Ti è mai capitato di pensare che ormai, dopo secoli di scavi, non ci fosse più niente da trovare? E invece no. Sotto la giungla guatemalteca, silenziosamente, la storia aspettava ancora di essere raccontata. Ed è proprio quello che è successo: archeologi hanno appena scoperto un complesso maya antico in Guatemala, risalente a quasi 3.000 anni fa. E il bello? Ci sono piramidi, santuari e perfino un sistema di canali davvero unico.
Un ritrovamento che cambia la mappa della civiltà maya
La scoperta arriva da tre nuovi siti: Los Abuelos, Petnal e Cambrayal, a pochi chilometri dal celebre centro archeologico di Uaxactún, nel nord del Guatemala. Una zona che già ci ha regalato tesori, ma che stavolta si è superata.
A dirlo è il Ministero della Cultura e dello Sport guatemalteco, che ha definito il sito “uno dei più importanti centri rituali della regione”. E non lo dicono a caso: qui sono stati ritrovati santuari sacri, strutture monumentali e due figure antropomorfe in pietra considerate la rappresentazione di una coppia ancestrale. Roba da brividi.
A Los Abuelos, tra antenati e spiritualità

Il sito chiamato “Los Abuelos” — che in spagnolo vuol dire “i nonni” — ha subito catturato l’attenzione degli archeologi. Due statue umanoidi sembrano rappresentare una coppia ancestrale, forse adorata o venerata durante rituali. E attorno, un insieme di edifici sacri lascia immaginare un’intensa attività spirituale e cerimoniale.
Ma c’è di più: le pitture murali recuperate in alcune stanze mostrano personaggi con copricapi piumati, scudi, simboli di potere. Insomma, un’area importante per la cultura maya, che riscrive — letteralmente — i libri di storia.
Petnal e la piramide da 33 metri
A est di Los Abuelos si trova Petnal, che ospita una piramide alta 33 metri. Alla sua sommità, sono state ritrovate due stanze affrescate, ancora intatte, con simboli di grande valore rituale. Non stiamo parlando solo di muri colorati, ma di vere e proprie narrazioni visive scolpite nel tempo.
Il vice ministro Luis Rodrigo Carrillo ha dichiarato che questa struttura potrebbe cambiare il modo in cui comprendiamo la vita cerimoniale dei maya in questa regione.
Cambrayal: dove anche l’acqua era sacra
E poi c’è Cambrayal, a circa cinque chilometri di distanza. Qui i ricercatori hanno trovato qualcosa di mai visto prima: un sistema di canali all’interno di un palazzo. Sì, canali. Non fognature rudimentali, ma vere opere ingegneristiche, segno che anche l’acqua aveva un ruolo simbolico e strategico importantissimo.
Una scoperta del genere lascia intendere che questo triangolo urbano — Los Abuelos, Petnal e Cambrayal — formasse un centro politico e religioso integrato e finora sconosciuto.
Un tassello in più nel mosaico maya

Questo nuovo complesso maya antico in Guatemala è stato individuato grazie alla collaborazione tra archeologi guatemaltechi, slovacchi e ricercatori internazionali, coordinati dal progetto PARU e supportati dall’Università Comenius di Bratislava.
La tecnologia, ancora una volta, ha dato una grossa mano: tecniche come il laser mapping hanno permesso di individuare strutture coperte dalla vegetazione, rivelando collegamenti mai visti prima tra città, villaggi e santuari.
E non è finita qui. Nei mesi scorsi, nella vicina Tikal, era stato scoperto un altare con resti umani, probabilmente non realizzato dai maya stessi ma da artisti formati nella lontana Teotihuacan. Segno che questa civiltà, oltre che avanzata, era anche profondamente connessa ad altri mondi.
Quanto ancora possiamo scoprire sotto i nostri piedi?
Pensaci: se nel 2025 salta fuori un intero complesso maya antico in Guatemala che non conoscevamo, quanti altri segreti si nascondono nella giungla, sotto le pietre o nei resti ancora non scavati?
La storia non è finita. Anzi, è appena cominciata.
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