Il Clostridioides difficile, conosciuto anche come C. diff, è un superbatterio tra i più pericolosi al mondo che come habitat predilige l’intestino. Si tratta di un superbatterio che generalmente infetta quasi tutti i neonati. Questa predilezione è dovuta al fatto che i neonati molto probabilmente hanno un un intestino “sterile“, il che significa che C. diff non ha concorrenza. Il superbatterio entra in contatto con un neonato per contaminazione ambientale. Circa il 70% dei bambini lo ha nell’intestino, successivamente lo espelle dopo i primi 2 anni.
Il Clostridioides difficile può colpire chiunque, non solo i bambini. Mentre si pensa che i bambini siano immuni alle sue tossine perché non hanno ancora i recettori cellulari a cui si lega la tossina, gli adulti non godono di questa fortuna. Ma se l’adulto è stato infettato anche da bambino, avrà meno problemi.
Clostridioides difficile: qualche informazione sui suoi effetti
Quando la malattia o gli antibiotici riducono la nostra flora intestinale, il C. diff. attacca e può causare un’infezione dell’intestino crasso, con sintomi della malattia che vanno da diarrea, dolore, febbre e nei casi più severi addirittura al decesso. Grazie alle loro endospore, le infezioni da Clostridioides difficile sono diffuse e difficili da eradicare dalle strutture ospedaliere. Le endospore proteggono il superbatterio da condizioni avverse e bassi livelli di nutrienti, un po’ come una piccola tuta spaziale batterica.
Tom Riley, Professore di sanità pubblica presso l’Università dell’Australia occidentale, ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio e alle comprensione delle dinamiche che caratterizzano di questi superbatteri: “Le endospore batteriche sono altamente resistenti ai disinfettanti convenzionali“, ha dichiarato il Professor Riley.
Gli antibiotici sono vitali per il trattamento delle infezioni. Ma l’uso eccessivo che ha fatto l’essere umano di antibiotici ad ampio spettro sta rendendo il nostro intestino vulnerabile alle infezioni: “Gli antibiotici sono più un problema in termini di causa piuttosto che di cura della malattia“, ha spiegato il Professor Riley: “Se hai una flora intestinale normale, non sei suscettibile alle infezioni“.
L’ ampio uso delle cefalosporine come antibiotico è cambiato dove le persone sono state infettate. Il Professor Riley ha specificato che circa 20-30 anni fa, la maggior parte delle infezioni si verificava all’interno degli ospedali: “Ora, la maggior parte dei casi che arrivano provengono dall’esterno dell’ospedale“, ha chiarito lo studioso.
Mentre alcuni governi hanno tentato di rimuovere le cefalosporine dalla medicina del bestiame, il danno era già stato fatto. La maggior parte dei ceppi di Clostridioides difficile sono intrinsecamente resistenti alle cefalosporine di terza generazione: “Il Clostridioides difficile è elencato tra le prime cinque minacce urgenti per la salute pubblica del Centro degli Stati Uniti per il controllo delle malattie“, ha aggiunto il Professor Riley: “Gli australiani non si sono ancora resi conto di questo fatto“.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia tuttavia l’assunzione di antibiotici per il raffreddore e l’influenza. Questo perché sono infezioni virali che gli antibiotici non sono progettati per trattare. Secondo il Professor Riley, dobbiamo anche smettere di usare antibiotici umani nel bestiame poiché creano un terreno fertile maturo per le malattie zoonotiche e cioè le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo.
Ci troviamo ormai in una corsa agli armamenti contro i superbatteri. Non è una lotta che potremo mai vincere completamente, ma se adottiamo le giuste misure, la speranza è quella di poter evitare di perdere completamente.