Un evento spettacolare sta affascinando gli astronomi di tutto il mondo. La cometa C/2025 K1 (ATLAS) si è frammentata in tre enormi pezzi, offrendo uno spettacolo visibile anche con telescopi amatoriali di medie dimensioni. Secondo l’astronomo italiano Gianluca Masi, che ha immortalato la scena con il progetto Virtual Telescope 2.0, è “una delle comete più interessanti osservate negli ultimi anni”.
La cometa che si è spaccata in tre

Il nucleo della cometa C/2025 K1, osservato con telescopi a controllo remoto, mostra tre frammenti luminosi che brillano come fari contro l’oscurità dello spazio. L’osservazione è stata effettuata martedì scorso e le immagini rivelano un processo di disgregazione in corso.
L’evento non è collegato all’oggetto interstellare 3I/ATLAS: K1/ATLAS proviene dai confini del Sistema Solare, non da un altro sistema stellare. Gli astronomi ritengono che la cometa abbia avuto origine nella Nube di Oort, un’enorme riserva di corpi ghiacciati che circonda il nostro sistema planetario a decine di miliardi di chilometri di distanza.
Un viaggio dalle profondità del Sistema Solare
La cometa è stata individuata per la prima volta nel maggio 2025, grazie al telescopio dell’El Sauce Observatory in Cile, durante una campagna di osservazione dell’ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), il programma finanziato dalla NASA che monitora il cielo per individuare oggetti potenzialmente pericolosi per la Terra.
Dopo essere stata “spinta” gravitazionalmente verso l’interno del Sistema Solare, C/2025 K1 ha raggiunto il punto di massimo avvicinamento al Sole l’8 ottobre.
È stato proprio durante quel passaggio che la cometa ha iniziato a mostrare segni di instabilità: a fine ottobre e inizio novembre, diversi telescopi hanno rilevato due improvvisi aumenti di luminosità, segnale tipico di un corpo celeste che si sta frammentando.
Cosa succede quando una cometa si disintegra
Le comete sono composte principalmente da ghiaccio, roccia e polveri. Quando si avvicinano al Sole, il calore provoca la sublimazione del ghiaccio, cioè il passaggio diretto da solido a gas. Questo processo fa espellere materia dal nucleo e crea la caratteristica coda di polveri e gas.
Se il nucleo è fragile, le sollecitazioni gravitazionali e termiche possono romperlo in più parti, come sta accadendo a C/2025 K1.
La rottura è così evidente che anche chi possiede un telescopio da 20 centimetri o più può osservare i tre frammenti distinti, ciascuno circondato da una nube di materiale in espansione.
Masi, nel suo resoconto, ha spiegato che “la frammentazione di questa cometa è tra le più spettacolari mai osservate di recente” e che “offre una rara occasione per studiare da vicino la disgregazione dei corpi ghiacciati del Sistema Solare”.
Come osservare la cometa dalla Terra

Chi dispone di un telescopio amatoriale potrà osservare la cometa per alcune settimane, poiché rimarrà visibile mentre si allontana dal Sole e si avvicina alla Terra.
Il 25 novembre, il progetto Virtual Telescope 2.0 trasmetterà in diretta streaming l’avvicinamento più prossimo al nostro pianeta, a circa 60 milioni di chilometri di distanza.
Per chi non ha strumenti di osservazione, sarà possibile seguire tutto sul sito ufficiale del Virtual Telescope Project, che permetterà di assistere online al fenomeno in tempo reale.
Non è la prima cometa a frantumarsi
Le disgregazioni cometarie non sono rare, ma poche vengono documentate con questa chiarezza.
Il caso più famoso resta quello della cometa Shoemaker-Levy 9, che nel 1994 si spezzò in oltre 20 frammenti e colpì Giove, lasciando cicatrici visibili per settimane nell’atmosfera del pianeta.
Nel caso di C/2025 K1, non ci sono rischi di impatto con pianeti: i frammenti continueranno la loro traiettoria sicura, diventando progressivamente più deboli e diffusi man mano che si allontanano.
Un’occasione preziosa per la ricerca
La rottura di una cometa permette agli astronomi di osservare la composizione interna di corpi antichissimi, residui della formazione del Sistema Solare di 4,6 miliardi di anni fa.
Studiando i gas e le polveri rilasciate, è possibile capire come erano fatti i primi materiali da cui nacquero i pianeti.
Masi sottolinea che “queste osservazioni ci aiutano a comprendere la struttura e la fragilità dei nuclei cometari, oltre a offrire un laboratorio naturale per studiare l’interazione tra radiazione solare e materia primordiale”.
Uno spettacolo cosmico alla portata di tutti

C/2025 K1 non rappresenta una minaccia, ma un’occasione rara: assistere alla morte spettacolare di una cometa che si dissolve sotto l’effetto del Sole.
Chi riuscirà a puntare il telescopio verso la sua posizione potrà vedere una nuvola tripla di luce, come tre fari che si perdono nello spazio.
Per la comunità scientifica, invece, è un promemoria che anche i corpi più antichi e silenziosi del nostro Sistema Solare possono riservare sorprese improvvise.
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