Cibo spazzatura gustoso e soddisfacente non solo per le papille gustative, ma anche per gli occhi; prima di passare dallo stomaco, infatti, il cibo deve risultare appetitoso per il nostro cervello attraverso lo sguardo e più è grasso, meglio è per far scattare l’input. Ma di che input stiamo parlando? Ovviamente di quella vocina dentro la testa che ti spinge a volere smodatamente quella determinata pietanza. Quante volte ti sarà successo?
Capita a tutti e la pubblicità presente sui social, o direttamente nelle TV globali, non aiuta; il marketing è mirato, studiato a puntino per far sì che il target selezionato compri quel determinato cibo considerato spazzatura. In inglese si chiamano junk food tutti quei preparati con un’altissimo contenuto di zuccheri, sale, grassi e calorie. Esiste, però, un modo per contrastare la tentazione dovuta alle belle presentazioni che vediamo e che fanno venire l’acquolina in bocca. A rispondere, infatti, è la scienza che spiega per filo e per segno da dove scatta questo input di golosità per il cibo spazzatura e come fare per frenarlo.
Attenzione, però, perché parliamo di frenatura e non di bloccaggio totale; partiamo dal presupposto che ogni cibaria fa male, ovviamente se mangiata in grandi quantità, e che privarsi del dolcetto per tutta la propria vita può causare l’effetto contrario. Il nostro corpo ha bisogno di ricevere qualche soddisfazione, l’importante è non assecondare le sue richieste sul cibo spazzatura ogni giorno e ad ogni ora.
Cibo spazzatura: da dove parte la voglia di mangiarne sempre di più?
Abbiamo affrontato il discorso del marketing sul cibo spazzatura, con pubblicità che al solo vederle fanno rilasciare endorfine in tutto il nostro corpo. Ma da dove parte, realmente, tutto ciò? Ovviamente dal nostro cervello; esiste, infatti, una regione di esso chiamata corteccia prefrontale dorsolaterale (dlPFC) e viene considerato come l’interruttore principale. Una volta aperto, la nostra golosità non cala e anzi: aumenta di volta in volta scorrendo la home page di Facebook o Instagram. Ciò avviene principalmente con quei piatti che, ai nostri occhi, risultano essere estremamente elaborati.
Un esempio sono i classici panini con hamburger, formaggio e di tanti altri ingredienti visibili, solitamente, nei messaggi pubblicitari di fast food o simili. Come ogni interruttore, però, può essere allenato per far sì che si accenda nel momento desiderato e si spenga subito dopo. In questo modo verrà limitata non solo la voglia per quella pietanza, ma anche l’impulso di acquistare e poi mangiare la stessa. E come? Ebbene, la risposta sembra scontata ma a quanto pare non lo è: facendo sport.
Gli scienziati hanno confermato come lo sport riesca ad aiutare nella regolamentazione della fame da cibo spazzatura e dello stress, principali conduttori per far sì che l’interruttore presente nella corteccia prefrontale dorsolaterale (dlPFC) rimanga sempre aperto. Tutto ciò, ovviamente, dopo determinati studi sulla materia e non solo, perché la scoperta rivela che non tutti gli sport sono adatti.
Sport: quali sì e quali no
Lo sport fa bene, è stato dimostrato più volte tramite studi scientifici di noti scienziati e nella vita di tutti i giorni. Esistono, però, delle attività fisiche più efficaci di altri andando ad aumentare la plasticità cerebrale. Di cosa stiamo parlando? Parliamo di un adattamento del proprio cervello per i nuovi input. Esattamente: il nostro amato organo può essere allenato.
“Le persone consumano meno cibi ultra-elaborati come patatine o cioccolato al latte dopo 20 minuti di esercizio di intensità moderata. La ricerca ha dimostrato che un programma di esercizi aerobici ad alta intensità di 12 settimane possono ridurre le preferenze o l’appetito per i cibi spazzatura ad alto contenuto calorico. Ma anche una sola sessione di allenamento può dare i suoi frutti, sia di esercizio aerobico moderato che di allenamento di forza” ha dichiarato Cassandra J. Lowe, neuroscienziata canadese.
Fare aerobica, quindi, aiuta la persona a tenere sotto controllo gli impulsi derivati dalla visione del cibo spazzatura e sullo stress, che inevitabilmente rilascia il cortisolo (ormone) e ci spinge a voler mangiare zuccheri. Non solo aerobica, però, perché anche svolgere una semplice camminata è un valido aiuto. Ecco le attività fisiche consigliate:
- Yoga;
- Allenamento intensivo a intervalli ad alta intensità;
- Aerobica;
- Camminata.