China Telecom si è vista protagonista di un’accesissima discussione che ha portato la Federal Communications Commission a revocare la licenzia di operatività negli USA. La stessa sorte era toccata a China Unicom e la stretta americana sulle TLC asiatiche si restringe sempre di più. Il motivo è sempre lo stesso: “significativi rischi di sicurezza nazionale”.
“La nostra unità americana ha sempre dato prova di rispettare le leggi e regolamenti USA nella fornitura di servizi e soluzioni di TLC, dimostrandosi un partner affidabile negli ultimi due decenni” ha replicato la Cina prontamente, ma ciò non è comunque bastato per far cambiare idea alla FCC. Al momento l’azienda ha 60 giorni di tempo per bloccare le forniture dei servizi ancora abilitati.
In realtà questa è una storia che parte anni fa, quando Donald Trump era il Presidente degli Stati Uniti d’America; lo stesso Presidente si era messo contro Huawei, nota azienda produttrice di apparecchi tecnologici, vincendo le accuse mosse verso il colosso. Non solo, perché gli USA chiesero ai paesi alleati di non utilizzare la tecnologia 5G per i gravi danni che potrebbero causare alle persone; inoltre, veniva portata avanti l’informazione in cui la rete wireless rubasse decine e decine di dati personali.
China Telecom avrà delle conseguenze sul futuro?
Effettivamente sì; a causa di questa revoca, la produzione tecnologica viene rallentata e non solo. Anche lo sviluppo di nuovi software potrebbe ricevere un brusco rallentamento, in quanto verrà avviata una nuova campagna d’indagine per combattere questa realtà tra USA e aziende cinesi. Non sappiamo cosa riserverà il futuro, ma ciò è praticamente certo a causa di quanto è già successo ai tempi dell’ormai ex Presidente Trump.
Nell’aprile 2020, gli USA avevano dichiarato che nel corso degli anni avrebbero chiuso una fra tre aziende cinesi incriminate, tra cui quella nominata nell’attuale articolo; le altre due si chiamano: China Unicom Americas e Pacific Networks Corp. Molto probabilmente le prossime azioni andranno verso di loro. Al momento non risultano, però, ribassamenti in borsa per la società cinese nata il 15 novembre 2002.