creatore del contenuto, arrivando persino all’interno delle automobili.
Il lento declino di Youtube, causato in parte anche dai vari problemi legati al copyright, non hanno fatto altro che spianare la strada alla piattaforma di streaming, che ha saputo cogliere la palla al balzo, collezionando nel corso della sua scalata circa 355 miliardi di minuti guardati dagli utenti all’anno, dai 2 ai 3 milioni di streamer attivi ogni mese e una quantità incredibile – circa 120 milioni – di clip generate ogni anno.
E sono proprio queste clip ad aver generato nelle ultime ore grossi problemi per gli streamer di tutto il mondo, che si sono ritrovati con svariati copyright strike ed avvisi da parte della Recording Industry Association of America (RIAA), per utilizzo improprio di tracce audio protette appunto da copyright.
Ma andiamo ad analizzare in modo approfondito i fatti.
Copyright Twitch: bastano 3 strike per ottenere un ban permanente
L’intera questione, come affermato da Twitch stesso nel tweet riportato qui sopra, è un primo storico: mai prima d’ora l’industria musicale si era preoccupata di controllare e monitorare l’utilizzo della propria musica su questa piattaforma, probabilmente per la scarsa conoscenza di queste aziende riguardo l’operato della piattaforma.
Ad insaputa dei proprietari legittimi del copyright, infatti, decine di migliaia di persone hanno riprodotto, remixato, ed in generale utilizzato brani per anni all’interno delle loro trasmissioni, ogni giorno.
Per fare un esempio concreto, immaginiamo che un canale Twitch sia seguito, in media, da 10000 viewers contemporaneamente, e decida, per le 6 ore di streaming che ha intenzione di trasmettere, di ascoltare la propria playlist Spotify. Ebbene, quelle sei ore di musica vengono distribuite a diecimila persone che non hanno pagato per quel servizio e che non hanno dunque alcun diritto di fruire di tale contenuto.
Per questo motivo, clip e vod risalenti anche a più di 3 anni fa stanno venendo segnalati e ciò rischia di causare danni enormi alle persone che vivono grazie a Twitch e potrebbero veder chiuso il proprio canale.
È bene precisare che nelle proprie condizioni di utilizzo, Twitch si è sempre schierata tutelando i detentori del copyright: “Non è consentito includere nei propri streaming o VOD (trasmissioni passate, anteprime precedenti, contenuti in evidenza, clips e caricamenti) musica di cui non si è proprietari, a eccezione nei casi descritti di seguito o altrimenti consentiti dalla normativa vigente.”
L’utilizzo che è stato fatto da praticamente tutti i broadcaster della musica, come il semplice inserire brani come sottofondo per la propria partita a Fortnite, League of Legends o COD, è quindi a tutti gli effetti, illegale.
I’ve been issued 2 copyright strikes on my channel (both from clips over a year old) in the past week and told that if they find one more violation in my clips, my twitch account will be permabanned. (1/4) pic.twitter.com/y8pft3spdq
— leslie (@fuslie) June 7, 2020
Con solo 3 strike a disposizione prima di un ban permanente dalla piattaforma, Twitch non ha alcun interesse a vedere bannati autori che quotidianamente portano migliaia di persone sul loro sito e ha affermato che sta operando attivamente per sistemare questa controversa situazione.
A rendere il tutto ancor più strano, sono le affermazioni di alcuni broadcaster che sostengono di aver ricevuto 4 o più strike senza essere però bannati dalla piattaforma. Sembra chiaro che Twitch stesso non sia del tutto al corrente di cosa sta accadendo, e che la piattaforma abbia seri problemi tecnici che si stanno sommando ad una situazione incerta che pesa sulle spalle di tanti content creator che ogni giorno si affidano a Twitch.
La questione è dunque molto complicata: da un lato ci sono le grandi aziende dell’industria musicale, che non accettano che i brani di loro proprietà vengano distribuiti a migliaia di persone che non hanno il diritto di accedervi, e dall’altro gli streamer, che vengono puniti solamente ora per clip e VOD anche molto datati, senza mai un avviso da parte di Twitch e possibilità di replicare o difendersi.
Nel mezzo di tutta questa questione c’è proprio Twitch, che sarà chiamato, nei prossimi giorni, a prendere decisioni difficili: siamo certi che gli streamer verranno tutelati, e che se vi dovessero essere ban per motivi di copyright, che questi verranno rimossi il prima possibile.
D’altronde è nell’interesse sia di Twitch, sia dei broadcaster, risolvere la vicenda al più presto.