C’è chi li considera il prossimo passo dell’evoluzione digitale, e chi li guarda con sospetto. I microchip sottopelle esistono davvero, e sono già in uso in diverse parti del mondo.
Ma come funzionano? E cosa possono (o non possono) fare?
In questo articolo ti raccontiamo tutto quello che c’è da sapere, senza esagerazioni né paure infondate. Solo i fatti.
Cosa sono esattamente i microchip sottopelle?
Si tratta di dispositivi piccolissimi, poco più grandi di un chicco di riso, impiantati sotto la pelle — di solito nella mano.
Non hanno batteria né alimentazione: funzionano grazie alla tecnologia RFID o NFC, la stessa che usiamo per le carte contactless.
Una volta impiantati, permettono di fare cose come:
- Aprire porte con sensori elettronici
- Pagare nei negozi
- Sbloccare il telefono o il PC
- Salvare dati medici o personali

Chi li usa davvero?
In paesi come Svezia, l’uso di questi microchip è già diffuso tra lavoratori di alcune aziende tech.
In altri contesti, restano una scelta individuale, ma stanno guadagnando popolarità anche tra i curiosi e gli appassionati di biohacking.
La logica è semplice: semplificare le azioni quotidiane, eliminando chiavi, badge, portafogli.
Una sola mano… per tutto.
È sicuro? Ci sono rischi?
Dal punto di vista medico, l’impianto è considerato minimamente invasivo e generalmente sicuro.
Tuttavia:
- C’è sempre un rischio di rigetto o infezione, come in qualsiasi microchirurgia
- I dati memorizzati sul chip sono limitati e spesso non criptati
- Alcuni sollevano dubbi su privacy e tracciabilità
Per ora, questi dispositivi non sono collegati a reti esterne, quindi non trasmettono la tua posizione. Ma il dibattito sulla privacy resta aperto.
Moda tech o futuro inevitabile?
Difficile dirlo con certezza. I microchip sottopelle oggi sono una nicchia curiosa, ma rappresentano un segnale chiaro: stiamo sempre più integrando la tecnologia nel nostro corpo.
Per qualcuno sarà un no secco. Per altri, una naturale evoluzione.
Ma la domanda vera è: tu, lo faresti?
Facci sapere nei commenti se ti incuriosisce l’idea di avere un chip sotto pelle o se ti mette a disagio.
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