La Cina ha risposto duramente alle nuove restrizioni introdotte dagli Stati Uniti sull’esportazione di semiconduttori made in USA, temendo che Pechino possa utilizzare tali tecnologie per sviluppare la prossima generazione di armi e sistemi di intelligenza artificiale (AI). Queste nuove misure, presentate dall’amministrazione Biden uscente, hanno rapidamente intensificato le tensioni politiche tra le due maggiori economie mondiali, proprio alla vigilia dell’inaugurazione del presidente eletto Donald Trump.
Lunedì, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annunciato restrizioni alla vendita di 24 tipi di apparecchiature per la produzione di semiconduttori e ha bloccato l’accesso di numerose aziende cinesi alla tecnologia americana. Secondo i funzionari del Dipartimento del Commercio, l’obiettivo è rallentare lo sviluppo di strumenti avanzati di intelligenza artificiale in Cina, utilizzabili in ambito bellico, e indebolire l’industria dei semiconduttori cinese, vista come una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dei loro alleati.
La risposta cinese: un’accusa di abuso
Il Ministero del Commercio cinese ha condannato la decisione americana, accusando gli Stati Uniti di “abuso delle restrizioni all’esportazione” e di rappresentare una “minaccia significativa” per la stabilità delle catene di approvvigionamento e dell’industria globale.
“Gli Stati Uniti predicano una cosa e ne fanno un’altra, ampliando eccessivamente il concetto di sicurezza nazionale, abusando delle misure di controllo delle esportazioni e adottando azioni di bullismo unilaterale. La Cina si oppone fermamente a tali azioni”, ha dichiarato il ministero lunedì in un comunicato.
Il giorno successivo, Pechino ha vietato completamente la vendita agli Stati Uniti di una serie di materiali cruciali per la produzione di semiconduttori e batterie per veicoli elettrici. Gallio, germanio, antimonio e altri materiali “super duri” non potranno più essere esportati, in quanto potenzialmente utilizzabili per scopi militari.
Il contesto della rivalità tecnologica
Queste restrizioni rappresentano un ulteriore capitolo della lunga e crescente rivalità tecnologica tra Stati Uniti e Cina, amplificata dalle preoccupazioni statunitensi su un possibile futuro tentativo cinese di invadere Taiwan. Negli ultimi anni, il Partito Comunista Cinese ha adottato una posizione sempre più aggressiva nei confronti dell’isola, rivendicandola come parte integrante del proprio territorio, nonostante non abbia mai avuto il controllo effettivo su di essa.
I funzionari americani hanno anche accusato la Cina di aver rubato software di intelligenza artificiale prodotto negli Stati Uniti, accusa che Pechino nega fermamente. La nuova ondata di restrizioni include limitazioni alla vendita di chip di memoria ad alta larghezza di banda, essenziali per applicazioni di alto livello come l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa, oltre a nuovi controlli su software e tecnologie.
Secondo il Segretario del Commercio Gina Raimondo, si tratta delle “restrizioni più dure mai attuate dagli Stati Uniti per ridurre la capacità della Repubblica Popolare Cinese di produrre i chip più avanzati che stanno utilizzando nella modernizzazione militare”.
Cosa c’è in gioco per il futuro?
Mentre gli Stati Uniti cercano di rallentare lo sviluppo tecnologico cinese, la Cina continua a intensificare i suoi sforzi per diventare una potenza tecnologica. Nel maggio scorso, Pechino ha annunciato la creazione del suo fondo statale per i semiconduttori più grande di sempre, con un valore di 47,5 miliardi di dollari, con l’obiettivo di rafforzare la posizione della Cina come gigante tecnologico globale.
L’escalation delle restrizioni sui semiconduttori e le accuse reciproche tra Stati Uniti e Cina riflettono una sfida strategica di ampio respiro, dove la tecnologia rappresenta il campo di battaglia principale per il futuro dell’egemonia mondiale.
Conclusione
Chi vincerà questa nuova sfida tecnologica tra Stati Uniti e Cina? Le tensioni sono sempre più alte e la guerra dei chip sembra non avere fine. Seguici sui nostri social e facci sapere nei commenti cosa ne pensi di questa escalation: chi riuscirà a ottenere il predominio tecnologico?