I dinosauri non sono sempre stati i giganti dominatori che conosciamo dai film e dai libri. Circa 230 milioni di anni fa, i primi dinosauri erano creature piuttosto comuni, parte di un ecosistema dominato da rettili molto diversi e, a dir poco, affollato. Tuttavia, in appena 30 milioni di anni, i dinosauri sono riusciti a prendere il controllo del pianeta. Ma come hanno fatto? Cosa ha permesso loro di evolversi e diventare le creature più impressionanti della loro era? La risposta potrebbe essere più inaspettata di quanto pensi: tutto è legato agli escrementi fossilizzati.
Il segreto nei coproliti: cosa ci dice la “cacca dei dinosauri” sull’evoluzione
Un gruppo di scienziati dell’Università di Uppsala, guidato dal paleontologo Martin Qvarnström, ha studiato i bromaliti — fossili di origine digestiva come escrementi e vomito — per comprendere meglio l’ascesa dei dinosauri. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, ci offrono un quadro davvero interessante. I coproliti, ovvero le feci fossilizzate, contengono preziose informazioni sulla paleoecologia di milioni di anni fa: le dimensioni, la dieta e persino la varietà di questi resti sono cambiati nel tempo, indicando che anche gli animali stessi si stavano evolvendo e diversificando.
In parole povere, più grandi e più vari erano i coproliti, più grandi e diversificati erano i dinosauri. I ricercatori hanno raccolto oltre 500 fossili da circa 10 siti nel Bacino Polacco, risalenti a un periodo compreso tra il tardo Triassico e il primo Giurassico (247-200 milioni di anni fa). Analizzando la forma, la dimensione e il contenuto di questi coproliti, il team ha scoperto come i dinosauri siano diventati i padroni del mondo preistorico.
Come l’alimentazione ha plasmato l’ascesa
I primi esemplari erano probabilmente onnivori, mangiavano sia piante che altri animali. Con il passare del tempo, alcuni gruppi si specializzarono: alcuni divennero esclusivamente carnivori, mentre altri si adattarono a nutrirsi di piante, evolvendo in erbivori giganti. L’ascesa dei dinosauri erbivori, in particolare, sembra essere stata favorita da un aumento della varietà di piante disponibili, causato da un periodo di intensa attività vulcanica.
Questo ha permesso la comparsa di grandi erbivori, che a loro volta hanno favorito l’evoluzione di predatori sempre più grandi e specializzati. Così, è nata l’era dei giganti che oggi associamo ai dinosauri. Inoltre, i coproliti degli erbivori più grandi, come i sauropodomorfi, contenevano quantità significative di felci e carbone vegetale. Il team sospetta che il carbone aiutasse a detossificare le felci, che potevano essere tossiche.
Perché i dinosauri hanno avuto successo?
Prima di questa ricerca, esistevano due teorie principali su come i dinosauri abbiano superato gli altri rettili dell’epoca. Alcuni scienziati pensavano che la loro posizione eretta e l’efficienza del movimento li avessero resi fisicamente superiori. Altri sostenevano che i dinosauri avessero avuto più fortuna, essendo meglio adattati ai cambiamenti climatici del periodo.
I risultati di Qvarnström e del suo team, tuttavia, suggeriscono una combinazione di fattori: un equilibrio tra vantaggi fisici e una maggiore capacità di adattarsi alle modifiche dell’ambiente. Per esempio, i dinosauri erano in grado di sfruttare una più ampia varietà di piante rispetto ai loro competitori, come i dicinodonti, che si estinsero perché limitati a una dieta basata principalmente su conifere.
Cosa ci insegna questa ricerca sul passato (e sul presente)
Oggi sappiamo che l’evoluzione dei dinosauri non è stata solo una questione di muscoli o fortuna, ma di adattabilità e di ciò che mettevano (letteralmente) nel piatto. I dinosauri avevano una dieta più varia e questo ha contribuito a renderli così incredibilmente vincenti. Come ha detto il coautore dello studio, Grzegorz Niedźwiedzki: “Mangia le tue verdure e vivrai più a lungo!”.
I fossili ci raccontano non solo la storia dei grandi predatori, ma anche quella delle creature che hanno dovuto adattarsi e sopravvivere, evolvendosi in risposta alle sfide dell’ambiente. E alla fine, il messaggio vale anche per noi: l’adattabilità è spesso la chiave del successo.
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