Il futuro dell’alimentazione potrebbe essere già in costruzione, e non nei campi ma nei laboratori.
Uno studio pubblicato su Frontiers in Science dai ricercatori David Kaplan della Tufts University e David Julian McClements della University of Massachusetts propone un nuovo modello alimentare basato sui cibi ibridi: alimenti che combinano proteine vegetali, insetti, funghi e carne coltivata per sostituire in parte la carne tradizionale, riducendo l’impatto ambientale e mantenendo gusto e valore nutritivo.
Perché servono alternative

La produzione di carne è una delle attività più pesanti per il pianeta. Gli allevamenti intensivi contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO₂, al consumo di suolo e acqua, e alla perdita di biodiversità.
I ricercatori sostengono che un mix di fonti proteiche diverse potrebbe risolvere il problema alla radice, fornendo alimenti accessibili, sostenibili e appetibili.
Il mix perfetto
Ogni fonte proteica porta con sé vantaggi e limiti:
- Le proteine vegetali (come soia e legumi) sono economiche e sostenibili, ma mancano del sapore e della consistenza della carne.
- Gli insetti, ricchi di proteine e micronutrienti, vengono già trasformati in farine alimentari, ma devono superare la resistenza psicologica dei consumatori.
- I funghi offrono una consistenza fibrosa e un gusto umami che si sposa bene con altri ingredienti.
- La carne coltivata rappresenta la frontiera più vicina al gusto originale, ma resta costosa e complessa da produrre su larga scala.
Nel breve periodo, la combinazione piante + funghi è la più sostenibile dal punto di vista economico e produttivo. Nel lungo termine, invece, gli ibridi piante + carne coltivata potranno offrire un perfetto equilibrio tra nutrimento e sapore, quando i costi di produzione saranno più bassi.
Dalla ricerca alla tavola

Lo studio pubblicato il 10 ottobre 2025 descrive una visione concreta: entro dieci anni, i prodotti ibridi potrebbero rappresentare il 10% del mercato proteico globale.
A rendere possibile questo scenario ci sono anche le nuove tecnologie di coltura cellulare e fermentazione microbica, che permettono di ottenere carne coltivata e micoproteine con un impatto ambientale inferiore dell’88% rispetto alla carne bovina.
Chi sta già sperimentando
Le prime aziende stanno trasformando la teoria in realtà:
- Eat Just ha lanciato nuggets con un mix di proteine vegetali e carne coltivata.
- Upside Foods, in California, ha ricevuto l’approvazione per la vendita di pollo coltivato.
- Meatable, nei Paesi Bassi, ha sviluppato biotecnologie che riducono i tempi di crescita cellulare a meno di dieci giorni.
- MyForest Foods produce carne vegetale a base di micelio di funghi, con consistenza simile al bacon.
- Solar Foods, in Finlandia, crea proteine dal CO₂ utilizzando batteri idrogenotrofici.
Cosa ne pensa l’Europa

Il regolamento europeo sui novel food (UE 2015/2283) include già gli alimenti ottenuti da insetti, alghe o cellule coltivate.
Ad oggi, l’EFSA ha approvato quattro specie di insetti commestibili: grillo domestico, tarma della farina, locusta migratoria e verme della farina minore.
Diversi Paesi, come Olanda e Germania, stanno sperimentando impianti pilota per carne coltivata, mentre in Italia il dibattito resta aperto.
Cibo ibrido e fiducia dei consumatori
Secondo un sondaggio del 2025 dell’European Food Information Council (EUFIC), il 61% dei consumatori sotto i 40 anni sarebbe disposto ad assaggiare prodotti ibridi, ma il 70% chiede etichette trasparenti e informazioni chiare sulla sicurezza e la provenienza.
La chiave del successo, spiegano gli autori, sarà comunicare naturalità, tracciabilità e sostenibilità.
Un futuro già in fermento
Da Singapore agli Stati Uniti, alcuni ristoranti servono già piatti a base di carne coltivata o micoproteine.
Il passo successivo sarà l’arrivo dei cibi ibridi nei supermercati, con prodotti capaci di unire gusto, salute e rispetto per il pianeta.
Un cambiamento lento ma inevitabile, in cui la tecnologia alimentare non sostituisce la natura, la potenzia.
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